Il coraggio di Paolo. A dieci anni dalla scomparsa di p. Dall'Oglio
Tonio Dell'Olio, su Mosaico dei giorni oggi ricorda p. Paolo Dall'Oglio, il gesuita sequestrato Il 29 luglio del 2013 veniva sequestrato a Raqqa, in Siria (v. Adista Notizie n. 30/13 e 33/14; online 19/7/18 e 28/7/20; Adista Notizie n. 29/21)
A dieci anni dalla sua scomparsa ai nostri occhi, quella di Paolo Dall'Oglio è diventata una presenza esigente. La radicalità della sua scelta dice con voce di canto liturgico che il dialogo e l'incontro tra le fedi non può più essere solo oggetto di riflessione convegnistica e disciplina di accademia ma deve profumare di vita. Intreccio di riti senza alcun sincretismo per assaporare piuttosto il gusto di attingere alla sapienza altrui e naufragare nel canto del gregoriano come in quello dei Sufi. È provare a scrostare il calcare della diffidenza che separa, per prendere il coraggio di guardarsi negli occhi. Sì, Paolo ha osato oltre il pregiudizio e i canoni restrittivi e respingenti. Paolo insegna ancora oggi a scovare con pazienza diuturna la verità che non ha un unico civico nella storia né scrigni privilegiati. Paolo Dall'Oglio ha elevato a poesia anche il groviglio delle incomprensioni e dei contrasti e ha indicato la via della conversione dei cuori. Talvolta è solo silenzio. Per lasciare la parola al Dio chiamato con mille nomi e invocato in tante lingue diverse. Ed è in questo protendersi generoso e accogliente che si raccoglie la sua lezione di vita e di fede. A noi non resta che ascoltare e muovere il passo nella stessa direzione. Con coraggio profetico.
*Padre Paolo Dall'Oglio in una foto di veDro - l'Italia al futuro, tratta da Flickr, immagine originale e licenza
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