Cristina Arcidiacono nuova chair dell’Istituto teologico battista europeo di Amsterdam
AMSTERDAM-ADISTA. La pastora battista Cristina Arcidiacono è stata nominata chair del Board dell’Istituto Teologico Battista Europeo (Ibts) di Amsterdam, coordinerà i lavori di un gruppo internazionale che guida questo importante organismo di formazione. La nomina arriva in un periodo di transizione per l’istituto, che negli ultimi anni ha affrontato significativi cambiamenti strutturali e accademici. Arcidiacono, già membro del Board dal 2016, ha accettato con entusiasmo il nuovo ruolo, sentendo l’importanza di «garantire una sorta di continuità istituzionale» in un momento di svolta per l’Ibts, ha dichiarato all'agenzia Nev. Nella scorsa Assemblea generale è stato infatti anche presentato il nuovo Direttore dell’Istituto, Enoh Šeba, che prende il posto di Mike Pears.
L’Ibts, che in passato ha avuto sede a Praga e a Rüschlikon, in Svizzera, ha trovato la sua nuova casa ad Amsterdam, una città ricca di significato per la tradizione battista. Arcidiacono ha sottolineato questo simbolismo: «Amsterdam è stata luogo di esilio e di rifugio per i battisti… qui si trova la prima chiesa battista, fondata da John Smith e Thomas Helwys», ha spiegato la pastora alla Nev. Tuttavia, l’Ibts non è più un seminario teologico nel senso tradizionale; si occupa principalmente di accompagnare gli studenti in un percorso di dottorati, formando studiosi e leader per le chiese, e nel mondo, collaborando strettamente con la Vrije Universitet di Amsterdam. «I percorsi formativi sono orientati alla teologia pratica, alla storia e all’identità battista, promuovendo una visione globale e un legame diretto con le comunità locali» ha spiegato ancora Arcidiacono.
Un’altra componente innovativa dell’Ibts è il Learning Network, descritto da Arcidiacono come una «rete di apprendimento» che favorisce un approccio pedagogico basato a partire dall’ascolto reciproco, simile all’animazione teologica e biblica. In questo metodo, gli studenti partono dalla propria esperienza, esplorano il testo biblico, si lasciano interrogare da esso, studiano e condividono riflessioni teologiche, tornano all’esperienza con azioni nuove, in quella che possiamo chiamare una «spirale ermeneutica» . Arcidiacono, che ha sperimentato questo approccio nel suo lavoro pastorale e di formazione, vede nell’animazione un elemento essenziale della formazione stessa. «Si parte da sé per abbracciare una visione più ampia», ha spiegato, aggiungendo che questo approccio è fondamentale anche per la gestione interculturale del Board, composto da membri provenienti da tutto il mondo. Il ruolo di chair porta con sé un’importante responsabilità di mediazione e dialogo tra culture e teologie diverse, ha detto la pastora, spiegando che per lei questo significa creare “spazi di conversazione aperta” in cui le differenze possano convergere in un ascolto rispettoso e profondo.
«Abbiamo persone che provengono dal Libano, dagli Stati Uniti, da Porto Rico, dalla Romania, dalla Finlandia, dall’Inghilterra, dalla Croazia. Questa è una grande opportunità, perché ci permette di valorizzare le storie e le biografie personali che stanno dietro alle questioni teologiche affrontate dall’Ibts, come la violenza domestica e il cambiamento climatico», ha detto ancora Arcidiacono alla Nev. Guardando al futuro dell’istituto, la pastora si interroga sulla possibilità di una pastorale innovativa. «Non sempre ciò che è nuovo è da raccogliere e ciò che è vecchio è da dismettere… vedere il mondo con occhi nuovi è una vocazione», ha concluso, ricordando che l’Ibts si impegna proprio a sviluppare percorsi che riflettano «la novità dell’Evangelo» in un contesto contemporaneo.
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