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E infine la macellazione

Tratto da: Adista Notizie n° 78 del 29/10/2011

Ecco la nuova Libia di Napolitano, di Ban Ki-moon, di Barroso, di Obama e di tutti gli altri che hanno espresso soddisfazione. Eccola in un video atroce che riprende un essere umano gravemente ferito da bombe occidentali, strattonato e circondato dalle blasfeme urla “Allah u akbar” (Allah è grande) che accompagnano le esecuzioni di Al Qaeda, in Iraq, come in Libia, come altrove. Macellazione: il termine è giusto, perché il sangue scorre, le urla di soddisfazione degli esecutori si levano come gli onnipresenti colpi di fucile e l’indifferenza per le sofferenze dei viventi scannati è la stessa che c’è nei macelli per animali. Del resto, ricordate che in Iraq, i militari statunitensi dicevano ridacchiando di aver fatto il tiro al piccione con i soldati iracheni? In Libia, la Nato e i suoi alleati del Cnt (Comitato nazionale di transizione) hanno fatto tabula rasa di molti civili e di moltissimi lealisti; e dire che avrebbero dovuto limitarsi a far rispettare la no-fly zone e a proteggere i civili se minacciati. Chi minacciava i civili in genere (e tanto più nel caso delle città assediate da fine agosto)? Le truppe armate del Cnt, alleate e protette dalla Nato come se fossero civili.

È stata la Nato a bombardare Gheddafi, gli alleati locali lo hanno poi finito. Atto illegale: non era nel mandato il cambio di regime fino al “regicidio”. Ecco cosa dice il colonnello Lavoie in una di quelle dichiarazioni che a leggerle rivelerebbero altrettanti crimini di guerra o violazioni della risoluzione 1973 (alla quale la Nato ha continuato ad aggrapparsi): «Aerei della Nato hanno colpito due veicoli militari pro-Gheddafi che facevano parte di un convoglio militare che manovrava vicino a Sirte»; ovviamente non precisando se erano i veicoli con Gheddafi. Prima che la stessa Francia rivendicasse il tirassegno (per acquistare più punteggi petroliferi), ho chiesto all’ufficio stampa della Nato: «Come mai avete colpito quei veicoli?». Loro, coda di paglia, si lanciano in una excusatio non petita: «La Nato li ha colpiti perché erano una minaccia per i civili. La Nato non prende di mira individui specifici». Allora ho risposto: «Non vi ho chiesto quale obiettivo specifico fosse quello. Ma in che modo minacciavano i civili? Dov’erano i civili minacciati?». Allora hanno fatto rispondere a Lavoie: «Data la natura del loro comportamento, questi veicoli armati erano una minaccia». I combattimenti sono continuati fino alla caduta di Sirte. Per e-mail l'assistente di Lavoie aggiunge che non può dire altro. Ma è chiarissimo: visto che Lavoie si riferisce a scontri fra armati, ecco un'ennesima prova che gli unici civili che la Nato ha voluto proteggere, sin dall’inizio, del resto, erano gli armati del Cnt. Ma ciò è illegale. Quando si farà un processo alla Nato sarà sempre troppo tardi.

Allucinante, un assassinio ordinato direttamente dai Paesi “democratici” della Nato e dalle petromonarchie medioevali e ricchissime. Da Paesi consumisti e militaristi, anche durante la crisi. La guerra è l'orrore su cui si fonda il consumismo. Ma per Ban Ki Moon questa giornata è “storica” per la Libia. Ban Ki-moon è il segretario generale delle Nazioni Unite! Lo stesso che non ha speso un parola su questa guerra, nemmeno sui civili di Sirte assediati e uccisi (e immaginarsi se può provare pietà per i soldati libici sui quali la Nato ha fatto il tiro al tacchino). E Napolitano, il più accanito di tutti a parlare di «iniziativa umanitaria»? È il presidente della Repubblica: ci rappresenta davvero?  

Questo stesso 20 ottobre vicino a Bani Walid è stato assassinato anche Sheik Ali, ottant’anni, capo tribale della ribù Warfalla. Uomo di pace, non aveva in casa nemmeno un fucile da caccia.

*giornalista e scrittrice

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