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Gas nella Tassonomia Ue: ora gli ambientalisti ricorrono alla Corte di Giustizia

Gas nella Tassonomia Ue: ora gli ambientalisti ricorrono alla Corte di Giustizia

ClientEarth, WWF European Policy Office, Transport & Environment (T&E) e BUND (Friends of the Earth Germania), organizzazioni internazionali ambientaliste, hanno presentato il 18 aprile scorso un ricorso alla Corte di Giustizie dell’Unione Europea per contestare il rifiuto della Commissione Europea di rimuovere il gas fossile dalla Tassonomia della finanza sostenibile dell’UE, il regolamento comunitario che indirizza i finanziamenti verso attività e risorse considerate “green” nel continente. Secondo le organizzazioni ambientaliste, infatti, «etichettare il gas fossile come “sostenibile” è tanto assurdo quanto illegale. Il gas fossile non è pulito, non è economico e non è una fonte di energia sicura». C’è anche un altro aspetto quantomeno ambiguo dell’inserimento del gas fossile nella Tassonomia “verde” dell’UE: «Classificare il gas fossile come "sostenibile" – si legge inun comunicato del WWF del 18 aprile – rischia anche di peggiorare la dipendenza dell'UE dal gas, aumentando la domanda di gas (dell'UE), che dovrà poi essere importata. Ciò esporrebbe l'UE a una maggiore volatilità, dipendenza dai Paesi produttori e crisi di approvvigionamento in futuro, con potenziali ulteriori impatti devastanti sulle bollette delle famiglie».

Le ong ricorrono dunque alla Corte di Giustizia dell’Unione perché ritengono che l’atto delegato che inserisce gas e nucleare nella Tassonomia – promosso dalla Commissione UE sotto pressione di alcuni Stati e approvato dagli eurodeputati nella sessione plenaria del Parlamento il 6 luglio 2022 – «sia in contrasto con le leggi dell'UE, dallo stesso regolamento sulla tassonomia alla legge europea sul clima, nonché anche contro gli obblighi dell'UE ai sensi dell'accordo di Parigi sul clima».

Inoltre, si legge ancora, «il regolamento sulla tassonomia richiede che la classificazione delle tecnologie sia basata sulla scienza. Tuttavia, la Commissione europea è andata contro il parere dei suoi consulenti scientifici quando ha etichettato questi usi del gas come "sostenibili"» (v. in merito anche Adista).

E ancora, afferma ancora il comunicato, l’atto delegato «è in contrasto con le politiche sul gas di molte istituzioni finanziarie. La politica della Banca europea per gli investimenti del 2019 in materia di prestiti relativi all’energia ha effettivamente escluso il finanziamento del gas fossile, il suo presidente ha affermato che "il gas è finito"; inoltre, il mercato globale dei green bond sta già seguendo la pratica comune di escludere il gas fossile».

«La tassonomia ha lo scopo di aiutare l'UE a raggiungere i suoi obiettivi climatici», hanno dichiarato ClientEarth, WWF, T&E e BUND. «Invece, l’inclusione di alcuni investimenti sul gas intende fare il contrario, incanalando ulteriori fondi su questa fonte dannosa e ben lontana dalle fonti di energia veramente sostenibili. Stiamo portando la Commissione in tribunale nella speranza di restituire un po' di credibilità alla tassonomia ed evitare questo enorme rischio per il clima e la sicurezza energetica dei cittadini europei».

Probabilmente l’udienza si terrà nella seconda metà del 2024 con sentenza nel 2025.

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