
Trump rimette Cuba nella lista dei Paesi fiancheggiatori del terrorismo
Tra i tanti decreti emanati da Donald Trump, poche ore dopo l'inaugurazione del suo mandato presidenziale, non poteva mancare il reinserimento di Cuba nella lista dei Paesi patrocinatori del terrorismo. Lista dalla quale L’Avana era stata depennata il 14 gennaio dal presidente Joe Biden . Un «atto di arroganza e di disprezzo della verità», ha commentato su X il presidente dell’isola, Miguel Díaz-Canel.
La notizia non è una sorpresa, l’ostilità di Trump per Cuba è un classico.
Né sorprende che Cuba invece manterrà la sua decisione presa qualche ora dopo il provvedimento di Biden: la liberazione di 553 detenuti, di cui 127 già tornati a casa. D’altronde il governo non ha mai messo in relazione la sua iniziativa con quella statunitense; l’ha piuttosto collegata alle conversazioni avute sull’argomento con papa Francesco in Vaticano nel giugno 2023, tanto che Díaz Canel ha annunciato la scarcerazione dei detenuti personalmente per lettera al pontefice. Un’iniziativa, quella cubana, che potremo definire una consuetudine nei rapporti con il Vaticano: quando papa Giovanni Paolo II visitò l'isola nel 1998, Fidel Castro rilasciò circa 200 persone. Nel 2003, 75 detenuti per i fatti definiti come “Primavera Nera” sono stati rilasciati dopo colloqui con Roma. Alla vigilia della visita di Benedetto XVI a Cuba nel 2011, sono stati rilasciati migliaia di prigionieri e circa 3.500 prima dell'arrivo di papa Francesco nel 2015.
*Foto di Gage Skidmore tratta da Flickr
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