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Revocare le sanzioni alla Siria per farle giungere gli aiuti umanitari post-terremoto. I primi appelli istituzionali

Revocare le sanzioni alla Siria per farle giungere gli aiuti umanitari post-terremoto. I primi appelli istituzionali

12 anni di guerra civile, un territorio in parte controllato dal governo del presidente Bashar al Assad,  in parte dai ribelli, durissime sanzioni messe in atto dal mondo occidentale e ora il terribile terremoto. È tragica la situazione della Siria, vi sono tutte le condizioni perché al Paese non giungano, se non in minima parte, gli aiuti che la comunità internazionale sta mettendo generosamente e doverosamente in campo per alleviare le sofferenze delle popolazioni colpite, quelle turche in primis.

Da più parti giungono in queste ore appelli perché siano sospese le sanzioni al Paese siriano. È di un paio d’ore fa il lancio dell’Ansa con la richiesta della Cina a Washington perché «metta da parte l'ossessione geopolitica» e revochi «immediatamente le sanzioni unilaterali alla Siria» in modo da «aprire la porta all'assistenza umanitaria di fronte alla catastrofe». «Gli Stati Uniti sono stati a lungo coinvolti nella crisi siriana con interventi militari e sanzioni economiche, che hanno provocato un gran numero di vittime civili e difficoltà nello sviluppo economico e nel processo di ricostruzione», ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, nel briefing quotidiano.

Nella stessa direzione, e di poche ore precedente quello cinese, l’appello del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente e del Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC).

«Sollecitiamo l'immediata revoca delle sanzioni contro la Siria e l'accesso a tutti i materiali, in modo che le sanzioni non si trasformino in un crimine contro l'umanità», si legge nel comunicato delle Chiese mediorientali emesso, il 7/2, al termine di un incontro straordinario. I presidenti firmatari «hanno messo le loro risorse a disposizione delle persone colpite e sfollate a causa del terremoto, fin dai primi momenti del disastro, nonostante le loro risorse limitate a causa del blocco». E hanno invitato la comunità internazionale e la famiglia ecumenica internazionale a fornire urgenti aiuti di emergenza alla regione, in coordinamento con il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, le Chiese e le loro istituzioni affiliate.

Da parte sua, il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), il reverendo Jerry Pillay, ha assicurato al Consiglio delle Chiese del Medio Oriente che il CEC è solidale con il loro appello. Pillay ha dichiarato: «In un momento di disastri e crisi di tali proporzioni, dobbiamo tutti stare uniti per sostenere e offrire l'assistenza necessaria per aiutare i sofferenti, i feriti e le famiglie che hanno perso i propri cari, proprietà e averi. Facciamo tutto il possibile per aiutare!».

*Foto tratta da pxhere.com, immagine originale e licenza

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