
Indignazione, sdegno e appello alle coscienze: l'UBI sostiene Gaza
«L'Unione Buddhista Italiana sostiene Gaza»: la nota dell’Unione Buddhista Italiana (UBI), diramata il 20 settembre scorso, è un deciso atto di denuncia contro il genocidio di Gaza ma anche un grido di dolore di fronte all’odio e alla disumanizzazione che dilagano nella mente e nei cuori, non solo a Gaza, ma anche in altri contesti di guerra e crisi umanitaria, come Ucraina, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Myanmar, Yemen, ecc.
Con lo sguardo fisso sull’operazione dell’esercito israeliano per l’occupazione di Gaza, «l’UBI riafferma il rifiuto dell’odio, che è sempre radice di nuovo terrore e violenza. L’odio alimenta un ciclo distruttivo in cui la giustizia si degrada in vendetta, la difesa si muta in nuova offesa e il dolore genera altro dolore».
Attingendo alla sapienza buddhista e alla triste esperienza del genocidio «dimenticato» del popolo tibetano, «privato della libertà e persino del diritto a narrare la propria esistenza», l’UBI esprime «indignazione consapevole» e «sdegno», invitando a uno slancio di coscienza e sognando un mondo «libero da emozioni distruttive». «L’insegnamento del buddhismo ci invita a risalire alle cause profonde della sofferenza. Ed è da noi stessi che occorre cominciare. Se desideriamo contribuire alla cessazione dei conflitti, dobbiamo coltivare una profonda consapevolezza interiore, rifiutare ogni forma di odio e aggressività, e mantenere al tempo stesso un’indignazione vigile che sappia denunciare il male».
In chiusura della nota, l’UBI «rinnova il proprio impegno per la pace» e rivolge «un appello a tutte le comunità, alle istituzioni e alle coscienze individuali affinché si uniscano in uno sforzo collettivo di solidarietà, educazione e difesa dei diritti umani».
L’UBI è attiva nella Striscia di Gaza già da mesi, collaborando con la Comunità di Sant’Egidio, e sostiene organizzazioni come Medici Senza Frontiere. L’Unione, annuncia la nota, «ha stanziato 500.000 euro dei fondi 8x1000, a testimonianza concreta del proprio sostegno a chi opera per la cura, la dignità e la sopravvivenza degli esseri umani in luoghi di estremo dolore».
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