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Lettera di Pax Cristi Solo il sentiero della Costituzione garantisce la pace

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 66 del 13/06/2009

Mentre a Roma, lungo via dei Fori Imperiali, sfilavano 6mila soldati delle Forze armate per la tradizionale parata militare del 2 giugno, gli aderenti a Pax Christi hanno celebrato la festa della Repubblica a Monte Sole (l’area dell’Appennino emiliano teatro di numerose strazi nazifasciste, fra cui, la più efferata, quella di Marzabotto, nell’ottobre del 1944), nel nome della Costituzione, per ribadire che, contro ogni revisionismo e mistificazione storica, Resistenza partigiana e Costituzione della Repubblica sono fra loro indissolubilmente legate.

È stato infatti inaugurato – grazie soprattutto all’impegno dei punti pace di Bologna e Reggio Emilia, che in un anno di lavoro hanno coinvolto anche gli Enti locali e il Club alpino italiano (Cai di Bologna) – il primo tratto del “sentiero della Costituzione”: dodici cartelli di legno con i primi dodici articoli della Costituzione, quelli dei “principi fondamentali”, lungo un percorso di montagna di circa cinque km che parte da Vado (una frazione di Monzuno - Bologna) e arriva fino a San Martino, tutto all’interno del parco storico di Monte Sole. Nel prossimo futuro il “sentiero” verrà completato: 139 cartelli, uno per ogni articolo della Costituzione del 1948, lungo un tracciato di cento chilometri che da Monte Sole attraverserà l’Appennino tosco-emiliano fino a Barbiana, nel Mugello, luogo dell’esilio di don Lorenzo Milani.

“Il nostro è un movimento per la pace, nato nei campi di prigionia della seconda guerra mondiale, per scongiurare l’avvento di nuovi conflitti armati e provare a costruire un mondo più umano, nella convinzione che la promozione della pace sia l’essenza del lieto annuncio evangelico”, si legge nella lettera inviata da Pax Christi al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per l’inaugurazione del sentiero. “Le nostre radici sono lì, intrecciate con quelle stesse radici che hanno portato alla nascita della nostra Costituzione e della nostra Repubblica.

Guardiamo “alla nostra Carta costituzionale e alle nostre Istituzioni, pagate col sangue, il coraggio e il dolore di un’intera generazione, con grande rispetto e profonda gratitudine”, prosegue la lettera. “La costante delegittimazione degli organi istituzionali promossa da loro alti rappresentanti, a partire dal presidente del Consiglio che, purtroppo, si accompagna alle parole arroganti di numerosi, troppi, esponenti politici, da tempo ci preoccupa e ci vede impegnati come movimento nella promozione di una cultura fondata sul rispetto delle persone, in cui la critica, anche aspra e accesa, sia davvero legata alla passione per il bene comune e per la creazione di un tessuto sociale sempre più in grado di riconoscere e accogliere tutte le persone e le espressioni democratiche della società civile”.

Il premier Berlusconi è, secondo Pax Christi, il massimo responsabile della delegittimazione della Costituzione: “La conclusione del processo Mills e l’impossibilità di procedere contro il presidente del Consiglio per effetto del ‘lodo Alfano’ hanno provocato un altro duro colpo all’articolo 3 (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali), che costituisce uno dei punti di riferimento del nostro agire per la pace. La definizione del nostro Parlamento come ‘pletorico, inutile se non dannoso’, dopo che già si era ventilata l’idea che nel Parlamento dovessero votare solo i capi gruppo; l’immagine dell’Italia come un’azienda che per essere governata necessita solo di un consiglio d’amministrazione, con pieni poteri al presidente del Consiglio, equiparabile ad un amministratore delegato; l’attacco alla Magistratura, ai presunti ‘grumi eversivi’ annidati al suo interno (...), ci spingono a scrivere a Lei, massimo garante del nostro ordinamento, con cui desideriamo condividere la nostra preoccupazione e insieme chiederLe di attivare quanto è in suo potere per ridare autorevolezza e doveroso rispetto alle istituzioni”.

Conclude il testo, con preoccupazione: “Temiamo una deriva autoritaria e totalitaria secondo la logica del nemico che alimenta la paura, eccita gli animi al peggio, diffonde modelli di violenza, prepara le guerre”.

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