
“La Civiltà Cattolica” si rinnova. con un occhio al bilancio e al placet vaticano
Tratto da: Adista Notizie n° 3 del 25/01/2025
42110 ROMA-ADISTA. La Civiltà Cattolica si dimezza: da questo numero – il primo del 2025 (quaderno n. 4189) – la periodicità della storica rivista dei gesuiti fondata nel 1850 per volere di Pio IX come baluardo a difesa della «civiltà cattolica» passa da quindicinale a mensile. I fascicoli annuali, quindi, diventano 12 invece di 24, e saranno raccolti in tre volumi invece dei consueti quattro: un cambio non da poco per una rivista che proprio nel 2025 compie 175 anni di vita.
Un «processo di rinnovamento» guidato dal nuovo direttore, p. Nuno da Silva Gonçalves, che dall’ottobre 2023 ha preso il posto di p. Antonio Spadaro – nominato sottosegretario del Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione –, direttore della rivista per 12 anni, dal 2011 al 2023. Una fase, quella della direzione Spadaro, durante la quale La Civiltà Cattolica si è progressivamente aperta a un più positivo confronto con alcuni temi del mondo contemporaneo, assumendo spesso posizioni socialmente avanzate, in linea con il pontificato di Francesco, ed esplorando nuovi territori culturali.
L’«identità» e la «missione» della rivista non mutano, si legge nell’editoriale del primo “nuovo” numero mensile (firmato La Civiltà Cattolica, quindi attribuibile alla direzione). «Le novità segnalate non cambiano la nostra identità e missione. Siamo una rivista culturale della Compagnia di Gesù, fondata nel 1850, che si impegna in una lettura cristiana della società contemporanea, in sintonia con le posizioni del romano pontefice e della Santa sede», prosegue l’editoriale.
Con la nuova periodicità muta però in un certo senso il rapporto con la contemporaneità. «Ai ritmi frenetici e immediati dell’informazione dei nostri giorni noi preferiamo il ritmo più lento della riflessione e dell’analisi, che era già preponderante nel quindicinale, ma che adesso tenderà ad ampliarsi. Con la scelta di diventare mensili ci allontaniamo un po’ di più dal carattere informativo e dalla cronaca troppo vicina ai fatti, un servizio indispensabile, ma che è già offerto da tanti altri mezzi. A noi spetta prendere tempo e proporre una lettura della realtà lontana dalle emozioni immediate, cercando di capire i contesti, come pure le cause e le conseguenze più profonde dei fatti». Continua l’editoriale: «Ci sembra che ciò corrisponda meglio al ritmo di lettura dei nostri giorni e favorisca un discernimento autentico delle dinamiche sociali, politiche, tecnologiche, culturali ed ecclesiali contemporanee, che necessitano sempre più di analisi scrupolose e approfondite».
Alla periodicità più rarefatta si affiancano anche altre novità: un leggero incremento del numero di pagine (16 in più); un’organizzazione per temi di ciascun fascicolo, diviso in sezioni (Società e politica, Teologia e spiritualità, Vita della Chiesa, Scienze umane, Scienza e tecnologia, Arti e letteratura) più la “foto del mese”; l’implementazione del sito web, arricchita in particolare dai podcast e dalle notizie dell’Osservatorio astronomico vaticano.
Come interpretare queste novità? Da un lato emerge la volontà della Compagnia di Gesù di ridurre i costi di gestione (ma non c’è nessuna crisi all’orizzonte). Dall’altro la Segreteria di Stato vaticana – che non sempre aveva apprezzato la direzione Spadaro – potrà esercitare un più facile controllo su una rivista che dimezza la propria produzione. Una vigilanza che rimane stretta, come è sempre stata: le bozze del fascicolo vengono inviate preventivamente alla Segreteria di Stato che dà il placet alla pubblicazione solo dopo aver letto ed eventualmente indicato al direttore di emendare gli articoli.
*Foto presa da Wikipedia, immagine originale e licenza
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