ANCORA “CROCIFISSO” DALLA CENSURA ECCLESIASTICA IL GESÙ DI PAGOLA
Tratto da: Adista Notizie n° 19 del 06/03/2010
35477. MADRID-ADISTA. Il libro di mons. José Antonio Pagola, Jesus. Aproximación historica (in Italia, Gesù. Un approccio storico, Borla, 2009) non è più disponibile: la casa editrice Ppc (dei religiosi marianisti), che lo ha editato, lo sta ritirando da tutte le librerie. La notizia è stata diffusa dall’agenzia InfoCatolica il 22 febbraio scorso, che ha aggiunto di aver saputo da più fonti che “la casa editrice avrebbe preso tale decisione su indicazioni di parte della gerarchia cattolica”. L’agenzia ha anche ventilato anche che “il ritiro del libro dalla circolazione potrebbe essere d’aiuto per evitare un intervento immediato della Santa Sede”.
L’opera di mons. Pagola - vicario episcopale della diocesi di San Sebastián fino al 2000, ora direttore dell’Istituto di Teología y Pastoral della diocesi - è giunta alla nona edizione, con un venduto di 60mila copie.
Lo straordinario successo dell’opera di Pagola, apparsa sul mercato editoriale nel 2007, è andato di pari passo con una vita assai travagliata: pubblicato dalla Ppc senza uno specifico nulla osta, segnato a dito da vari vescovi (perché causa di “confusione fra i fedeli semplici”, poiché presenta una frattura fra “il Gesù della storia e il Gesù della fede”), oggetto di una Nota di chiarificazione e censura della Commissione Episcopale Spagnola per la Dottrina della Fede (libro “dannoso”, perché “finisce per delegittimare l’insegnamento della Chiesa”), difeso a spada tratta da tanti insigni teologi e, soprattutto, dall’allora vescovo di San Sebastián mons. Juan María Uriarte. Il quale, prima che fosse emessa la Nota episcopale, aveva ottenuto da Pagola una revisione del testo con alcuni “ritocchi”, e a questa nuova versione il 18 giugno 2008 aveva dato – dopo una lettura affidata ad una commissione qualificata – il nihil obstat (v. Adista nn. 7, 24, 51 e 65/08; 61/09).
L’edizione rivista è però rimasta nei magazzini della Ppc su espressa richiesta di Uriarte, attento a non agitare troppo le acque nel momento in cui egli, sulla soglia del pensionamento, doveva passare il testimone, il 9 gennaio scorso, ad un nuovo vescovo (la nuova edizione ha comunque visto la luce in Spagna in versione catalana, per la Claret, editrice legata ai religiosi claretiani, e in euskera, per la Idatz, casa editrice diocesana di San Sebastián). Sicché ora le ‘pressioni gerarchiche’ agite sulla Ppc per il ritiro dal mercato del libro di Pagola suonano come un’ulteriore sconfessione delle linee pastorali di mons. Uriarte, poco tollerato all’interno di un episcopato, quello spagnolo, soprattutto conservatore. Tanto più se tali pressioni dovessero provenire dal nuovo vescovo di San Sebastián, quel mons. José Ignacio Munilla contestato dai sacerdoti della diocesi ancor prima che vi mettesse piede proprio perché considerato dissidente dalle linee pastorali di Uriarte (v. Adista nn. 129/09 e 8/10). (eletta cucuzza)
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