
Giubileo e persone Lgbq+: intervista della Tenda di Gionata a Diego Passoni
Diego Passoni, attivista e nota voce del programma radiofonico Radio Deejay ha rilasciato un'intervista all’Associazione “La Tenda di Gionata”, l’unica realtà impegnata nell’accompagnamento pastorale delle persone omoaffettive presente nel calendario ufficiale degli eventi giubilari, in vista della partecipazione dell’Associazione al prossimo Pellegrinaggio Giubilare del 5 e 6 settembre a Roma.
In particolare, alla domanda sulla novità costituita dal pellegrinaggio giubilare delle persone Lgbtq+ che è stato inserito ufficialmente tra gli
eventi segnalati dalla segreteria del Giubileo e su come interpretare questo segno di apertura Passoni risponde: "Devoo essere sincero? Nutro molte riserve. Tuttavia, sono ottimista perché so che la ricchezza delle storie delle persone queer nel cristianesimo è vivida, e riluce di accoglienza, condivisone e autentiche
chiamate". Spiega poi: "E per quanto diffidi della sincera volontà della Curia di ascoltare, di obbedire a quel “venite e vedete”, credo fermamente che ogni occasione sia buona per far sentire le nostre voci, far vedere i nostri corpi, dichiarare i nostri amori e, soprattutto, la nostra fede in quel Gesù che è venuto per tuttə. Anzi,
credo che senza vergogna dovremmo proprio alzarla la nostra voce, essere chiassosə, fare casino, essere fragorosə in un’esplosione di gioia che troppo spesso ci chiedono di addomesticare, aspettandosi una nostra mansuetudine nell’attesa dei “tempi lunghi” della chiesa.
Ma scusate, io la Chiesa la devo scuotere, se vedo che sta sbagliando, se sta rifiutando proprio chi arriva come una benedizione. Cosa devono aspettare le persone? E quanto tempo la Chiesa prima di entrare nella sua funzione? La nostra questione è il nuovo Galileo".
E se le persone Lgbtq+ non possono "aspettare 350 anni perché ci venga chiesto scusa", oggi come allora "si è negata l’evidenza del sistema solare, oggi si continua a negare la parità fisica, psichica ed emotiva tra uomo e donna, al di là delle differenze biologiche, e la presenza in natura di omosessualità e transessualità.
Le evidenze sono tali per cui accampare ragioni che escludano le donne dai ministeri è insostenibile nel 2025, così come l’idea di purgatorio, inferno, indulgenze, e anche il concetto stesso di vita risorta, oggi andrebbero coraggiosamente riscritte alla luce delle consapevolezze che abbiamo.
Ecco perché la riforma è la mia casa: non una denominazione diversa, ma il decoder diverso con cui leggere il presente, il reale. Anziché negarlo, la nostra presenza nelle chiese, è solo il simbolo visibile della necessità di una rivoluzione più grande, che arriva fino alla decostruzione colonialista del cristianesimo, che tanto male ha fatto nei secoli e tanto sangue innocente ha sparso ( i primi a invaderla, la Palestina, chiamandola la terra santa – intesa, la nostra- siamo stati noi cristiani di Occidente!) e anche l’idea di dominazione della specie umana sulla natura, anziché di interconnessione responsabile, e di custodia di ciò che abbiamo solo ricevuto in prestito".
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