AIUTARE CHI È INDEBITATO INNANZITUTTO
- Crisi economica
Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 3 del 03/01/2009
Negli Stati Uniti venivano erogati mutui per la casa a persone “non bancabili” (per un volume totale superiore agli 1,3 trilioni di dollari…). Di qui la crisi.
Le soluzioni proposte finora sono orientate a curare le conseguenze e non le cause. Nel migliore dei casi, il loro obiettivo è ridare fiducia al mercato con un sistema di fondi di garanzia (che si spera non saranno interamente consumati) o, nel peggiore dei casi, quello di salvare questo o quell’altro attore coinvolto. Il secondo tipo di operazioni pone oneri ingenti sulle finanze pubbliche mentre le Banche Centrali si trasformano in banche ordinarie e sono costrette ad accettare una parte dei “titoli tossici” posseduti dagli intermediari finanziari pur di ridare liquidità al sistema. Intanto la paura paralizza tutti: i depositanti che si fidano a stento delle banche e le banche stesse che non si prestano più i soldi tra di loro e sono renitenti a prestare soldi alle imprese temendo il deterioramento del proprio portafoglio crediti in un’economia ormai in recessione.
Tra le varie soluzioni proposte ne è stata dimenticata forse una potenzialmente efficace: rendere nuovamente solvibili i mutuatari.
A questo proposito è necessario che una parte delle risorse messe in campo sia utilizzata per creare un fondo da utilizzare all’uopo. Chi non è ancora fallito – secondo stime attendibili il 20 percento del totale – deve essere messo in condizione di pagare (riducendo la rata del mutuo o coprendo con soldi pubblici la parte di interessi che il soggetto non è in grado di pagare). Ma che fare con i clienti falliti le cui abitazioni sono diventate di proprietà delle banche o messe all’asta e vendute a terzi? Si potrebbero riacquistare le seconde e darle in affitto ai vari mutuatari a prezzi calmierati. La spesa in questo caso sarebbe ingente, ma rappresenterebbe un investimento che potrebbe consentire guadagni in conto capitale quando il mercato si riprenderà e i valori saranno superiori a quelli odierni.
Una volta tanto equità ed efficienza potrebbero andare di pari passo. Invece del salvataggio diretto delle banche con l’acquisto dei titoli tossici (un intervento tappabuchi che comporta l’esborso di somme ingenti e che costringe ad inseguire una o l’altra situazione di dissesto) è molto più efficace e corretto andare all’origine e rimettere in piedi i mutuatari “riavvolgendo il nastro” della crisi.
Il mercato ha bisogno di segnali per invertire la rotta. Quale miglior segnale del fatto che il problema del merito di credito dei mutuatari non c’è più ?
Ad evitare il problema di azzardo morale, ovvero di coazione a riproporre la situazione attuale in futuro contando sul salvataggio pubblico, basterebbe sancire l’eccezionalità dell’intervento.
Il testo integrale è sul sito www.benecomune.net •
*Professore Straordinario di Economia Politica presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
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