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USA: L’UNIVERSITÀ CATTOLICA INVITA UNA TEOLOGA LIBERAL. A TORNARSENE A CASA

Tratto da: Adista Notizie n° 40 del 10/11/2012

36920. SAN DIEGO-ADISTA. Tina Beattie, docente di Studi cattolici presso l’Università inglese di Roehampton, esperta di questioni di etica e di femminismo, membro della direzione del settimanale cattolico britannico The Tablet, avrebbe dovuto tenere, a partire dal 6 novembre prossimo, un corso come professore invitato presso il Frances G. Harpst Center for Catholic Thought and Culture dell’Università di San Diego. Ma solo una decina di giorni prima, ha ricevuto la disdetta dell’incarico a causa delle pressioni dei finanziatori dell’Università, secondo quanto si legge in una lettera inviata dalla presidente Mary Lyons. L’Università di San Diego è un’istituzione cattolica indipendente, nata nel 1952 dalla collaborazione tra l’arcidiocesi di San Diego e la congregazione religiosa femminile del Sacro Cuore di Gesù.

La revoca del suo incarico, ha detto Beattie in un’intervista al settimanale cattolico Usa National Catholic Reporter (3/11) è «sintomo di qualcosa di nuovo e di molto preoccupante»: «Non si è mai sentito, almeno in Gran Bretagna, che un teologo della mia posizione si senta minacciato da un’azione di questo genere»; «non si tratta di una cosa che ha a che fare con me; ha a che fare con un cambiamento nella cultura della Chiesa cattolica di cui ci si dovrebbe molto preoccupare».

La notizia ha suscitato scalpore nel mondo accademico tanto statunitense quanto britannico che, attraverso la voce di eminenti teologi, ha definito il provvedimento «un insulto». D’altronde, la notizia della revoca è giunta alla Beattie tramite una lettera della presidente, che accusa la teologa di “dissentire pubblicamente dall’insegnamento della Chiesa». «La missione primaria del Centro – si legge – coerentemente con coloro che lo hanno supportato finanziariamente, è di offrire l’opportunità di dare corpo alla tradizione intellettuale cattolica nelle sue diverse forme. Questo comprenderebbe una presentazione chiara e coerente degli insegnamenti morali della Chiesa, insegnamenti rispetto ai quali lei, come teologa cattolica, ha espresso pubblicamente dissenso. Alla luce della contraddizione tra la missione del Centro e le sue posizioni pubbliche come teologa cattolica, purtroppo ritiro l’invito che le era stato esteso». Nella speranza di «mitigare gli inconvenienti che questa decisione può creare», Lyons si offre di rimborsarle le spese di viaggio.

Il contenuto della relazione che Beattie avrebbe dovuto tenere l’8 novembre, in occasione di una giornata di conferenze del Centro è stato eliminato dal sito, ma il link alla copia cache della pagina web fornito dal Ncr rivela che il suo tema, «Visioni del paradiso: donne, peccato e redenzione nell’arte cristiana», avrebbe affrontato la «rappresentazione artistica del corpo delle donne» tra tardo Medioevo e arte rinascimentale.

Non è la prima volta che la teologa si vede cancellare un incarico. È avvenuto anche lo scorso settembre, quando le è stato ritirato l’invito a intervenire alla cattedrale di Clifton, in Inghilterra, in occasione di una serie di conferenze per il cinquantenario del Concilio Vaticano II. Un mese prima, infatti, la teologa aveva firmato una lettera aperta in favore del matrimonio omosessuale, pubblicata sul Times. In quell’occasione l’iniziativa non era stata del vescovo della diocesi, ma della Congregazione per la Dottrina della Fede.

«Si tratta di un insulto nei confronti di una eminente teologa che conosco personalmente, di cui conosco il lavoro e che ritengo sia sempre stata corretta nei modi in cui ha espresso e sviluppato le sue opinioni», ha affermato, commentando la vicenda, la teologa Jean Porter, docente di Teologia alla University of Notre Dame. «È profondamente scoraggiante – le ha fatto eco Eamon Duffy, docente di Storia cristiana all’Università di Cambridge, in una lettera alla Lyons – che il presidente di un’università cattolica caratterizzi la discussione accademica e il dibattito tra cattolici come “dissenso” e che cerchi di sopprimere lo scambio accademico colpendo un singolo individuo che la Chiesa non ha condannato». «La Chiesa si fa del male con la sua paura ad intraprendere una discussione davvero onesta e aperta, su questioni intellettuali, di fede, e anche problemi di pratica e di governo della Chiesa», ha detto ancora Porter. «Penso che se ne vedano ogni volta i segni: ne stiamo soffrendo gravemente. Non riesco a immaginare, nella sfera del dibattito e della discussione pubblica, nulla di più nocivo per la Chiesa di ciò che stiamo facendo a noi stessi in questo momento». «Questa misura – ha concluso la teologa – è solo un altro segno di ciò che sta diventando un problema serio e invasivo».

In realtà, l’Università di San Diego non è nuova a provvedimenti di questo genere. Nel 2008, ritirò il proprio invito alla teologa femminista Rosemary Radford Ruether, che avrebbe dovuto insegnare Teologia cattolica nell’anno accademico successivo. (ludovica eugenio)

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