IL PARADOSSO DEL CELAM: PARLARE DI DISCEPOLATO SENZA DIRE NULLA DI GESÙ
Tratto da: Adista Documenti n° 80 del 11/11/2006
DOC-1795. ROMA-ADISTA. Voleva essere un invito a tutte le comunità del Continente a contribuire alla preparazione della V Conferenza dell'episcopato latinoamericano (in programma ad Aparecida, in Brasile, nel maggio del 2007), ma il Documento di Partecipazione diffuso dal Celam (Consiglio episcopale latinoamericano) nel settembre 2005 ha provocato reazioni decisamente negative, apparendo a molti del tutto estraneo al cammino della Chiesa latinoamericana iniziato con la Conferenza di Medellín nel 1968 (v. Adista n. 62/06). Tra le tante voci critiche, il teologo della Liberazione José Comblin si è soffermato in particolare sul capitolo del Documento volto ad approfondire, come si legge nell'introduzione al testo del presidente del Celam, l'arcivescovo di Santiago del Cile Francisco Javier Errázuriz Ossa, "il contenuto biblico e teologico della nostra condizione di discepoli e missionari". E grande è lo sconcerto di Comblín nel prendere atto che "i teologi che hanno preparato questo testo sono riusciti a scrivere un intero capitolo sul discepolato senza menzionare mai l'attività di Gesù": non è dato sapere, insomma, "cosa i discepoli apprendano da Gesù"; nulla viene detto sul suo messaggio, sulla sua pedagogia, sulla cultura del suo tempo.
Di seguito il testo del teologo, in una nostra traduzione dallo spagnolo.
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