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“IRREGOLARITÀ E MENZOGNE” SULL’ABORTO DELLA BAMBINA BRASILIANA. LA DESTRA CATTOLICA AL CONTRATTACCO

Tratto da: Adista Notizie n° 34 del 28/03/2009

34916. ROMA-ADISTA. Dilaga sul web, a proposito della bambina brasiliana che ha abortito due gemelli frutto dello stupro del patrigno (v. notizia precedente), la sconcertante opinione di tal Alberto R. S. Monteiro, implacabile oppositore di qualsiasi legge che depenalizzi l’aborto, definito sul blog del caporedattore del Resto del Carlino, Massimo Pandolfi, “uno dei massimi esperti americani di America Latina” (nonostante altre ricerche on-line non confermino questa qualità). L’agenzia della destra cattolica più conservatrice Aciprensa, con base in Perù,  la riporta con massima evidenza.

“Un analista [Alberto R. S. Monteiro] ha spiegato ad Aciprensa – vi si legge – che dietro gli attacchi contro l’arcivescovo di Recife, mons. José Cardoso Sobrinho, c’è l’impellenza di nascondere gravi irregolarità nell’aborto praticato alla bambina di 9 anni”, deviando “l’attenzione dell’opinione pubblica”. L’irregolarità consisterebbe, secondo Monteiro, nell’aver sottratto la bambina alla potestà paterna (per l’aborto terapeutico di minori serve anche in Brasile il consenso dei genitori), cioè - è bene precisare - a quel ‘padre’, che padre non è perché patrigno, che l’ha stuprata per 3 anni e infine messa incinta. Il ‘padre’ - è la versione di Monteiro - non voleva che la ‘figlia’ abortisse e si è rivolto al vescovo di Pesqueira (diocesi cui appartiene Alagoinha, dove vive la bambina), mons. Francesco Biasin. Così sollecitato, il vescovo ha inviato un’équipe di medici e psicologi perché assistessero la bambina. Non l’hanno trovata perché trasferita ad altro ospedale dalla madre, “convinta - continua Aciprensa - dai rappresentanti della ong Grupo Curumin che l’interruzione della gravidanza fosse urgente”. Di conseguenza il ‘padre’ non ha più potuto comunicare con la ‘figlia’. “Per l’analista - si legge ancora su Aciprensa - la menzogna più ripetuta in questo caso è stata il preteso rischio di morte della bambina incinta. ‘La bambina non è mai stata a rischio di morte. In Brasile si registrano 30mila gravidanze in bambine minori di 14 anni e non un solo conseguente caso di morte quando si offre loro controllo prenatale e parto cesareo’”.

La notizia di Aciprensa si chiude con la seguente ulteriore “analisi” di Monteiro: “Il governo Lula è disposto a incrementare il numero degli aborti legali ricorrendo a tutti gli abusi e menzogne come quelle che si sono commesse con la bambina di 9 anni di Recife. Non si fermeranno di fronte a niente e continueranno a parlare di falsa scomunica della bambina [la quale non è stata scomunicata, ma è vero che si è detto anche questo, ndr] per abusare impunemente di donne povere, anche di piccole bambine cadute in disgrazia”. (eletta cucuzza)

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