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INCULTURAZIONE, LAICI, SACERDOTI SPOSATI: UN SINODO CHE SCOTTA

Tratto da: Adista Notizie n° 71 del 20/10/2007

29579. ROMA-ADISTA. Dopo la relazione d'apertura (vedi notizia precedente) l'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per l'Oceania ha dato il via agli interventi dei padri sinodali. Molti i temi affrontati, spesso scottanti, e dense le comunicazioni. Ma ciò che più sorprende è la modalità di espressione: i vescovi non temono di guardare realisticamente la verità in faccia, di porre domande talvolta scomode, di sollevare questioni difficili. Di seguito, alcuni stralci fra i più significativi degli interventi dei vescovi nei primi giorni dei lavori.

 

Card. Pio Taofinu'u, arcivescovo di Samoa-Apia (Samoa)

I maestri nella Chiesa devono continuare con rinnovata energia a perseguire un'umiltà spirituale e intellettuale che porti a riconoscere la validità naturale di tutte le culture, a rinunciare all'artificiale superiorità del modello culturale occidentale, a separare gli aspetti culturali nell'espressione della fede da ciò che è essenziale alla fede, affinché tutte le culture possano nel prossimo millennio udire chiaramente e nell'unità la Parola di Dio e affiché noi possiamo veramente "seguire la via di Gesù Cristo".

Il processo è difficile e impegnativo poiché, naturalmente, non vi può essere "inculturazione" senza "exculturazione". L'unità nella diversità, come chiedeva san Paolo, non si potrà mai raggiungere attraverso l'uniformità e la conformità. (...). L'uniformità rigida e acritica del rituale o la conformità imposta con norme culturali estranee e non essenziali, o, peggio ancora, con mere norme burocratiche, sono nemiche dell'unità.

Mons. John Atcherley Dew, vescovo titolare di Privata, ausiliare di Wellington (Nuova Zelanda)

Gesù ci dice "Siete il sale della terra, la luce del mondo". Diciamo ai nostri popoli, con le nostre parole e azioni, che essi sono "il sale della terra, la luce del mondo"? Se così non è, come possiamo aspettarci che restino?

Dobbiamo usare una lingua che parli al loro spirito, che li nutra e dia loro speranza. Vano sarebbe parlare di Dio, informarli, dir loro semplicemente cosa devono fare. (...) Il mondo non verrà cambiato dalle idee, dalle parole, dai sermoni o dai libri. Il mondo sarà cambiato dalla testimonianza di vite sante.

Mons. Peter James Cullinane, vescovo di Palmerston North (Nuova Zelanda)

Molti vivono la Chiesa come un labirinto di dottrine, leggi, doveri e consuetudini che possono apparire slegati, forzosi e impersonali. Quando questa diventa la loro esperienza e percezione predominante della Chiesa, quest'ultima non li trattiene più. Cercheranno Cristo persino senza la Chiesa. Abbiamo bisogno di un'immagine chiave della Chiesa che offra coesione e un tocco di semplicità a ciò che altrimenti sembrerebbe complesso e burocratico.

Mons. Michael John Malone, vescovo di Maitland?Newcastle (Australia)

Nella nostra regione abbiamo ottenuto l'indipendenza politica, economica e culturale. Perché non aspettarci l'indipendenza religiosa? Anche se la Chiesa è universale per vocazione e missione, essa assume espressioni e aspetti diversi in ciascuna parte del mondo. In Australia e in Oceania cerchiamo una Chiesa che incoraggi e stimoli la diversità.

Mons. Owen John Dolan, vescovo coadiutore di Palmerston North (Nuova Zelanda)

I sacramenti sono la ricchezza della Chiesa e devono essere trattati con riverenza e rispetto. Le leggi della Chiesa hanno il fine di garantire tutto ciò. Le leggi sono comunque mutevoli e devono essere rinnovate di tanto in tanto perché non inibiscano l'uso dei sacramenti.

Dobbiamo rivedere le leggi:

a) riguardo alla riammissione ai sacramenti delle persone che hanno contratto un matrimonio non valido. (...);

b) la riconciliazione è il primo passo per ritornare nel grembo della Chiesa. È un passo che richiede coraggio. Occorre far sì che non sia troppo difficile per le persone. La misericordia e il perdono di Dio devono essere facilmente conseguibili sacramentalmente;

c) la Chiesa insegna giustamente che una comunità ecclesiale non è completa se non ha accesso all'Eucaristia, cuore e centro della vita cattolica. Dobbiamo forse riesaminare le discipline che limitano il sacerdozio ai soli celibi? Vi è una tradizione nella Chiesa di ordinare uomini sposati. (...)

(da Adista n. 87/98)

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