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SOCIETÀ CIVILE E 2 GIUGNO: LA PARATA MILITARE È IL «RIPUDIO DELLA COSTITUZIONE»

Tratto da: Adista Notizie n° 18 del 12/05/2012

36670.BOLZANO-ADISTA. Il 2 giugno si festeggia la Repubblica sorta sulle ceneri del fascismo e del secondo conflitto mondiale e, con essa, la Costituzione che «ripudia la guerra». La parata militare di via dei Fori Imperiali rappresenta invece il «ripudio della Costituzione». Per questo chiediamo al presidente della Repubblica di abolirla. È la proposta lanciata al termine del convegno “La pace, realismo di un’utopia. Ernesto Balducci e David Maria Turoldo vent’anni dopo (1992-2012)”, organizzato a Bolzano e Pietralba dal Centro pace del Comune altoatesino, dal 20 al 22 aprile scorsi (v. il prossimo numero di Adista Segni Nuovi, n. 19/12).

La lettera è già stata inviata a Giorgio Napolitano. Ma ora i promotori (fra gli altri Pax Christi, Movimento nonviolento, Tavola della pace, Cipax, Fondazione Ernesto Balducci e le riviste Mosaico di pace, Servitium e Testimonianze) invitano i cittadini, singoli o associati, a fare altrettanto.

«Essere costruttori di pace oggi significa obiettare al sistema di guerra e alle spese militari che la guerra rendono possibile», hanno scritto al presidente della Repubblica. «Vogliamo essere cittadini obbedienti alla Costituzione italiana, scritta subito dopo il flagello del secondo conflitto mondiale, e proprio per questo tesa al ripudio della guerra stessa», come dice l’articolo 11 della Carta che, all’articolo 1, «ci indica come la nostra Repubblica sia fondata sulla forza del lavoro». E fra questi due articoli ce ne sono altri, fondamentali, sui valori fondanti della Repubblica: la giustizia, la libertà, la salute, l’educazione. «Questo significa che i lavoratori devono costruire le condizioni per la dignità della vita di tutti coloro che vivono nel nostro Paese, e che la guerra (e la sua preparazione con la fabbricazione di armi terribili) è l’unico vero disvalore da espellere per sempre dal contesto sociale e civile. Per tutto questo – prosegue la lettera – non comprendiamo perché la Festa della Repubblica venga celebrata con le parate militari, la sfilata delle armi, la mostra degli ordigni bellici. È una contraddizione divenuta ormai insopportabile. Questo è il ripudio della Costituzione, non della guerra. È il rovesciamento della verità».

Il 2 giugno, a sfilare, dovrebbero essere «le forze del lavoro, i sindacati, le categorie delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini con le madri e i padri, le ragazze e i ragazzi del Servizio civile», ovvero «le forze vive della Repubblica», anche perché «i militari hanno già la loro festa, il 4 novembre, che ricorda “l’inutile strage” della prima guerra mondiale», come disse papa Benedetto XV. Quindi chiediamo a Napolitano «di abolire la parata militare, anche per rispettare la necessità di risparmio economico (l’anno scorso costò quasi 10 milioni di euro): inviti i giovani disoccupati e i pensionati come rappresentanti del popolo italiano in sofferenza».

Un analogo appello viene rivolto al capo dello Stato anche dalla Campagna Sbilanciamoci: «Insistere nel voler festeggiare la Festa della Repubblica con una costosa ed anacronistica parata militare nel pieno di una delle crisi economiche più gravi che sta attraversando il nostro Paese è una scelta profondamente sbagliata: uno schiaffo a chi perde il posto di lavoro e non arriva alla terza settimana del mese», dicono Giulio Marcon e Massimo Paolicelli, fra i principali animatori di “Sbilanciamoci!”. «Invitiamo il capo dello Stato, come capo supremo delle Forze armate, ad un ripensamento e ad annullare la parata destinando i soldi risparmiati al Servizio civile nazionale che proprio per mancanza di fondi rischia di morire». «Si parla tanto di risparmi, ma non per una parata inutile, costosa e retorica» aggiungono. La Repubblica «si può festeggiare in un modo più sobrio e senza esibizioni di carri armati e mezzi d’assalto». (l. k.)

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