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Padre Nogaro: la Chiesa italiana reagisca alla «deriva anti-umana»

Padre Nogaro: la Chiesa italiana reagisca alla «deriva anti-umana»

Tratto da: Adista Notizie n° 22 del 07/06/2025

42274 CASERTA-ADISTA. A Caserta, il 24 maggio scorso, si sono ritrovati in molti, singoli, realtà associative e sindacali, studenti e migranti, laici e credenti, per la manifestazione “Siamo Umani – Pace, Diritti, Beni Comuni”, partita dalla stazione ferroviaria e arrivata in tarda mattinata a piazza Vanvitelli. L’obiettivo del corteo era, in un contesto fatto di muri, intolleranza, guerra e precarietà, la richiesta all’Europa di investire in sanità, lavoro e istruzione, piuttosto che sul riarmo. Inoltre, reclamare l’immediata fine del genocidio che si sta perpetuando in Palestina, e la fine della guerra in Ucraina. Ma anche dire no al DL 1660 “In-Sicurezza” che criminalizza chi dissente e protesta; chiedere all’amministrazione comunale politiche abitative che consentano ai cittadini italiani e stranieri di trovare case in affitto e chiedere un Regolamento dei Beni Comuni, per non far morire esperienze come la gestione della Villetta di via Arno, di Villa Giaquinto, della villetta di Parco Aranci e continuare a lavorare per l’apertura della casa del sociale Mamadou Sy nel l’Ex Onmi, del Macrico e di tutto il patrimonio della cittàancora da rigenerare. Insomma, un’occasione di protagonismo per proporre e trovare soluzioni concrete ad alcune problematiche nazionali e del territorio; ma anche un modo per opporre al senso comune il bene comune, come pratica fatta di accoglienza e di comune ricerca della giustizia, sola base per vivere in “sicurezza”.

A promuovere la manifestazione, tra gli altri, le locali realtà di scout, Pax Christi, il Comitato Don Peppe Diana; ma anche i Cobas, l’Usb, Amnesty International, Anpi, Libera, Lipu, Arcigay Caserta, il PD cittadino, Sinistra Italiana e Speranza per Caserta, oltre che alcune personalità come l’europarlamentare e giornalista Sandro Ruotolo e il vescovo emerito di Caserta, mons. Raffaele Nogaro.

Proprio Nogaro, vescovo della città dal 1990 al 2009 e tuttora in prima linea nell’impegno civico ed ecclesiale della sua diocesi, ha inviato un messaggio ai partecipanti nel quale si dichiara «addolorato e sdegnato per le parole volgari, piene di falsità e dissacranti che i nostri politici costruiscono nei confronti degli immigrati». Parole, scrive, «che contribuiscono a fare esaltare e a moltiplicare un razzismo che oggi è una emergenza strutturale di incalcolabile gravità. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a una realtà abominevole: l'Italia chiude i porti e dispone i campi di sterminio per i migranti in Libia e in Albania». Per questo, afferma, «non possiamo né tacere, né restare indifferenti, né diventare complici di questa antiumanità, di questa lacerazione brutale della vita umana. Chiedo – prosegue Nogaro – alla Chiesa italiana di non farsi estranea, di non lasciarsi catturare da calcoli umani, di non fermarsi a valutare ciò che è opportuno e ciò che non lo è. Perché difendere le donne e gli uomini è sempre opportuno, sempre necessario, sempre doveroso. Il Vangelo pretende da noi di affermare la verità che sono gli uomini e le donne che sono nel bisogno, nel dolore, nella disperazione. Occorre un'azione diretta di accoglienza che apra le chiese, i conventi, i monasteri, dovunque si presenti l'urgenza del pronto soccorso. È forse tutto questo un atto temerario? Sarebbe tuttavia una provocazione realmente salutare. La Chiesa di fronte allo sfregio di umanità che è costituito dalla criminalizzazione di esseri umani, deve reagire con tutte le forme possibili di protesta, ma soprattutto di accoglienza e di provvidenza». 

 

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