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Fiera d’armi mascherata da mostra dell’economia del mare. L’opposizione ecumenica

Fiera d’armi mascherata da mostra dell’economia del mare. L’opposizione ecumenica

Tratto da: Adista Notizie n° 32 del 20/09/2025

42359 LA SPEZIA-ADISTA. È un ecumenismo dal basso e nel nome del disarmo e della pace quello che vede coinvolto un ampio cartello di associazioni cattoliche ed evangeliche spezzine unite nel contestare la nona edizione di Seafeature, mega-fiera internazionale dedicata all’economia del mare, alla difesa navale e alla sicurezza marittima che dal 29 settembre al 2 ottobre 2025, all’Arsenale militare marittimo della Spezia, riunirà oltre 350 aziende e al momento una cinquantina di Stati: una gigantesca vetrina bellica che, fra yacht di lusso e barche a vela, metterà in mostra tutte le nuove tecnologie per la guerra sui mari. E non è un caso, infatti, che fra gli ospiti attesi al salone organizzato da Italian Blue Growth in collaborazione con la Marina militare e il Segretariato generale della Difesa/Direzione nazionale degli armamenti, ci siano il ministro della Difesa Guido Crosetto – insieme ai colleghi di governo Matteo Piantedosi (Interno), Giancarlo Giorgetti (Economia) e Matteo Salvini (Infrastrutture) – e gli ammiragli Enrico Credendino (capo di Stato maggiore della Marina), Giacinto Ottaviani (direttore nazionale degli Armamenti) e Giuseppe Cavo Dragone (presidente del Comitato militare della Nato).

Seafeature si presenta come «una mostra internazionale che esibisce tecnologie innovative nei settori marittimo, della difesa e del duplice uso» (civile e militare) e si caratterizza per essere una «business opportunity» in cui «gli espositori avranno l’opportunità unica di partecipare a incontri con delegazioni governative estere e rappresentanti delle Marine militari provenienti da tutto il mondo». La presenza delle Marine militari e delle delegazioni nazionali dei vari Stati, quindi, viene considerata come un «fattore chiave» per «soddisfare le richieste del mercato estero della Difesa», favorendo processi di aggregazione e internazionalizzazione «per migliorare la competitività e accrescere la rilevanza complessiva del sistema industriale italiano sul mercato internazionale».

Civile e militare mescolati insieme con un obiettivo chiaro: esporre e vendere armamenti e sistemi d’arma in tutto il mondo, senza tenere in nessun conto la legge 185/90 (che regola l’export di armi made in Italy), denunciano le Acli provinciali, l’associazione Mondo Nuovo Caritas, l’Azione Cattolica della Spezia, l’associazione Betania Amici del Sermig Odv, la Chiesa cristiana evangelica battista e la Chiesa evangelica metodista della Spezia, il Movimento adulti scout cattolici italiani (Masci) e il Movimento dei Focolari. Infatti, spiegano le associazioni, «scorrendo la lista delle rappresentanze rileviamo che, oltre alle dodici tra Marine militari e delegazioni dei Paesi dell’Unione europea, figurano le Marine militari e delegazioni di quattordici Stati che l’Indice di democrazia redatto dalla Intelligence Unit del settimanale The Economist definisce “regimi autoritari” (Algeria, Camerun, Gibuti, Egitto, Etiopia, Mauritania, Azerbaijan, Iraq, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Vietnam, Pakistan e Arabia Saudita) e le Marine militari di otto Stati che lo stesso Indice definisce “regimi ibridi”, cioè regimi autocratici e repressivi (Ecuador, Messico, Perù, Costa d’Avorio, Tanzania, Tunisia, Bangladesh e Turchia). La Somalia, presente a Seafuture con una rappresentanza della propria Marina, non è classificata dall’Economist in quanto fino al 2024 è stato considerata uno “Stato instabile” e dal 1992 al 2023 è stata sottoposta a misure di embargo e restrizioni sulle importazioni di armi e materiali militari, che sono state rimosse dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite solo nel dicembre del 2023». Fra gli invitati anche Israele, che però avrebbe rinunciato a partecipare.

Quindi la metà delle delegazioni degli Stati esteri presenti a Seafeature è costituita da regimi autoritari e autocratici. «Riteniamo che questo sia inammissibile: nonostante questi Paesi non siano oggetto di misure restrittive sui trasferimenti di armi, tecnologie militari e a duplice uso, non dorrebbero essere invitati ad un mostra internazionale finalizzata al commercio di materiali militari», denunciano le associazioni cattoliche ed evangeliche spezzine. «Nelle nostre coscienze e nella nostra visione, il futuro dell’industria navale e del mare non possono continuare a dipendere dalla produzione e dal commercio di sistemi militari sostenuti sottraendo risorse al settore civile. Il Mediterraneo deve essere un ponte di incontro tra i popoli e le culture, tra i centri di ricerca e tutte le realtà interessate a promuovere la tutela del mare, la sostenibilità ambientale, il turismo responsabile e lo sviluppo sostenibile nel rispetto dei diritti delle persone e dei popoli. Rispetto che vediamo negato dalle morti dei migranti in quel mare di cui si vorrebbe tracciare il futuro e dai respingimenti che li riportano nei Paesi dove i loro diritti vengono calpestati mettendone a rischio la loro incolumità e la loro stessa vita».

Pertanto in generale chiedono che «Seafeature ritorni alla sua mission originaria: una manifestazione internazionale dell’area mediterranea dedicata a innovazione, ricerca, sviluppo delle tecnologie civili inerenti al mare, per promuovere la sostenibilità ambientale e sociale». Nell’immediato che le Amministrazioni pubbliche che hanno concesso il Patrocinio a Seafuture (Regione Liguria, Comuni della Spezia, Lerici, Sarzana e Portovenere) lo revochino. E che le scuole non siano coinvolte nell’evento, magari organizzando visite con studentesse e studenti.

«Come associazioni laicali cattoliche e Chiese riformate, impegnate a vivere e testimoniare i valori evangelici di pace e riconciliazione – concludono –, deploriamo il ricorso alla forza per la risoluzione dei conflitti e l’aumento delle spese militari e ci adoperiamo per promuovere la riduzione degli armamenti, la solidarietà tra i popoli e la cultura della nonviolenza». 

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

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