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Da Francesco uno stop ai privilegi: cardinali, vescovi e quanti abitano in Vaticano l'alloggio se lo paghino

Da Francesco uno stop ai privilegi: cardinali, vescovi e quanti abitano in Vaticano l'alloggio se lo paghino

Lo scrive, ieri 28 febbraio, il blog di cattolici conservatori messainlatino.it: “Il Papa abolisce i privilegi ‘di alloggio’ di Cardinali, Capi Dicastero, Presidenti et similia”, di quanti cioè vivono all’interno delle mura vaticane e non pagano affitto o lo pagano in forma irrisoria. È un rescriptum di cui il blog riporta la foto delle due pagine su carta così intestata: “Segreteria per l’Economia, Il Prefetto”, e a piè di pagina “00120 Città del Vaticano”. Non c’è data, e la firma autografa, praticamente illeggibile, si suppone appartenga al titolare della Segreteria per l’Economia, Maximio Caballero Ledo.  

Nei siti vaticani non c’è traccia del presente documento –  l’Ansa, nell’informarne oggi, scrive «la notizia è stata ampiamente confermata» ­–, probabilmente perché solo anticipato da messainlatino.it. La decisione di papa Francesco, comunicata al prefetto per l’Economia il 13 febbraio scorso, come si legge nel rescritto, muove «dalla necessità di far fronte agli impegni crescenti in un contesto economico quale quello attuale, di particolare gravità» e dunque dalla «necessità che tutti facciano un sacrificio straordinario per destinare maggiori risorse alla missione della Santa Sede».

Queste le principali deliberazioni di Francesco: «abrogazione di tutte le disposizioni, da chiunque e in qualunque tempo emanate, che consentano o dispongano il godimento ai che preveda un godimento a Cardinali, Capi Dicastero, Presidenti, Segretari, Sotto Segretari, Dirigenti ed equiparati, ivi inclusi Uditori ed equiparati, del Tribunale della Rota Roma, degli immobili di proprietà delle Istituzioni Curiali e deli Enti che fanno riferimento alla Santa Sede inclusi nella lista allegata allo Statuto del Consiglio per l'Economia comprese le Domus, gratuitamente o a condizioni di particolare favore»; «il divieto per tutti gli Enti di erogare ai medesimi di cui al punto precedente o alla Domus, il c.d. "contributo alloggio" o ovvero contributi aventi la medesima finalità»; «gli Enti proprietari degli immobili dovranno pertanto praticare ai soggetti id cui sopra i prezzi normalmente applicati nei confronti di quanti siano privi di incarichi di qualsiasi tipo nella Santa Sede e nello Stato della Città del Vaticano». Tutto ciò fatti salvi i contratti stipulati prima dell’entrata in vigore di questa disposizione, che sarà immediata alla pubblicazione negli Acta Apostolicae Sedis.  Nel documento, il papa dispone che «qualsiasi eccezione alla presente normativa» dovrà essere da lui stesso «direttamente autorizzata».

Per identificare gli «Enti proprietari di immobili», va ricordato che il 23 febbraio è stata pubblicata la lettera apostolica in forma di motu proprio. Il diritto nativo. Circa il patrimonio della Sede Apostolica, in cui fra l’altro si afferma che beni mobili e immobili della Santa Sede «sono beni pubblici ecclesiastici». Precisamente si legge: «Tutti i beni, mobili e immobili, ivi incluse le disponibilità liquide e i titoli, che siano stati o che saranno acquisiti, in qualunque maniera, dalle Istituzioni Curiali e dagli Enti Collegati alla Santa Sede, sono beni pubblici ecclesiastici e come tali di proprietà, nella titolarità o altro diritto reale, della Santa Sede nel suo complesso e appartenenti quindi, indipendentemente dal potere civile, al suo patrimonio unitario, non frazionabile e sovrano».

*Scorcio di piazza san Pietro, Vaticano. Foto di Japrea, tratta da Flickr, immagine originale e licenza

 

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