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Commissariata la

Commissariata la "Famiglia di Maria": Derive settarie o teologia controversa?

Tratto da: Adista Notizie n° 44 del 24/12/2022

ROMA-ADISTA. Nel silenzio totale, sembra che in Italia le comunità religiose “problematiche” e probabilmente a rischio di derive settarie comincino a entrare nel radar vaticano. Anche se, specialmente quando godono di protezioni altolocate e di posizioni di rilievo nella Chiesa mondiale, le bocche in Vaticano sono sigillate. Sembra questo il caso della Famiglia di Maria (formalmente denominata Associazione Internazionale Privata Pro Deo et fratribus-Famiglia di Maria), fondata nel 1968 e riconosciuta dalla Santa Sede nel 2004, che conta oltre 60 sacerdoti, 30 seminaristi e fratelli, 200 suore e famiglie di 8 Paesi europei (soprattutto in Austria, Germania e Slovacchia), due asiatici e uno sudamericano, che è una cosa sola con la pontificia associazione clericale “Opera di Gesù Sommo Sacerdote” (Opus Jesu Summi Sacerdotis), della quale fa parte la branca presbiterale della stessa Famiglia di Maria. Oggi uno dei suoi fondatori, forse il suo rappresentante più importante, p. Gebhard Paul Maria Sigl, 73 anni, austriaco, sarebbe sospeso dal suo ruolo e la comunità posta sotto inchiesta, come dimostra il fatto che quest’ultima, nelle sue due componenti, sia stata posta sotto il commissariamento pro-tempore del vescovo ausiliare di Roma mons. Daniele Libanori, competente per giurisdizione territoriale, come ci ha egli stesso confermato, affermando che l’inchiesta non è di sua competenza. Nulla è noto, al momento, riguardo alle motivazioni precise del provvedimento.

Come detto, la comunità è strutturata in due rami complementari; i candidati al sacerdozio ricevono la loro formazione nella Casa di Formazione dell'Opera di Gesù Sommo Sacerdote nell'ambito di un seminario preliminare di due anni e studi filosofici e teologici presso la Pontificia Università della Santa Croce (Opus Dei) a Roma. Le consacrate, la cui missione è di aiutare «la santificazione dei sacerdoti», svolgono la loro formazione nella casa madre in Slovacchia. Un passato molto controverso La Famiglia di Maria nasce con radici slovacche nel 1968 con il nome “Pro Deo et fratribus” con il sostegno di Paolo VI, che chiede al vescovo gesuita ordinato clandestinamente nella Cecoslovacchia comunista, Pavel Maria Hnilica (1921-2006, in seguito molto vicino a Giovanni Paolo II, ordinato clandestinamente nella Cecoslovacchia comunista), di fornire sostegno spirituale e materiale alla Chiesa perseguitata nell'Europa orientale; nel 1992 il movimento riceve il riconoscimento episcopale dal vescovo Eduard Kojnok (1933- 2011) di Rož?ava, cambiando il nome in "Pro Deo et fratribus-Famiglia di Maria Corredentrice". Tre anni dopo, Il Pontificio Consiglio per i Laici concede il riconoscimento ad experimentum come "Associazione privata internazionale di credenti di diritto pontificio con personalità giuridica", ma il riconoscimento definitivo, con l’approvazione degli statuti, arriva solo nel 2004, con la denominazione "Pro Deo et fratribus-Famiglia di Maria". Il braccio sacerdotale “Opera di Gesù Sommo Sacerdote” nasce nel 2008, guidato dal prete austriaco Gebhard Paul Maria Sigl, predicatore carismatico e devoto mariano.

