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NUOVO ASSISTENTE GENERALE DELL'AZIONE CATTOLICA: "FEDELE ALLA LINEA"

Tratto da: Adista Documenti n° 54 del 21/07/2007

21636. ROMA‑ADISTA. Mons. Salvatore De Giorgi, fino a pochi giorni fa vescovo di Taranto, è il nuovo assistente generale dell'Azione Cattolica Italiana. Ne ha dato annuncio mons. Camillo Ruini, segretario della Conferenza Episcopale Italiana, venerdì 2 febbraio. Dall'8 di ottobre del 1989 la carica di assistente generale dell'ACI era coperta "pro‑tempore" dallo stesso mons. Ruini, dopo che mons. Antonio Bianchin aveva dovuto abbandonare l'incarico per una grave malattia.
Come noto, da tempo l'Azione Cattolica è sotto "vigilanza speciale" da parte del Vaticano e della dirigenza della CEI: dopo la VI assemblea, che aveva segnato la vittoria dei "monticoniani", fu sostituito l'allora assistente generale mons. Fiorino Tagliaferri, e fu nominato mons. Bianchin con il preciso incarico di riportare l'associazione ad una maggiore "obbedienza" e remissività. Bianchin, non potendo o non riuscendo a intervenire sui dirigenti laici dell'ACI, fece sostituire tre assistenti di settore, considerati troppo vicini a Monticone: don Ignazio Sanna, del settore giovani; don Francesco Vitari, dell'ACR e don Paolo Rabitti. Ma di mons. Bianchin, spesso maldestro nei suoi interventi "normalizzatori", non molti furono contenti nelle alte sfere.
La nuova nomina di mons. De Giorgi, considerato un moderato, allineato sulla attuale linea della Cei e in particolare di mons. Ruini, si colloca in questo contesto.            Mons. De Giorgi (...) in seno alla Cei è attualmente membro della Commissione per la Dottrina della Fede e la Catechesi. Nella diocesi di Taranto si è fatto la fama di "accentratore" con grandi capacità organizzative. Noto per le sue posizioni di chiusura verso i temi della pace e del disarmo, ha avuto diversi scontri con i gruppi diocesani di Pax Christi, cui imputava un eccessivo coinvolgimento in questioni considerare "non ecclesiali". Quando, un paio di anni fa, nacque a Taranto il Comitato per la smilitarizzazione della città che protestava contro l'apertura del porto all'attracco di navi della Nato, mons. De Giorgi costrinse la Caritas diocesana ad abbandonare il suo impegno e coinvolgimento nella questione. Nella Conferenza episcopale pugliese, inoltre, è stato ‑ insieme con mons. Cosmo Ruppi, vescovo di Lecce ‑ uno dei più ferrei oppositori delle proposte e delle idee di mons. Tonino Bello, presidente nazionale di Pax Christi, che in passato aveva ispirato alcune coraggiose prese di posizione dei vescovi baresi. A fianco di queste chiusure, però, molti hanno notato anche una sua certa sensibilità su alcuni temi di urgenza sociale: in passato ha preso posizione sulla lotta alla disoccupazione e sulla crescita della criminalità e della violenza nella città pugliese. E in diocesi sono note anche le sue frequenti visite ai carcerati e alle comunità terapeutiche per il recupero dei tossicodipendenti tarantini.
(da Adista n. 11/90)

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