
Africa: vescovi e società civile contro le «false soluzioni» delle Cop sul cambio climatico
«La COP27 deve abbandonare tutte le false soluzioni (zero netto, scambi di emissioni falliti, schemi di compensazione). I governi, la società civile e i movimenti sociali devono unirsi alla lotta per un cambiamento del sistema e chiedere il vero zero, e non lo zero netto».
È quanto si legge nel “messaggio collettivo” indirizzato ai leader mondiali e ai delegati presenti alla COP 27 (6-18/11) dal Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar (SECAM) attraverso la Commissione Giustizia, Pace e Sviluppo. I firmatari denunciano «false soluzioni che privano le comunità locali dei loro mezzi di sussistenza, dei loro diritti sulla terra e della loro proprietà».
Un comunicato datato 4 novembre e firmato dal presidente della Commissione Giustizia, Pace e Sviluppo (JPDC) del SECAM, card. Fridolin Besungu Ambongo, informa che il “messaggio collettivo” è il risultato del dialogo in corso con la società civile africana e le organizzazioni di base, i movimenti delle donne e dei contadini e altri gruppi di fedeli, riuniti in spirito di "sinodalità" in una piattaforma chiamata “La nostra terra è la nostra vita”.
Le «COP hanno dimostrato di ritardare, negare, o dare un ulteriore calcio all'obiettivo di rimanere al di sotto di 1,5 gradi Celsius di temperatura globale», si legge in un estratto del messaggio, che seguita: «Le nazioni ricche valutano soluzioni fittizie e fingono di compensare le comunità povere in Africa», «rifiutandosi di ridurre le proprie emissioni».
La Commissione Giustizia e Pace del SECAM riconosce che le comunità sono esposte alla crisi climatica e all'accaparramento delle terre che va di pari passo con «l'accaparramento dell'acqua, l'aumento dell'inquinamento dell'acqua e del suolo a causa dei pesticidi, la perdita della biodiversità e delle sementi tradizionali, mentre assistono alla distruzione irreparabile del loro ambiente». E mentre «rivendicano i loro diritti alla terra, vengono perseguitati, il che porta a conflitti più violenti, disperazione e instabilità».
I membri della società civile africana e le organizzazioni di base invitano i delegati presenti alla COP27 a ricordare «gli appelli lanciati di recente dalle comunità locali nella loro lotta contro l'acquisizione di terreni su larga scala». «Solidali con tutte le comunità e i territori colpiti da espropri di terre, conflitti armati e guerre per le risorse», sottolineano che «le azioni climatiche che perpetuano l'ingiustizia fondiaria, l'ulteriore sfruttamento delle risorse naturali e lo sfollamento delle comunità a causa di false soluzioni devono lasciare spazio a una transizione equa e giusta nei settori agricolo e minerario».
Fra le altre sollecitazioni, la dichiarazione afferma che «le comunità indigene e i loro leader tradizionali devono essere i principali interlocutori quando vengono proposti progetti di acquisizione di terreni su larga scala che interessano le loro terre».
*Image by nforngwa from Pixabay
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