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Mediterranea Saving Humans: «Il ministro Piantedosi complice delle deportazioni effettuate dalla cosiddetta guardia costiera libica»

Mediterranea Saving Humans: «Il ministro Piantedosi complice delle deportazioni effettuate dalla cosiddetta guardia costiera libica»

ROMA-ADISTA. L'ufficio legale di Mediterranea Saving Humans ha provveduto a trasmettere nella giornata di oggi all'Ufficio del Procuratore del Tribunale Penale Internazionale Karim Khan KC, copia della pubblica dichiarazione del ministro degli Interni italiano, Matteo Piantedosi, riguardanti respingimenti collettivi in Libia operati da milizie facenti capo ad autorità del paese nordafricano. Il ministro Piantedosi, con comunicazione su social "X" pubblicata alle ore 11.15 del giorno 19 settembre 2024, dichiara: «Sono 16.220 i migranti diretti verso le coste europee intercettati in mare e riportati in sicurezza in Libia da gennaio a oggi. Un dato che testimonia l’efficacia della collaborazione dell’Italia con i Paesi di origine e transito dei migranti nel contrastare i trafficanti di essere umani e le morti in mare». 

«Essendo la Libia "posto non sicuro", come certificato dai più autorevoli organismi internazionali e dalle Nazioni Unite, nel caso di collaborazione ad attività di deportazione in quel paese di profughi e rifugiati, si configura il reato di violazione della Convenzione di Ginevra sui profughi e rifugiati e della Convenzione di Amburgo sul soccorso in mare», denuncia Mediterranea. «Abbiamo provveduto a segnale quindi al Tribunale Penale Internazionale la "rivendicazione" di questo gravissimo reato, che per stessa ammissione del Ministro Piantedosi, è stato compiuto contro 16.220 esseri umani, dei quali né lui, né altri, possono oggi sapere il destino dopo che sono ricaduti nelle mani dei carcerieri dai quali provavano a fuggire - prosegue la nota della ong italiana - . Auspichiamo di poter contribuire con questa segnalazione al Tpi, all'apertura, ai sensi dell'art.15 della Carta di Roma, di un'indagine indipendente condotta dallo staff dell'Otp presso il Tribunale Penale Internazionale».  

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