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Attingere al FSC per il Ponte sullo Stretto? Sacrificare il Sud per un capriccio

Attingere al FSC per il Ponte sullo Stretto? Sacrificare il Sud per un capriccio

Un emendamento alla manovra di bilancio firmato dal capogruppo leghista Riccardo Molinari chiede di aumentare i fondi a disposizione per la rapida realizzazione del Ponte sullo Stretto da 11.6 a 14.7 miliardi di euro fino al 2032. E lo fa riducendo da 9.3 a 6.9 miliardi le spese statali ma, al contempo, aumentando da 2.3 a 7.7 miliardi la quota proveniente dal Fondo europeo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2021-2027, fondi in larga parte destinati ai bilanci del Sud Italia.

«Ancora una giornata di ritardi e guasti sulla linea ferroviaria», commenta il 18 novembre Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra e portavoce nazionale di Europa Verde (v. nota originale). Nel frattempo, la Lega di Salvini prosegue nella sua opera di demolizione del trasporto pubblico, sottraendo quasi 15 miliardi di euro per finanziare il Ponte sullo Stretto. Non basta: il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, ha presentato un emendamento alla manovra economica che aumenta di 3 miliardi di euro i fondi per il Ponte, attingendo al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, risorse cruciali per sanità, scuola, manutenzione stradale e tutela del territorio. Mentre con la manovra economica si chiedono sacrifici agli italiani, con tagli lineari che colpiscono servizi essenziali, la Lega saccheggia il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione e azzera il Fondo Nazionale per il Trasporto rapido di massa, tutto per finanziare il Ponte sullo Stretto di Messina».

L’associazione “Don Bosco 2000”, nata a Piazza Armerina in Sicilia e impegnata sui temi dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti, in una nota del 18 novembre, ha espresso «forte preoccupazione per l’emendamento». I fondi per lo sviluppo e la cooperazione, spiega l’associazione, «rappresentano una risorsa essenziale per il rilancio del Sud Italia e della Sicilia in particolare, ancora oggi vittima dell’egocentrismo di pochi».

Secondo il presidente di “Don Bosco 2000”, Agostino Sella, «Non si possono togliere fondi indispensabili allo sviluppo del Sud per concentrare tutto su un’unica grande opera. Le priorità del Mezzogiorno sono altre: scuole, ospedali, trasporti pubblici e infrastrutture di base che garantiscano una vita dignitosa ai cittadini. Occorre una visione che metta al centro la persona e la comunità, piuttosto che perpetuare politiche di accentramento che ignorano le vere necessità dei territori».

Il FSC è nato per colmare le croniche disuguaglianze tra regioni nel Paese: «Non possiamo permettere che le risorse per lo sviluppo vengano deviate, ignorando la realtà di una Sicilia e di un Sud Italia che hanno bisogno di infrastrutture solide e servizi efficienti per colmare distanze che sembrano diventare sempre più incolmabili».

*Foto di Effemmina tratta da commons.m.wikimedia.org

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