IL PD, UNO STRUMENTO UTILE PER "RIMESCOLARE" LAICI E CATTOLICI Intervista a Domenico Rosati
Tratto da: Adista Documenti n° 22 del 15/03/2008
Come valuti, nel processo di nascita del Pd, la gestione forte della leadership da parte di Veltroni, sul modello americano? Il giudizio è positivo nelle condizioni date. Mi pare che il ricorso all’esercizio della leadership sia, più che un riflesso americano, un dato di necessità. Un partito ancora embrionale non nasce vivo se non ha una mamma robusta. L’e-mergenza, poi, non consente di andare per il sottile anche se non tutti sono lieti di come Veltroni si comporta. Della serie: prima vinciamo e poi… All’interno del Pd è determinante la presenza di una variegata componente cattolica. Su quali temi e con quali risultati si giocherà la scommessa di un’eventua-le alleanza tra Pd e mondo cattolico? Non vedo un’alleanza tra Pd e mondo cattolico, né l’idea mi affascina. Né sarei entusiasta di una corrente cattolica nel Pd. Sono un fautore dell’idea del "Paese rimescolato", cara ad Aldo Moro. In un partito non confessionale e non ideologico devono esistere possibilità per ogni figura ed ogni cultura di giocare i propri talenti nella ricerca del massimo bene umano possibile. Diversa cosa è il pretendere rispetto e non discriminazione da parte dei vescovi. Come valuti la presenza delle gerarchie ecclesiastiche nel mondo della politica? Per un vecchio elefante come me nessuna meraviglia. Penso che l’ultima cosa da chiedere ai vescovi sia il silenzio o, peggio, i pronunciamenti a sostegno. Il Vangelo è per tutti e tutti interroga. Dopo il Concilio e la fine della Dc è interesse della gerarchia riuscire a parlare a tutto il popolo di Dio senza diaframmi e senza mediazioni partitiche. Tutto dipende dal tono e dalla misura dei pronunciamenti. Quelli della Cei entrano spesso nelle tecniche della legislazione e configurano il cattolico in politica come non abilitato a muoversi a tutto campo. In tal modo le responsabilità politiche si trasferiscono sui vescovi. E questo fa male alla Chiesa. L’agenda politica dei vescovi influenza le decisioni di voto degli elettori? Secondo te, la gente si preoccupa così tanto di seguire le indicazioni della Chiesa? Credo di no. A meno che non si ricorra all’espediente di sommare il peso dei cattolici a quello degli assenteisti, come è accaduto nel referendum sulla procreazione assistita. Sui valori prevale un atteggiamento difensivo anziché promozionale. Come vive l’elettore cattolico l’attuale ridefinizione degli schieramenti in Parlamento? Cosa pensi del partito di Pezzotta e Tabacci (La Rosa Bianca)? Sul primo punto c’è curiosità e attenzione. Forse potrà "scongelare" un po’ di assenteismo. Ma c’è da fare un grosso lavoro di riqualificazione politica a partire dalla rieducazione alla Costituzione. Rispetto al secondo punto della domanda, non credo sia più possibile separare Pezzotta da Casini, visto che hanno fatto alleanza. Lo spazio per il centro dipende dalla funzione che il centro si assegna. La Dc usava il centro per… guardare verso sinistra. Dove guardano Casini e Pezzotta? (g. p.)
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