Nessun articolo nel carrello

QUANDO USCIRE DALLA CRISI NON SIGNIFICA TAGLIARE SERVIZI. LA CONTRO MANOVRA DI SBILANCIAMOCI

Tratto da: Adista Notizie n° 93 del 04/12/2010

35888. ROMA-ADISTA. Non c’è un unico modo di uscire dalla crisi: i tagli alla spesa sociale previsti nella Legge di stabilità (ex Finanziaria, che il Senato deve esaminare entro il 10 dicembre prossimo), non sono la soluzione ai problemi che affliggono il Paese. Anzi. Per questo, per il 12.mo anno consecutivo, la campagna Sbilanciamoci ha presentato - il 23 novembre scorso a Roma - le sue proposte di orientamento della spesa pubblica nella ormai consueta “contro-manovra” finanziaria.

Il Rapporto prende le mosse – anche quest’anno – dalla crisi economica: secondo i dati dell’Ocse relativi al 2010, in Italia la crisi ha fatto precipitare il Pil del 6,5% e il tasso di occupazione è sceso al 57,3% (è più basso solo in Ungheria, Messico e Turchia). Ma, sottolinea il rapporto di Sbilanciamoci, “i numeri sarebbero ben più drammatici se non ci fosse stata la cassa integrazione a mantenere tra le fila degli occupati quasi 700mila persone”. “Siamo il fanalino di coda quanto a possibilità di ripresa”, ha denunciato in conferenza stampa Giulio Marcon, portavoce della campagna. E le risposte del governo lasciano totalmente insoddisfatti. “Si è sottovalutata la crisi sfoderando un inutile ottimismo”, ha proseguito Marcon: “Invece di fronteggiarla con politiche di sostegno alla domanda interna, ai redditi, agli investimenti, si è pensato solo a tagliare le politiche sociali”.

La Legge di stabilità, prosegue il Rapporto, è una fotografia della manovra di luglio (la legge 122/2010, che la campagna Sbilanciamoci aveva giudicato iniqua e inadeguata, v. Adista n. 51/10): si risponde alla crisi con i tagli alle spese sociali, ai fondi del 5 per mille, all’istruzione pubblica, ma si continuano a finanziare le scuole private (700 milioni), il ponte sullo Stretto e altri ‘grandi opere’ (1 miliardo e 550 milioni), la costruzione dei cacciabombardieri F35, la cui prima tranche, nel 2011, costerà allo Stato 451 milioni di euro (su un totale previsto di 14 miliardi). Tutte scelte che Sbilanciamoci ribalta completamente reperendo proprio da questi capitoli i 25 miliardi delle sua contromanovra. Dalla riduzione delle spese militari al ritiro dall’Afghanistan (spesa prevista per il primo semestre del 2011: 750 milioni), dall’aumento della progressività della tassazione alla chiusura dei Centri di Identificazione ed Espulsione, sono tante le alternative ai tagli del governo contenute nel Rapporto e tante le proposte di investimento: dalla messa in sicurezza di 3mila scuole, al finanziamento del servizio civile nazionale, dall’introduzione dei bilanci di genere nelle politiche pubbliche all’avvio di almeno 3mila nuovi asili nido (il Rapporto nella sua versione integrale è reperibile al sito www.sbilanciamoci.org).

Sbilanciamoci ha anche fatto propria - inserendola tra le fonti di gettito - la campagna per la tassazione delle transazioni finanziarie. Si tratta, ha spiegato Andrea Baranes, della Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, di “un’imposta estremamente ridotta, pari allo 0,05%, su ogni acquisto di strumenti finanziari. Il tasso non scoraggerebbe i ‘normali’ investimenti sui mercati, mentre frenerebbe almeno in parte gli speculatori. Si recuperebbero così centinaia di migliaia di dollari e si darebbe un segnale contro lo strapotere della finanza che, come stiamo vedendo anche in Italia, dove la crisi di governo è stata subordinata all’approvazione della Legge di Stabilità, detta ormai l’agenda politica”.

Tra le novità di quest’anno l’introduzione nel Rapporto dello studio sulla trasparenza del bilancio condotto dall’International Budget Partnership che valuta, in 94 Paesi del mondo, l’accessibilità al pubblico di otto documenti di bilancio (Open Budget Index). L’Italia non ci fa una bella figura: su un punteggio da 0 a 100 raccoglie un misero 58, il più basso tra i Paesi dell’Europa occidentale e gli Stati Uniti, pari a quello del Portogallo. Il risultato, si legge nel Rapporto, “indica che il governo diffonde solo parte delle informazioni sul bilancio”: “Risulta dunque difficile per i cittadini controllare le attività del governo rispetto alla gestione delle risorse finanziarie”. Basti pensare che il documento di bilancio indirizzato ai cittadini viene prodotto dalla Ragioneria di Stato solo a febbraio-marzo, in pratica a giochi fatti. (ingrid colanicchia)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.