"Caro rav Di Segni, questa la nostra lettera agli Ebrei della Diaspora". Firmato Raniero La Valle e altri
A fine ottobre, abbiamo pubblicato la “Lettera ai nostri contemporanei del popolo ebraico della diaspora” (*) con in calce i nomi dei primi firmatari. Ora, alcuni fra questi – Raniero La Valle e i Comitati Dossetti per la Costituzione, Domenico Gallo per il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Roberta De Monticelli e il Centro di Ricerca PERSONA, Sergio Mercanzin e “Chiesa di tutti Chiesa dei poveri”, Riccardo Petrella e l’Agorà degli Abitanti della Terra – hanno deciso di inviarla alle comunità ebraiche residenti a Roma e in tutta Italia con una lettera di accompagnamento nella quale motivano il sentimento che li ha spinti a rivolgersi al popolo della diaspora, «l’angoscia» per lo «stato di cose che investe tutti» noi «contemporanei», «al di là della distinzione tra noi».
Al Rav Riccardo Shemuel Di Segni, Capo Rabbino di Roma
A Noemi Di Segni, presidente dell’UCEI, a Victor Fadlun, presidente della Comunità di Roma
Illustrissimo Rav Di Segni e gentili presidenti Noemi Di Segni e Victor Fadlun,
Ci permettiamo inviarvi una lettera idealmente indirizzata all’intera comunità ebraica, a cui ci piacerebbe fosse trasmessa. È una lunga lettera di 11 pagine, cinque delle quali sono occupate solo dalle firme dei mittenti – a cominciare dal premio Nobel per la pace Adolfo Perez Esquivel – tra cui sono anche numerose comunità, associazioni, partiti. È solo un indizio della grande compenetrazione popolare nell’attuale sofferenza di tanta parte del mondo e del coinvolgimento di molti nell’attuale tormento del popolo ebraico; e ciò tanto più nel momento di un doloroso rapporto tra le istituzioni politiche e giudiziarie della Comunità internazionale e lo Stato di Israele nelle persone dei suoi governanti.
Noi vediamo il pericolo che i responsabili delle Nazioni non sappiano né comprendere né governare un mondo la cui popolazione è ormai più numerosa della sabbia del mare, come tale oggetto di un unico amore.
La motivazione della lettera è, come abbiamo scritto, l’angoscia per tale stato di cose che investe tutti, per cui l’accento al di là della distinzione tra noi è posto sulla nostra condizione di “contemporanei”. Ci sono tra l’altro anche cose difficili a comprendersi, pur da persone di media cultura. Molti ad esempio si stupiscono per il parallelismo stabilito dal premier israeliano nel discorso all’ONU tra l’attuale severa guerra che il suo esercito sta conducendo a Gaza e “la stessa scelta senza tempo che Mosè pose davanti al popolo di Israele migliaia di anni fa mentre stavamo per entrare nella Terra Promessa”.
La lettera contiene opinioni che possono essere non condivise, ma la sua ispirazione più profonda è che il ripudio, pur universale, dell’antisemitismo, non basta più, ma dovrebbe in positivo accompagnarsi a una profonda riconciliazione tra il popolo ebraico nella sua integrità fisica e spirituale – che diciamo da riconoscersi come “patrimonio dell’umanità” – con tutti gli altri popoli, ivi compresi i palestinesi e quanti sono oggi in conflitto con esso.
Con questa speranza, porgiamo i più fraterni ossequi
Raniero La Valle e i Comitati Dossetti per la Costituzione, Domenico Gallo per il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Roberta De Monticelli e il Centro di Ricerca PERSONA, Sergio Mercanzin e “Chiesa di tutti Chiesa dei poveri”, Riccardo Petrella e l’Agorà degli Abitanti della Terra
(*) Segnaliamo che sulle nostre pagine ha trovato spazio anche la risposta a La Valle per la penna di Sergio Della Pergola, ordinario emerito e ex-Direttore dell’Istituto Avraham Harman di Studi Ebraici Contemporanei all’Università Ebraica di Gerusalemme, specialista della demografia della diaspora ebraica e di Israele. Il suo articolo è stato pubblicato sul portale di Moked-Pagine ebraiche https://moked.it/blog/2024/11/04/ebrei-sergio-della-pergola-risponde-a-raniero-la-valle/.
*Foto dal suo profilo su X
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