Nessun articolo nel carrello

Per i vescovi del Kenya l'omosessualità è indecente, contro natura e illegale...

Per i vescovi del Kenya l'omosessualità è indecente, contro natura e illegale...

La sentenza del 24 febbraio della Corte Suprema del Kenya continua a tenere in agitazione il mondo cattolico nel Paese africano (v. Adista online, 1/3/2023). Secondo il Tribunale, sebbene illegale, l’omosessualità non può essere un ostacolo al diritto d’associazione: in buona sostanza era questa la ragione a fondamento della sentenza che imponeva all’Ngo Coordination Board (una sorta di registro nazionale delle Ong riconosciute dallo Stato) di non respingere l’iscrizione della National Gay and Lesbian Human Rights Commission (Nglhrc), ong keniana che aveva presentato domanda nel 2012 ma se l’era vista rifiutare.

In un comunicato stampa diffuso il 10 marzo scorso, è scesa in campo anche la Conferenza episcopale keniana (Kenya Conference of Catholic Bishops-KCCB) che ha chiesto alla Corte Suprema il ritiro del pronunciamento, poiché «contraddice i valori fondamentali del popolo sanciti dalla costituzione» (v. CISA, 10/3/2023).

Secondo la nota firmata da mons. Martin Kivuva Musonde (arcivescovo di Mombasa e presidente KCCB) «lo scopo dell'associazione Lgbtq+ è la promozione dei comportamenti omosessuali, la normalizzazione dell’omosessualità e delle unioni dello stesso sesso». Pertanto, i vescovi accusano la sentenza di contribuire al radicamento di tali comportamenti nella società e nelle istituzioni keniane. E, in aggiunta, ne denunciano la complicità con le lobby straniere che intendono infiltrare l’ideologia Lgbtq+ nel Paese africano, danneggiando il bene comune.

«Affermiamo che questa ideologia è un tentativo di minare i valori familiari e culturali che sono radicati nella natura stessa dell'umanità», dichiarano i vescovi del Kenya. «Mina anche la dignità della vita che è al centro delle nostre convinzioni come nazione. Questa ideologia è un attacco ai nostri sistemi di fede».

Approfittando dell’occasione, i vescovi ribadiscono l’insegnamento della Chiesa cattolica, che invita tutti a «riconoscere e accettare la propria identità sessuale come un dono di Dio», e definisce gli atti omosessuali come «intrinsecamente disordinati». E sottolineano che omosessualità e unioni dello stesso sesso «sono innaturali, sbagliate e contrarie alla legge naturale».

«La famiglia è l'unità naturale e fondamentale della società e la base necessaria dell'ordine sociale, e gode del riconoscimento e della protezione dello Stato», affermano i vescovi citando l’art. 45 della Costituzione keniana, e lanciando un appello al governo ad assumere seriamente il suo «obbligo morale di salvaguardare e proteggere la famiglia dall'ideologia LGBTQ+ e da altre minacce. Come nazione, abbiamo l'obbligo morale di salvaguardare i giovani da tali idee errate sulla sessualità e sul matrimonio. È per questo motivo che ricordiamo a tutti i kenioti che il codice penale del 1930 criminalizza gli atti tra persone dello stesso sesso come “grave indecenza” e “conoscenza carnale contro l'ordine della natura”. Questo dovrebbe essere sostenuto dalla nostra magistratura in difesa della vita e della famiglia».

I vescovi concludono che «i principi di rispetto e non discriminazione non possono essere invocati per sostenere il riconoscimento legale delle unioni tra persone dello stesso sesso. (...). Il bene comune esige che le leggi riconoscano, promuovano e proteggano il matrimonio come fondamento della famiglia, unità primaria della società». E il matrimonio, stando alla Chiesa e alla Costituzione keniana, è tra uomo e donna.


* Immagine di Darwinek, tratta da Wikimedia Commons. Immagine originale e licenza

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.