La complessità e problematicità della comunità risiede già nelle sue radici. P. Sigl aveva dato vita già nel 1972 alla comunità laicale “Opera dello Spirito Santo” insieme al suo mentore, il prete Joseph Seidnitzer, personaggio ampiamente screditato. Costui, infatti, secondo il quotidiano svizzero Tages-Anzeiger (19/7/2010), che riporta il contenuto dei fascicoli conservati nell'ordinariato della diocesi natale di Seidnitzer, Graz-Seckau, fu un abusatore seriale di ragazzi dai 18 anni in su, che invitava nel suo appartamento, facendoli ubriacare e costringendoli ad atti sessuali. La Chiesa, secondo un copione ormai consolidato, coprì i suoi abusi trasferendolo altrove, ma Seidnitzer venne comunque condannato, nel 1954 in Stiria (otto mesi di prigione), nel 1958 dal tribunale regionale di Innsbruck (un anno di carcere per aggressione indecente aggravata) e ancora nel 1960 a Innsbruck (14 mesi di carcere). Nonostante questo, dopo tutto ciò, nel 1972, fondò l'Opera dello Spirito Santo (cui aderì da subito il giovane Gebhard Paul Maria Sigl) stabilendosi nel 1974 presso Villa Jordan, dei Salvatoriani, a Castel Gandolfo (Roma), accanto alle ville pontificie. Nel 1978, vi si unì lo studente di teologia Marian Eleganti (oggi vescovo ausiliare emerito di Coira), dopo tre anni di noviziato benedettino. Nel 1979, espulso dalla diocesi di Albano con l’ingiunzione di sciogliere la comunità (che aveva ricevuto un’approvazione temporanea dal Vaticano, poi ritirata) Seidnitzer tornò con la sua comunità in Austria, a Innsbruck. Lì istituì una casa per studenti della facoltà teologica della città, che rapidamente si trasformò in una sorta di seminario palallelo; invitato a sciogliere tale comunità, rifiutò e fu rimosso dal servizio sacerdotale per disobbedienza dal vescovo di Graz-Seckau, Johann Weber. Anche il vescovo di Innsbruck Reinhold Stecher si espresse più volte contro la comunità e il 15 ottobre 1985 pubblicò una “Dichiarazione riguardante un presunto seminario a Innsbruck”, nella quale dichiarava che tale “seminario parallelo” non aveva legittimazione alcuna. Tre anni dopo, di fronte alla renitenza di Seidnitzer, Stecher fece leggere in tutte le chiese della diocesi un comunicato in cui si affermava che la Casa per studenti «non era un'istituzione della Chiesa cattolica». Seidnitzer si ritirò completamente e definitivamente dalla comunità nel 1990, morendo tre anni dopo.

Ma resta il suo sodale Sigl a continuare la sua opera: proprio dalle ceneri della dissolta Opera dello Spirito Santo nasce la Famiglia di Maria nella sua forma attuale, e poi l’Opera di Gesù Sommo Sacerdote: gli studenti allo sbando si pongono infatti sotto la guida del vescovo Hnilica, allora rettore della Comunità Sacerdotale dell'Opus Sanctorum Angelorum (realtà già in sé controversa per il contenuto mistico stravagante e per le derive settarie sviluppatesi al suo interno, v. Adista Notizie n. 90/2010). Tra di loro, anche Gebhard Paul Maria Sigl.

I problemi dottrinali

La spiritualità della Famiglia di Maria è da collocare nell’alveo di un mix di culto delle apparizioni, scenari da fine del mondo, anticomunismo e tradizionalismo. Promuove la devozione di Maria Signora di tutti i popoli, che lotta con diavoli e demoni in un'apocalittica battaglia finale, aiutata da Dio e dagli angeli, sulla base delle visioni mariane dell’olandese Ida Pendermann (avvenute tra il 1945 e il 1959), che “riceve” la rivelazione privata della necessità di un nuovo dogma, che attribuisca alla madre di Gesù il ruolo di Corredentrice. Una dottrina, questa, storicamente molto controversa, in quanto stabilirebbe un rapporto paritetico tra il Redentore e Maria, che secondo il magistero ufficiale coopera invece in modo subordinato. Il movimento sviluppatosi intorno alle “apparizioni di Amsterdam”, dunque, chiedono la proclamazione della corredenzione come quinto dogma mariano, ma la richiesta non trova ascolto al Concilio Vaticano II, e nel 1994 una Dichiarazione del Commissione Teologica del XII Congresso Mariologico Internazionale esprime l’inopportunità della definizione, favorita invece da papa Wojtyla.

