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L’ALTRO 4 NOVEMBRE. CONTRO LA RETORICA MILITARISTA LE INIZIATIVE DEI PACIFISTI

Tratto da: Adista Notizie n° 40 del 10/11/2012

36910. ROMA-ADISTA. Iniziative nonviolente in tutta Italia, il 4 novembre, anniversario della “vittoria” nella prima guerra mondiale e Giornata delle Forze armate, quest’anno festeggiata in sordina, senza la tradizionale faraonica esposizione di armi e mezzi militari al Circo Massimo di Roma (v. Adista n. 82/11).

Manifestazioni pacifiche e silenziose organizzate da decine di associazioni e gruppi di base: deposizione di corone di fiori davanti alle lapidi e ai monumenti alle vittime delle guerre, spesso seguite da letture pubbliche di testi della tradizione pacifista e nonviolenta. «Commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze», spiegano i promotori dell’iniziativa (Movimento nonviolento, PeaceLink, Centro di ricerca per la pace di Viterbo e Associazione antimafie Rita Atria), «affinché il 4 novembre, anniversario della fine della “inutile strage” della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l’impegno affinché non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni». «Solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise: affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignità e difendere i diritti di tutti gli esseri umani».

«La prima guerra mondiale fu un orrendo massacro che costò, solo all’Italia, 650mila morti e un milione di mutilati e feriti», ricorda il volantino preparato dai Beati i costruttori di pace, Movimento nonviolento e PeaceLink. «Il 4 novembre dovrebbe essere un giorno di lutto e di memoria. Non c’è nulla da festeggiare o celebrare. Dissociamoci da ogni retorica celebrazione di eroismo», prosegue il testo. «Davanti al dramma della guerra in Afghanistan, nella quale siamo coinvolti come italiani, c’è ancora qualcuno che ha il coraggio di celebrare con una festa la vittoria di una guerra? C’è solo da vergognarsi, e tacere per rispetto delle vittime di tutte le guerre. L’unico vero modo per celebrare il ricordo di una guerra, è quello di impegnarsi con la nonviolenza affinché non ci siano più guerre. Come ha detto il grande scrittore Lev Tolstoj, profeta della nonviolenza, le guerre non si vincono, le guerre si perdono e basta. Chi volle la prima guerra mondiale fu un mascalzone. Chi la festeggia oggi è un ignorante. Dal 4 novembre rinasca il monito solenne: mai più la guerra. Sosteniamo l’impegno nonviolento dei disertori, degli obiettori di coscienza e di tutti coloro che sono impegnati nella resistenza contro la guerra e il militarismo». (l. k.)

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