Nessun articolo nel carrello

Legge europea sul ripristino della natura: lo stop al Consiglio UE, un pessimo segnale

Legge europea sul ripristino della natura: lo stop al Consiglio UE, un pessimo segnale

Dopo l’accordo politico tra Consiglio e Parlamento UE di novembre, e dopo l’ok definitivo del Parlamento UE del 27 febbraio scorso, la ratifica del Regolamento per il ripristino degli ecosistemi degradati (Nature Restoration Law), prevista per il 25 marzo scorso al Consiglio UE Ambiente (che raduna i ministri dell’Ambiente dei 27 Stati Membri), era attesa come un passaggio formale dall’esito scontato, visto che il testo che era stato ampiamente depotenziato lungo tutto il suo iter e che quindi aveva raccolto consenso maggioritario.

A sorpresa, invece, dopo un passaggio di verifica al Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti dei Paesi membri) lo scorso 22 marzo, prima di inserire in agenda il voto, la presidenza belga del Consiglio UE ha riscontrato la mancanza di una maggioranza qualificata – venuta meno per l’improvviso dietrofront dell’Ungheria, il cui “no” si è aggiunto a quello di Italia, Svezia, Paesi Bassi, Polonia – e il voto in Consiglio è slittato a data da destinarsi.

A giugno prossimo si voterà per il Parlamento Europeo e, quindi, se ne riparlerà molto probabilmente nella prossima legislatura. Il che significa anche, temono in molti, che lo slittamento rappresenti solo un modo subdolo per affossare definitivamente il Regolamento, dato lo stato di ottima salute di cui godono nei sondaggi le destre europee, oggi fermamente contrarie alla Nature Restoration Law e alla maggior parte delle misure inserite nel Green Deal europeo.

L’iniziativa del WWF

Con il sostegno di 147 illustri scienziati e naturalisti (qui la lista completa), il WWF ha lanciato un appello al Consiglio dell'Unione Europea e al governo italiano (che ne è membro) «affinché si chiuda al più presto il percorso di approvazione della Nature Restoration Law (NRL), il Regolamento sul Ripristino della Natura».

Il WWF ricorda che la proposta di Regolamento ha attraversato un lungo iter prima di giungere alla sua approvazione il mese scorso al Parlamento Europeo; è stata discussa, è stata depotenziata notevolmente rispetto alla proposta iniziale della Commissione UE, e alla fine è stata concordata con i governi dell’Unione. «Ora è fondamentale – ammonisce l’organizzazione – che il Consiglio confermi l’impegno a garantire il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell'UE, a contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità e migliorare la sicurezza alimentare. In gioco non c’è solo il recupero di ambienti naturali come foreste, fiumi e habitat marini: in gioco ci sono la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico, la difesa da inondazioni, incendi e desertificazione, la qualità dell’acqua e dell’aria. In altre parole, in gioco c’è la anche la sicurezza di tutti i cittadini europei».

Per questo, la battuta d’arresto in Consiglio è preoccupante. Preoccupante anche che, «nonostante l'ampio sostegno dei cittadini, del Parlamento europeo, degli scienziati, delle imprese e di 19 Stati membri», la Nature Restoration Law resta «tenuta in ostaggio da manovre politiche dell'ultimo minuto. L'inaspettata giravolta dell'Ungheria, a cui si sono associati i voti contrari e le astensioni di Italia, Svezia, Polonia, Finlandia, Paesi Bassi, Belgio e Austria hanno messo nuovamente a rischio» la natura in Europa.

L’inusuale stop ad una normativa in chiusura del suo iter mette «in gioco la stessa credibilità dell'UE» e del suo processo legislativo: «La mancata attuazione della NRL – conferma il WWF – non solo mina l'impegno Europeo per la protezione dell'ambiente, ma mette anche a rischio i processi decisionali dell'Unione Europea su altri dossier cruciali, tra cui il raggiungimento dei suoi ambiziosi obiettivi climatici e la sua capacità di affrontare i sempre più frequenti disastri climatici».

“Un sì per la Nature Restoration Law è un sì anche per la sicurezza di tutti i cittadini europei” è il titolo dell’appello lanciato dal WWF, che chiede al Governo italiano di rivedere la sua posizione sul Regolamento e faccia di tutto nelle sedi opportune «affinché il Consiglio dell’UE faccia proprie le indicazioni dell’Europarlamento, degli scienziati e della società civile».

L’appello, già firmato da 147 scienziati e naturalisti, può essere letto e firmato sul sito del WWF


*Foto di copertina del WWF

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.