VENETO: COMUNIONE E LIBERAZIONE SCEGLIE LEGA. E RAFFREDDA I RAPPORTI COL PDL
Tratto da: Adista Notizie n° 23 del 20/03/2010
35495. VERONA-ADISTA. In Veneto Comunione e Liberazione ha scelto, e ha scelto ancora una volta centrodestra. Nessuna novità, all’apparenza, ma Cl, e il suo braccio secolare, la Compagnia delle Opere, aveva una alternativa di area cattolica nella corsa alla presidenza della regione “bianca” per eccellenza. Si tratta del candidato dell’Udc, unica lista dichiaratamente confessionale in lizza, Antonio De Poli. A ciò va aggiunto che il candidato del Pdl in Veneto è Luca Zaia, il ministro leghista delle politiche agricole dal forte appeal mediatico. Ma pur sempre leghista, espressione quindi di un partito che ai vertici della Chiesa pone più di qualche interrogativo in materia di solidarietà sociale, accoglienza ai migranti, ordine pubblico, rapporti con l'Islam, tutela delle minoranze. Ma si sa, Cl è sempre stato un movimento molto secolarizzato dal punto di vista delle scelte politiche, nonostante il suo integralismo in campo ecclesiale. E infatti anche in Veneto, dove pure ha quasi sempre sostenuto candidati di destra, è capitato che il movimento fondato da don Giussani abbia fatto convergere i propri voti anche sul centrosinistra. Per esempio a Padova, dove il sindaco del Pd Flavio Zanonato (invitato al meeting di Rimini nel 2008) ha ricevuto, un po’ a sorpresa, un secondo mandato da parte dei suoi concittadini anche grazie al sostegno di Comunione e Liberazione. E poi c’è la questione di Venezia, dove pare che il movimento cattolico sia orientato a sostenere Giorgio Orsoni, candidato dal Pd (cattolico praticante e primo procuratore della Basilica di San Marco) a fronteggiare l’esponente Pdl (nonché ministro della Funzione Pubblica) Renato Brunetta (laico, ex socialista) per la corsa alla poltrona di sindaco della Laguna. Ma anche il fatto che, nonostante la sua appartenenza a Cl, il patriarca di Venezia, card. Angelo Scola, che è anche presidente della Conferenza episcopale del Triveneto, in questi anni, ha intrattenuto ottime relazioni con il governatore uscente Giancarlo Galan (Pdl); coltivando, di pari passo, cordiali rapporti con il sindaco uscente Massimo Cacciari.
“Il nostro atto di fiducia non è una scelta di campo definitiva né tantomeno un'adesione generalizzata alla politica della Lega”, ha puntualizzato al Mattino di Padova (10/3) Graziano Debellini, leader storico dei ciellini veneti, primo presidente della Compagnia delle Opere, già consigliere di amministrazione del Sabato: “Diciamo che, al contrario del Pdl che è autoreferenziale, la visione comunitaria di Zaia confida nell'individuo e chiama la libertà con l'equivalente semantico della sussidiarietà. Non risponde a una logica statalista, è dalla parte dell'uomo, in fiducia e ottimismo”. Il sostegno a Zaia, insomma, farebbe pendant con l’allontanamento del movimento di Giussani dal Pdl del Veneto, di cui si parla da tempo.
“Non è stata una folgorazione, né una decisione improvvisata, la nostra”, ha precisato Debellini. “Con Luca Zaia abbiamo avviato un dialogo due anni fa, sul terreno che più ci sta a cuore, quello dell'uomo e dei valori. Il nostro punto di partenza non è partitico, ci siamo chiesti invece quale sia la risposta della Lega al processo di secolarizzazione che ha investito il Veneto da trent'anni a questa parte”. “Non tutto, nella Lega, ci convince. Anzi, vogliamo comprendere meglio la sua concezione ‘antropologica’ della persona. Ma alcune posizioni ci sembrano ispirate a valori di libertà e rispetto. E, in occasione del voto regionale, abbiamo offerto loro un'apertura di credito”.
In una nota Debellini ha successivamente ridimensionato la portata delle sue dichiarazioni. Ma è un fatto che in Regione Cl si stia riposizionando e che guardi al Pdl con uno scetticismo inversamente proporzionale al feeling con il Carroccio, rinsaldatosi negli ultimi anni. Del resto, Lega e Cl si incontrano su diversi temi: dalla sussidiarietà alle politiche fiscali; dal “federalismo” alla valorizzazione della comunità locali; dalla difesa della “tradizione” e delle radici cristiane alla lotta alla secolarizzazione.
In ogni caso, le parole di Debellini hanno destato qualche perplessità nel mondo cattolico veneto, in cui pure i simpatizzanti leghisti non sono affatto una minoranza. A partire dalla Caritas, che ha con il Carroccio rapporti tradizionalmente piuttosto dialettici. “Abbiamo deciso di non schierarci - spiega il direttore della Caritas diocesana di Venezia, don Dino Pistolato - ma, pur lasciando massima libertà, non possiamo non ricordare le distonie avute con la Lega su temi per noi essenziali come l’accoglienza, l’apertura al diverso, il rispetto dell’individuo, la capacità del dialogo”. “Stupefatta” dell’investitura ciellina di Zaia si è invece detta Silvia Marchiori, presidente dell’Azione Cattolica di Venezia. Noi, ha chiosato, “teniamo sempre ben distinta l’attività politica da quella associativa e ci guardiamo bene dal dare indicazioni di voto”. Quindi, ciascuno può votare come vuole, “fermo restando il magistero e la dottrina sociale della Chiesa”. Assai più realista il presidente delle Acli di Vicenza, Andrea Luzi: la Lega “ha grande consenso tra i cattolici”; il fenomeno va indagato evitando di “fermarsi al cliché”. (valerio gigante)
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