Tanzania: per i vescovi cattolici, una Pasqua all'insegna dell'omofobia
Avevamo già parlato, recentemente, del pensiero dei vescovi del Kenya sull’omosessualità. I vescovi della Tanzania non la pensano diversamente e nel loro Paese, affermano, non c’è posto per l’omosessualità.
Una sorta di “rassegna degli orrori” è comparsa il 14 aprile sul sito d’informazione dell’AMECEA (Association of Member Episcopal Conferences in Eastern Africa), Amecea News, che elenca una serie di dichiarazioni omofobe pronunciate da diversi vescovi tanzaniani nelle celebrazioni della Pasqua. I vescovi condannano la crescente diffusione dell’omosessualità nel Paese e ribadiscono che non si volteranno dall’altra parte, si legge nell’articolo.
Si parte con l'arcivescovo dell'arcidiocesi di Mbeya e presidente della Conferenza episcopale della Tanzania, Gervas Nyaisonga, secondo il quale i tanzaniani devono «opporsi con forza» a una tendenza «alimentata da persone che non hanno il timore di Dio e dell'umanità». «La nostra società è stata colpita da nuove ondate di omosessualità», ha detto ancora. «La dignità umana sta rapidamente scomparendo», ha poi ammonito: «Tutti quelli che vogliono giustificare il matrimonio tra persone dello stesso sesso come un diritto umano devono sapere che questo non è il piano di Dio per la creazione». L’unione omosessuale è un «inganno», «propaganda che continua a rendere le persone incapaci di riprodursi».
Il vescovo di Morogoro, Lazarus Msimbe, ha invece condannato «tutti gli atti che vanno contro gli insegnamenti della Chiesa», contro la «dignità dell’uomo» e contro i valori della nazione. Tra questi, la pedofilia e, ovviamente, l’omosessualità.
Il vescovo di Kayanga, Almachius Rweyongeza, ha invitato i fedeli a «rinunciare alle azioni che offendono Dio». Azioni come l’aborto e l’omosessualità. «Gli atti ingiusti separano l'uomo da Dio», ha dichiarato, e «l'omosessualità è satanismo».
Non poteva mancare l’attacco frontale alle associazioni e ong per i diritti Lgbt+. L'arcivescovo di Dodoma, Beatus Kinyaiya, ha accusato «alcune organizzazioni in Europa e negli Stati Uniti che versano molti soldi in Africa per avviare organizzazioni non governative, con l’obiettivo di far abbracciare l'omosessualità ai giovani». Questi gruppi si stanno diffondendo in tutta la Tanzania, è l’allarme dell’arcivescovo. Le ong «stanno usando tutti i loro sotterfugi, tutta la loro influenza e stanno anche sfruttando personaggi famosi per insistere sul fatto che l'omosessualità dovrebbe essere accettata». Anche Kinyaiya è convinto che gli atti omosessuali siano di origine satanica e chiama alla crociata contro i matrimoni gay tutti i fedeli cattolici. In questa guerra contro l’omosessualità, l’arcivescovo riconosce il supporto del governo e della politica tanzaniana: su questo, ha detto, «il governo della Tanzania sta facendo bene».
Last but not least, il vescovo di Tunduru-Masasi, Filbert Mhasi, che ha invocato maggiore rigore nell’educazione di bambini e giovani, esposti costantemente al pericolo dei «comportamenti scorretti» portati da internet e dai media.
Tanzania Grunge Flag di Nicolas Raymond, immagine tratta da Flickr. Immagine originale e licenza.
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