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«Un'operazione vergognosa»: Mediterranea risponde all’aggressione mediatica della destra

«Un'operazione vergognosa»: Mediterranea risponde all’aggressione mediatica della destra

Tratto da: Adista Notizie n° 43 del 16/12/2023

41677 ROMA-ADISTA. Finalmente, verrebbe da dire, la Chiesa sostiene e finanzia chi si impegna a salvare i migranti che rischiano di naufragare nel Mediterraneo, ovvero l’ong Mediterranea Saving Humans – piattaforma della società civile – e la sua nave “Mare Jonio”. A destra però l’operazione non piace. Da giorni, infatti, a partire da un’inchiesta del settimanale Panorama, i quotidiani La Verità (diretto da Maurizio Belpietro) e in misura minore Il Giornale (diretto da Alessandro Sallusti) hanno avviato una violenta campagna stampa contro i dirigenti della ong – in particolare l’ex leader delle Tute bianche Luca Casarini e l’ex assessore e consigliere comunale dei Verdi a Venezia Beppe Caccia – e, indirettamente, contro alcuni vescovi, fra cui il presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, gli arcivescovi di Palermo Corrado Lorefice e di Modena Erio Castellucci e il vescovo di Altamura nonché presidente di Pax Christi Giovanni Ricchiuti.

La tesi dell’inchiesta e degli articoli giornalistici – che non svelano nulla di straordinario né di penalmente rilevante, ma solo che la Chiesa ha finanziato Mediterranea, come peraltro risulta dagli stessi bilanci della ong – è che Casarini e Caccia, insieme a don Mattia Ferrari (prete della diocesi di Modena-Nonantola nonché “cappellano” della Mare Jonio), abbiano costituito una sorta di «banda» per drenare soldi da parrocchie, diocesi e magari anche dal Vaticano per le attività di salvataggio in mare della ong. Mentre i vescovi da un lato si sarebbero fatti ingenuamente raggirare dai dirigenti della ong che ha incassato più volte anche il plauso di papa Francesco – il quale le avrebbe attribuito grande autorevolezza – dall’altro avrebbero consapevolmente agito per attaccare le politiche anti-migranti dei recenti governi e in particolare di Matteo Salvini, quando era alla guida del Viminale nel primo governo Conte.

Nulla di penalmente rilevante, appunto. E infatti la campagna stampa è fondata su una grande quantità di intercettazioni telefoniche delle conversazioni private fra Casarini, Caccia e Ferrari – disposte dalla Procura di Ragusa, che ha avviato un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina contro Mediterranea; il processo si è aperto il 6 dicembre e l’udienza preliminare è stata rinviata al 14 febbraio – dalle quali, anche grazie agli abili taglia e cuci dei redattori di Panorama e della Verità, emergerebbe sia la strategia di persuasione sui vescovi messa in atto dai tre (forse insistente, ma del tutto legittima), sia il fatto che i soldi delle donazioni oltre alle operazioni di salvataggio in mare della Mare Jonio siano serviti anche per pagare affitto e utenze di casa oppure per non essere costretti ad «andare a lavorare in un bar» (come risulterebbe da una delle intercettazioni telefoniche attribuita a Casarini).

Tanto è bastato per mettere in piedi una campagna denigratoria, se non diffamatoria (alcuni titoli: “Gli arraffa-oboli”, “I fedeli sanno di finanziare un ex mangiapreti?”, ovvero Casarini, “Sul no global stipendiato con le offerte nessuno fiata”), basata su pochi fatti e tante frasi, talvolta un po’ sopra le righe, ma tutt’altro che intimidatorie o criminali.

«Un'operazione volgare e vergognosa, con uso diffamatorio e offensivo di menzogne, viene messa in atto oggi contro Mediterranea e alcuni nostri compagni, da Panorama, da La Verità e dal loro direttore Maurizio Belpietro. Abbiamo già dato mandato ai nostri legali di procedere legalmente per denunciare i responsabili innanzi alle competenti autorità giudiziarie», si legge in una nota diffusa da Mediterranea. «Ma è importante capire come funziona questo dispositivo, ben oliato, di attacco a chi sostiene il soccorso civile, in questo caso alla Chiesa di papa Francesco. Vi sono apparati nel nostro Paese che hanno accesso a intercettazioni di conversazioni e mail personali i cui contenuti sono tutelati dal segreto d'indagine, se parte di inchieste della magistratura. Quante volte abbiamo sentito strillare, dalle stesse pagine da cui oggi parte l'operazione di menzogna mediatica contro di noi, allo “scandalo dei processi a mezzo stampa”? Oggi – prosegue il comunicato del consiglio direttivo della ong – quello che vedete su Panorama e La Verità è un processo a mezzo stampa. Senza giudici, senza tribunali, senza avvocati, senza contraddittorio, in pieno modello inquisizione: i signori che firmano questa porcheria, si ergono al di sopra di ogni legge e strisciano molto al di sotto di ogni decenza. L'articolo, la copertina, ogni parola scritta, ha un unico obiettivo: screditare le persone e i movimenti che sostengono le loro lotte, intimidire, lanciare un messaggio in stile mafioso: vi colpiremo, voi e tutti coloro che osano sostenervi. La tecnica è sempre la stessa: sono state prese frasi estrapolate da intercettazioni e sono state rimontate ad arte, in modo da costruire il “mostro” e poterlo sbattere in prima pagina. Sono state scritte menzogne e falsità, come ovviamente dimostreremo davanti a unə giudice. Sono state tirate in ballo persone a noi molto care, come papa Francesco, che non ci ha mai abbandonato in questi anni in cui abbiamo osato disobbedire all'odio e all'indifferenza verso i nostri fratelli e sorelle che muoiono a migliaia nei lager libici finanziati dall'Italia, o in mare a causa della voluta omissione di soccorso, in questa nuova e atroce guerra contro l'umanità». 

*Foto presa da Press Kit per la stampa sul sito di Mediterranea, immagine originale 

 

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