
Da Barbiana a "Europe for Peace": Avvenire intervista la vicepresidente della Fondazione Milani
L’eredità di don Lorenzo Milani, per la pace, contro ogni guerra e contro la minaccia nucleare, ha spinto la Fondazione che porta il nome del prete di Barbiana a scendere in piazza il 5 novembre, giornata di convergenza di tutte le forze pacifiste italiane radunate nell’iniziativa “Europe for Peace”. Sandra Gesualdi – vicepresidente della Fondazione Don Lorenzo Milani e figlia di Michele Gesualdi, uno dei ragazzi di Barbiana – è stata intervistata in merito dal quotidiano della Cei Avvenire, il quale la presenta ricordando il suo appello in campagna elettorale – lanciato con p. Bernardo Gianni, don Andrea Bigalli e altri – a non votare i candidati contrari alla riduzione delle spese militari.
L’educazione alla pace era un pilastro della scuola di Barbiana, ricorda Sandra Gesualdi: «È fondamentale che la società civile si faccia sentire perché la politica, sia quella nazionale che internazionale, non ha saputo dare risposte a questa guerra. Si è limitata soltanto a incrementare l’invio di armamenti. Anche papa Francesco, nella Fratelli tutti, ha ribadito che non possiamo più pensare alla guerra come soluzione».
A quanti denigrano le ragioni del pacifismo, ritenendolo solo una forma edulcorata di equidistanza e di resa all’aggressore, la vicepresidente ribadisce che «continuando in questo modo non si va da nessuna parte. Mandare le armi è una scelta facile, di comodo, ipocrita. Ma illudersi di costruire la pace con le armi significa rinunciare alla politica. La pace fa paura perché rappresenta una strada molto più difficile, a lunga scadenza, che richiede un’educazione profonda, un percorso di costruzione coerente, individuale e collettivo. E prevede di mettere in discussione ogni giorno i nostri modelli di vita egoistici».
Leggi l'intervista di Avvenire
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