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NON SOLO LIBIA. A VENEZIA, “RESPINGIMENTI” INDISCRIMINATI DI IMMIGRATI VERSO LA GRECIA

Tratto da: Adista Notizie n° 55 del 23/05/2009

35011. VENEZIA-ADISTA. Italia e Grecia violano i diritti fondamentali dei migranti. Con quest’accusa, già alla fine dell’aprile scorso, la Corte europea dei Diritti umani, accogliendo i ricorsi di 35 migranti afghani e sudanesi respinti al porto di Venezia e rispediti in Grecia, ha avviato un procedimento contro il governo italiano e il governo greco.

“È un passo importantissimo verso la possibilità che si ripristini la legalità e il rispetto dei diritti alla frontiera del porto di Venezia”, ha commentato la rete di associazioni veneziane “Tuttiidirittiumanipertutti” (che comprende, tra gli altri, Emergency, Mani Tese, la sezione territoriale di Pax Christi) che da mesi denuncia quanto avviene a Venezia nel totale silenzio mediatico. “Le persone che raggiungono il porto di Venezia e gli altri porti dell’Adriatico - si legge in un comunicato diffuso dalla rete il 29 aprile -, quando intercettate dalla polizia di frontiera, vengono il più delle volte respinte senza formalità, non ricevono un provvedimento argomentato, scritto e tradotto, non incontrano un avvocato né personale civile, vengono chiusi in una cabina a bordo della stessa nave sulla quale si erano nascosti per cercare di raggiungere l’Italia e fare richiesta di asilo, diritto fondamentale che viene in tal modo negato in dispregio della normativa nazionale, internazionale e comunitaria”.

“Queste persone - continua il comunicato -, come dimostrano le cifre ufficiali dei respingimenti fornite dalla stessa autorità portuale, vengono così rimandate in Grecia, Paese rispetto al quale l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e Amnesty International hanno chiesto di sospendere i respingimenti poiché non garantisce in alcun modo il diritto d’asilo, per essere soggette ad altre arbitrarie detenzioni e trattamenti inumani e degradanti. Di loro non resta traccia scritta e documentata”.

Per permettere a queste persone di uscire dall’invisibilità e poter denunciare quanto sta avvenendo, una delegazione della rete si è recata, in febbraio, a Patrasso. “Abbiamo trovato una situazione disperata”, dichiarano le associazioni: situazione ampiamente documentata dalle immagini proiettate durante l’assemblea cittadina “Fronte del Porto”, tenutasi a Mestre il 31 marzo scorso alla presenza del sindaco Massimo Cacciari.

“Questi respingimenti - dichiara Alessandra Sciurba, portavoce della Rete rispetto al tema del diritto d’asilo - sono tutti avvenuti ‘senza formalità’, non rispettando alcuna delle leggi che dovrebbero regolare il comportamento dei rappresentati dello Stato di fronte alla presenza di persone che richiedono asilo o, in ogni caso, di esseri umani che devono comunque vedersi riconosciuti, in ogni circostanza, i propri diritti fondamentali”. “Respingere dall’Italia può voler dire respingere direttamente verso la morte o la tortura”.

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