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CONCORSO PUBBLICO PER DIRIGENTI SCOLASTICI: I QUIZ LI PREPARANO ANCHE LE UNIVERSITÀ CATTOLICHE

Tratto da: Adista Notizie n° 76 del 22/10/2011

36342. ROMA-ADISTA. Dovrebbe essere uno dei concorsi pubblici più importanti: quello per l’assunzione, nelle scuole statali italiane, di 2.386 dirigenti scolastici, ovvero coloro che una volta si chiamavano direttori didattici e presidi, a seconda che guidassero una scuola elementare oppure una media e superiore. Eppure, dopo anni di attesa, in cui fra l’altro moltissime scuole sono rimaste senza dirigente titolare ma sono state affidate in «reggenza» ad un preside che amministrava già un altro istituto, la prova preselettiva del concorso, che si è svolta in tutta Italia lo scorso 12 ottobre, è stata quasi un disastro: lunghe ore di attesa (mediamente 3, ma alcuni casi anche 4 o più) per i 32mila insegnanti aspiranti dirigenti seduti ad un banco prima che arrivassero le domande del quiz; procedure farraginose (ogni candidato aveva accanto a sé un volumone grande come un elenco del telefono con 5.663 domande e un foglio sui cui era indicato il numero della domanda a cui rispondere che andava rintracciata sul tomo: 100 domande in 100 minuti); e soprattutto domande errate, per cui il ministero, pochi giorni prima della prova, è stato costretto a cestinarne ben 975, perché palesemente sbagliate.

Evidentemente ancora scottata per la recente gaffe sul fantomatico tunnel sotterraneo dal Gran Sasso al Cern di Ginevra che i neutrini avrebbero percorso superando la velocità della luce, il ministro Gelmini si è affrettata a dire «non è colpa mia» e ha fatto pubblicare l’elenco degli 89 esperti incaricati dal Ministero di redigere le domande della prova: dirigenti scolastici, ispettori e funzionari del ministero, ricercatori, avvocati e docenti universitari. E le sorprese si annidano proprio fra quest’ultima categoria: su 27 professori universitari, 10 provengono da università private, di cui 9 fra pontificie e cattoliche e 1 privata laica (sebbene con una storia cattolica), la “Suor Orsola Benincasa” di Napoli.

Non era possibile per il ministero dell’Istruzione trovare professori attingendo esclusivamente ad università statali, tanto più che il concorso serve a reclutare i dirigenti scolastici delle scuole pubbliche? Ovviamente sì, ma forse il ministro non ha sufficiente fiducia nei docenti delle università di Stato, dal momento che è andata a pescare gli esperti dalla Lumsa-Libera università Maria Ss. Assunta di Roma, a due passi dal Vaticano (Antonio Augenti, docente di Teorie e metodi di programmazione e valutazione scolastica); dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (Piero Cattaneo, docente di Metodologia della ricerca, della valutazione e della sperimentazione educativa; Pier Cesare Rivoltella, docente di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento; Gianfranco Porcelli, docente di Linguistica inglese in Cattolica fino al 2003, ma questo il comunicato del ministero non lo specifica); e soprattutto dall’Università Pontificia Salesiana (il rettore, don Carlo Nanni, docente di Filosofia dell’educazione; don Mario Comoglio, docente di Didattica; don Francesco Casella, docente di Storia della pedagogia e decano della facoltà di Scienze dell’educazione; don Marco Bay, docente di Metodologia della ricerca; Sergio Melogno, docente invitato della Facoltà di Scienze dell’educazione). Chissà se anche questo, dopo i lauti finanziamenti concessi dal governo alla scuola cattolica, è un ennesimo atto di ossequio al cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, che all’Università Pontificia Salesiana insegnò Teologia morale e Diritto per due decenni e di cui fu anche rettore. (luca kocci)

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