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Quando il patriarcato non esisteva ancora: ecco perché abbiamo bisogno di ritrovare la Dea

Quando il patriarcato non esisteva ancora: ecco perché abbiamo bisogno di ritrovare la Dea

Tratto da: Adista Documenti n° 35 del 11/10/2025

DOC-3411. TORINO-ADISTA. C’è un silenzio che dura da millenni, quello lasciato dalla voce della grande Dea, quando il cosmo era un grembo e portava dentro di sé il volto della Madre: un volto che rimandava al ciclo vita-morte-vita, che aveva inscritto in sé la stretta unione con il mondo naturale e la sua salvaguardia, che integrava invece di escludere. Poi venne l’epoca degli dèi armati, maschili, dei valori della conquista, della guerra, dello sfruttamento della natura, che fa perdere la preziosa alleanza con essa. La Dea venne ridotta a serpente, a origine del caos, a tentazione. E la narrazione del mondo seguì questa vicenda: le narrazioni, infatti, non sono innocue, modificano la realtà, deviano la storia umana. Nacque il patriarcato. Alla luce di tutto questo, è fondamentale, oggi, in un’epoca di crisi sociale, spirituale, ecologica, ritrovare la voce di quella Dea perduta. È questo l’intento del saggio Perché abbiamo bisogno della Dea di Donatella Signetti (Aragno editore, Torino 2025). Laureata in Storia delle Origini Cristiane all’Università di Torino con una tesi su Gesù e le donne nel Vangelo di Giovanni, docente, giornalista, scrittrice e fondatrice di una scuola di scrittura creativa, Signetti cerca le tracce di questo femminile perduto nella notte dei tempi, ricorrendo alle scienze paleontologiche e archeologiche, ma anche alla letteratura e al cinema di oggi. Perché la voce della Dea, di quella civiltà orizzontale e pacifica dell’antica Europa ha resistito sottotraccia e ora va svelata e recuperata per costruire una nuova narrazione.

Di seguito riportiamo, per gentile concessione dell’editore, la prefazione al libro di Edmondo Lupieri, professore emerito di Nuovo Testamento e Cristianesimo Antico presso la Loyola University di Chicago e Former John Card. Cody Endowed Chair di Teologia presso la stessa Università (e collaboratore di Adista). 

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

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