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Divieto di critica. La Cisl punisce il sindacalista anti-Meloni

Divieto di critica. La Cisl punisce il sindacalista anti-Meloni

Tratto da: Adista Notizie n° 35 del 11/10/2025

42385 ROMA-ADISTA. La Cisl avvia un procedimento disciplinare, che potrebbe portare anche al licenziamento, nei confronti di Francesco Lauria, incaricato di formazione europea e dei corsi per contrattualisti presso lo storico Centro studi Cisl di Fiesole (Fi) – nato nel 1951 negli anni della segreteria di Giulio Pastore – e responsabile della progettazione europea presso la Cisl nazionale, nonché autore di importanti monografie, fra cui Le 150 ore per il diritto allo studio. Analisi, memorie, echi di una straordinaria esperienza sindacale, Edizioni Lavoro, 2012 e Sapere Libertà Mondo. La strada di Pippo Morelli, Edizioni Lavoro, 2021 (v. Adista Notizie, n. 30/21).

Al di là delle microcontestazioni formali che gli vengono addebitate, la colpa sostanziale di Lauria sarebbe quella di aver espresso pubblicamente delle critiche all’infatuazione per la premier Giorgia Meloni e per il suo governo da parte del sindacato di via Po (è un dato di fatto che Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl fino a febbraio 2025, è attualmente sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega per il Sud) e in generale per lo slittamento a destra della Cisl, sempre più lontana dalla vocazione autenticamente popolare e sociale che ha caratterizzato per decenni il sindacato di ispirazione cattolica.

Lo snodo centrale è legato alla (mancata) pubblicazione della nuova edizione del volume di Guido Baglioni (professore emerito di Sociologia all’università di Milano Bicocca), La lunga marcia della Cisl 1950-2010, uscito con nel 2011 con il Mulino. Edizioni Lavoro, storica casa editrice della Cisl, acquista i diritti per una nuova edizione ampliata e aggiornata, e la segreteria generale del sindacato incarica lo stesso Lauria di affiancare Baglioni per supportarlo nel lavoro. «Alla consegna della bozza, alcune minime critiche al governo Meloni, peraltro nella parte del libro scritta da Baglioni e non da me, hanno fatto bloccare la pubblicazione», spiega Lauria in un’intervista a Report Pistoia (22/09). «Avevamo anche cancellato le minime critiche alle politiche di Giorgia Meloni, ma non è bastato, ormai eravamo “marchiati”». L’episodio di “lesa maestà” della premier amica fa sì che Lauria venga messo sotto osservazione dalla dirigenza del sindacato, che dopo le dimissioni di Sbarra è guidato dalla nuova segretaria Daniela Fumarola, nei confronti della quale – va detto – Lauria ha espresso severe critiche. «È vero – ammette parlando ancora con Report Pistoia –. In un articolo ho rispolverato le “storiche” intercettazioni di quando lei era segretaria generale della Cisl di Taranto e si faceva dettare dall’Ilva dei Riva chi doveva far eleggere segretario della categoria dei metalmeccanici. Le ho riprese, però, dal sito di Repubblica, non dal dark web».

La conseguenza è una lunghissima lettera di «contestazione disciplinare», datata 15 settembre, nella quale vengono addebitati a Lauria 25 peccati, estrapolati per lo più da messaggi privati inviati tramite WhatsApp, da una conversazione registrata a sua insaputa (durante la quale peraltro si discuteva delle eventuali dimissioni spontanee di Lauria dalla Cisl) e da post su Facebook, come ad esempio la comunicazione anticipata, «senza alcuna preventiva autorizzazione e con tanto di fotografie del locale, della riapertura presso il Centro studi della Cisl della sala giochi nonostante l’evento fosse stato destinato a inaugurazione formale»: una sorta di spoiler del ritorno del biliardino in una stanza della sede del Centro studi di via della Piazzuola (la «contestazione disciplinare» firmata dalla segretaria generale Fumarola e la risposta di Lauria sono integralmente leggibili sul portale web indipendente Sindacalmente, sindacalmente.org, alla pagina “Fumi neri di Fumarola”.

Siamo «rimasti sgomenti dal livello generale dell’azione da Lei (Fumarola, ndr) e dalla Cisl intentata nei confronti di una persona proficuamente attiva, anche a livello internazionale, nella confederazione da oltre venti anni», si legge in una lettera alla segretaria della Cisl firmata fra gli altri da Romano Prodi e dai sociologi Gian Primo Cella e Bruno Manghi (entrambi impegnati a lungo nella Cisl, in particolare nella Fim di Pippo Morelli e Pierre Carniti degli anni 60-70). «Dalla lettura degli atti – prosegue la lettera –, riteniamo che utilizzare addirittura degli spezzoni di una, ci dicono civile, riunione conciliatoria per muovergli numerosissime contestazioni disciplinari, tutte nel campo delle idee (giuste o sbagliate che siano), appare un atto abnorme, non degno di un grande sindacato riformista, quale è, ed è sempre stata la Cisl che noi conosciamo, alla quale abbiamo appartenuto o che abbiamo incontrato, nel caso di diversi di noi, fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso». Ma non è l’unica lettera arrivata a via Po: a difesa di Lauria si sono schierati ex sindacalisti (come Savino Pezzotta e Giorgio Benvenuto, già segretari generali della Cisl e della Uil), docenti universitari che hanno collaborato con Lauria e storici del movimento cattolico come Carlo Felice Casula.

Il prossimo 9 ottobre Lauria è convocato con il suo avvocato a via Po, sede nazionale della Cisl, ai sensi dell’articolo 7 dello Statuto dei lavoratori, ovvero «sanzioni disciplinari», passaggio obbligatorio previsto dalla legge per un eventuale licenziamento. Sarebbe gravissimo se Lauria dovesse perdere il posto di lavoro per un “reato di opinione”. La Cisl invece perderebbe la propria anima, avendo abiurato la propria storia.

*Foto da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza

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