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Il presidente Matterella in visita alla chiesa metodista di Roma

Il presidente Matterella in visita alla chiesa metodista di Roma

ROMA-ADISTA. In occasione delle celebrazioni del 20 settembre, data che ricorda la Breccia di Porta Pia del 1870 e l’avvio della libertà religiosa nella capitale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella visiterà la Chiesa metodista di via XX Settembre a Roma, inaugurato esattamente 130 anni fa, il 20 settembre 1895.

La cerimonia ufficiale si aprirà alle 11, con la presenza del Capo dello Stato aperta dai saluti della moderatora della Tavola Valdese, diacona Alessandra Trotta, del presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (Opcemi), pastore Luca Anziani e della pastora della chiesa metodista di via XX Settembre, Mirella Manocchio. A seguire approfondimenti storici proposti dal Centro di documentazione metodista in Italia e il racconto dell'attualità della chiesa metodista di Roma

Le chiese metodiste valdesi hanno un’Intesa con lo Stato italiano grazie al Patto di integrazione con la chiesa valdese dal 1984, «che ci permette di avere edifici di culto riconosciuti e visibili – ricorda Mirella Manocchio – strumenti di intreccio e incontro con la società, di partecipazione vissuta con il territorio. Crediamo che tale possibilità debba valere per tutte le fedi, molte delle quali sono ancora prive di Intesa: per questo sosteniamo una Legge-quadro sulla libertà religiosa. La chiesa metodista resta una minoranza che vive la laicità in cerca di libertà religiosa per sé e per gli altri, con attenzione alle altre comunità di fede, in continuità con l’apertura di John Wesley, fondatore del metodismo».

La chiesa di via XX Settembre, nello stesso edificio dell’Opcemi, «in occasione della presenza del presidente Sergio Mattarella – ha spiegato il pastore Luca Anziani – ha scelto una valenza pubblica: non un’autocelebrazione, ma la testimonianza di una chiesa che, in 130 anni, ha legato la missione evangelica al patto sociale e democratico. Non è possibile annunciare Gesù Cristo senza incarnarsi nelle vicende e nelle ferite del territorio. È il senso della nostra vocazione: rimanere in dialogo con politica, cultura e società, soprattutto oggi, quando i patti democratici e sociali che hanno costruito l’Europa si stanno drammaticamente incrinando, e pace e giustizia restano priorità».

 

Foto da www.metodistiroma.it

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