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Comunità cristiane di base d’Europa: vive e vitali

Comunità cristiane di base d’Europa: vive e vitali

Tratto da: Adista Notizie n° 34 del 05/10/2024

41989 PESARO-ADISTA. Sono stati più di 100 i partecipanti all’XI Incontro europeo delle Comunità cristiane di Base, “Verso una spiritualità aperta. Quale approccio spirituale in un mondo alla ricerca di senso?” (Pesaro, 20-22 settembre), una sessantina dall’Italia, e circa 50 da 6 paesi europei: Austria, Belgio, Francia, Olanda, Spagna, Svizzera. Un segnale di vitalità incoraggiante, dato il problema sempre più forte dell’aumento dell’età media, della scomparsa progressiva delle figure autorevoli della fase iniziale e della mancanza di un ricambio generazionale. Un problema che viene guardato con serenità, e lasciando comunque aperto uno spiraglio alla speranza.

La prima serata è stata dedicata alla presentazione sintetica della situazione nei vari Paesi, in un’atmosfera calda e informale. In Austria una decina di comunità sono attive nell’area di Vienna, spesso in collaborazione con le parrocchie, e una volta l’anno si riuniscono per uno o due giorni. Nel Belgio francofono operano 17 comunità, in collegamento tramite una rivista trimestrale e un sito; hanno prodotto un documento per il percorso sinodale. Le 6 comunità del Belgio fiammingo hanno orientato il lavoro sui temi della spiritualità; denunciano un arretramento della Chiesa ufficiale: vietato a una donna di partecipare a un corso sul diaconato e soprattutto espulsione da parte dell’arcivescovado di una grande comunità – 120 volontari – dalla parrocchia di Buizingen, dove i laici gestivano la messa amministrando i sacramenti.

In Francia non esiste più un’associazione nazionale, anche se le comunità attive mantengono un delegato per il collegamento con il coordinamento europeo; si risente molto dell’invecchiamento, ma chi resta si caratterizza per un forte impegno. In Italia sono rimaste una quindicina di comunità di varie dimensioni, ben collegate tra loro. L’ultimo incontro l’anno scorso sul tema “Una Costituzione per la Terra. Giustizia, pace, salvaguardia del creato”. Sono stati poi presentati due brevi filmati per ricordare due personalità centrali nel movimento e scomparse nell’ultimo anno: Marcello Vigli, in un intervento sul concetto di fede laica, il vivere la fede in una dimensione di laicità, e Gianni Novelli sulla mobilitazione contro le armi nucleari dei primi anni ’80 e l’impegno per la pace anche in ambito religioso.

Le 25 Comunità di fede olandesi sono collegate in una rete chiamata 2of3bijEEN, che accoglie anche persone singole in ricerca. Ad Amsterdam, in collegamento con il convegno, è stata organizzata una giornata di riflessione sullo stesso tema. In Spagna, nonostante i problemi comuni, le Cdb appaiono ancora molto vitali, soprattutto in 8 regioni (Madrid, Galizia, Albacete; Andalusia, Aragona, Tioja, Valencia, Murcia) e sono organizzate in 4 gruppi di coordinamento. Il prossimo incontro nazionale è previsto per il 2026 sul tema “Cura della vita”.

In Svizzera sono presenti 5 comunità francofone e tre germanofone, che ogni anno si riuniscono per coordinare le loro attività, anche sul piano politico. In tutti i Paesi le Cdb sono caratterizzate da un forte impegno sociale, in particolare nell’ambito dell’accoglienza dei migranti e in genere nella solidarietà. (Un’organizzazione complessa e efficiente, curata soprattutto dal segretario del collettivo europeo Massimiliano Tosato, ha consentito la traduzione in tutte le lingue presenti).

Per la prima volta i lavori (v. notizia seguente) sono iniziati con un breve intervento del vescovo della città, Sandro Salvucci, che ha ripreso la domanda di senso dell’assemblea riportandola a un’ottica evangelica. Il vicario don Marco Di Giorgio ha assistito ai lavori e la sera, con il parroco don Stefano Brizi, ha autorizzato l’apertura straordinaria della cattedrale con la visita al meraviglioso pavimento in mosaici bizantini e medievali, esposto da poco. 

 

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