Un movimento pervasivo

La Famiglia di Maria può contare su ruoli di rilievo e su amicizie importanti nella Chiesa. Nel 2019 il rettore della Casa di Formazione dell'Opera di Gesù Sommo Sacerdote di Ariccia Gabriel White ha benedetto la nuova sede della Delegazione di Latium Vetus dell’Ordine di Malta, nella stessa località; e soprattutto, fa parte della comunità lo slovacco p. Martin Barta (kath.net, 26/1/2019) che è dal 2011 assistente ecclesiastico internazionale della fondazione di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che soffre”, con sede in Vaticano e 23 diramazioni nazionali, dipendente dalla Santa Sede attraverso la Congregazione per il Clero. E, guarda caso, proprio all’interno di un programma televisivo della fondazione ha trovato posto, nel 2020, un’intervista a Gebhard Paul Maria Sigl. La figura dell’assistente ecclesiastico internazionale è nominata dal presidente di “Aiuto alla Chiesa che soffre”, che attualmente è il card. Mauro Piacenza, figura di spicco del cattolicesimo tradizionalista e storico amico della comunità. P. Barta non fa mistero del proprio riferimento al messaggio di Maria contenuto nelle apparizioni di Amsterdam: «Se fossi papa – ha detto in un’intervista del 2020, in cui fa riferimento al santuario di Amsterdam dedicato a Maria madre di tutti i popoli, luogo nato sulla scia delle apparizioni di Amsterdam (bit.ly/3V1EUks) – approfondirei la verità di Maria corredentrice»; «Nella mia comunità religiosa – afferma – abbiamo rilevato il santuario della Madre di tutti i popoli ad Amsterdam, che ci è stato affidato dal vescovo. E questo messaggio ecclesiale della Madre di Dio riconosciuto dal vescovo parla di un nuovo dogma di Maria madre di tutti i popoli, mediatrice, avvocata e corredentrice. Dice: “Molti popoli mi conoscono come Maria ma non come madre, cioè colei che ha sofferto per molti popoli e interceduto per loro”». Peccato, però, che nello stesso 2020, con un chiarimento formulato in accordo con la Congregazione per la Dottrina della Fede e pubblicato sul sito della diocesi, il vescovo di Haarlem-Amsterdam mons. Johannes Hendriks abbia dichiarato che, pur essendo «l'uso del titolo Signora di tutti i popoli per Maria di per sé teologicamente lecito», il «riconoscimento di tale titolo non può intendersi come un riconoscimento nemmeno implicito della soprannaturalità di alcuni fenomeni, nell'ambito dei quali esso pare essere sorto». Un giudizio negativo – ancorché le apparizioni fossero state accettate nel 2002 dall’allora vescovo Joseph Marianus Punt – che arriva da lontano, da cinquant’anni fa, anzi da ancora prima: già nel 1972, infatti, in risposta a un ricorso del vescovo di Amsterdam contro una dichiarazione vaticana del 1957 che plaudiva alla prudenza dell’allora ordinario del luogo rispetto alle apparizioni, la Congregazione per la Dottrina della Fede confermava la decisione già presa al riguardo; nel 1974 la stessa Congregazione ribadiva il giudizio negativo sulla soprannaturalità delle presunte "apparizioni e rivelazioni" a Ida Peerdeman, giudizio approvato da Paolo VI lo stesso anno. «Questo giudizio implica che tutti sono invitati a cessare qualsiasi divulgazione riguardante pretese apparizioni e rivelazioni della Signora di tutti i popoli», dichiara nel 2020 il vescovo di Amsterdam. «Pertanto l'utilizzo delle immagini e della preghiera non può essere considerato in alcun modo un riconoscimento – nemmeno implicito – della soprannaturalità degli eventi in questione». 

*Foto di Judgefloro modificata e tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza

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