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A 5 ANNI DAL SUMMORUM PONTIFICUM, IN VATICANO SI FESTEGGIA LA “NORMALITÀ” TRIDENTINA

Tratto da: Adista Notizie n° 41 del 17/11/2012

36923. ROMA-ADISTA. Che la riforma liturgica, introdotta con la Sacrosantum Concilium cinque decenni fa, avesse creato non pochi mal di pancia nelle frange tradizionaliste della Chiesa di Roma era cosa nota. Ma si trattava, allora, di danni collaterali piuttosto tollerabili di fronte al balzo in avanti che quella Costituzione conciliare procurava nel modo di “dire messa” e nella rinnovata partecipazione dei fedeli laici alle celebrazioni.

A spiazzare gli ampissimi settori del clero romano, che avevano salutato con gioia la riforma liturgica, piuttosto, è stato papa Ratzinger cinque anni fa quando, con il motu proprio Summorum Pontificum, metteva a segno un durissimo colpo alla conquista simbolo del Concilio, ripescando dal fondo della storia il vecchio messale della celebrazione secondo il rito tridentino. Un chiaro segnale dell’affermazione del nuovo corso politico in Vaticano e un palese indicatore dell’alleanza con l’universo tradizionalista e anticonciliare, rumoroso più che numericamente pesante, di difficile gestione, ma ottimo alleato nella crociata contro la secolarizzazione.

Il pellegrinaggio, il ringraziamento

Forse, allora, non è solo un caso fortuito che il «pellegrinaggio internazionale delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti pro Summorum Pontificum» di ringraziamento a Dio e al papa per la messa preconciliare – dal titolo “Una cum papa nostro” (1-3 novembre, unacumpapanostro.wordpress.com) – sia giunto a festeggiare il quinto anno dal motu proprio in concomitanza con l’apertura dell’Anno della Fede, a pochi giorni dalla chiusura del Sinodo dei vescovi sulla Nuova Evangelizzazione e, soprattutto, nel culmine delle iniziative ecclesiali per il 50° dell’apertura del Concilio Vaticano II.

L’evento – che il 3 novembre ha raccolto pellegrini tradizionalisti da tutto il mondo nella preghiera lungo via della Conciliazione – si è concluso con la celebrazione nella basilica di San Pietro, presieduta dal card. Antonio Cañizares Llovera (prefetto della Congregazione per il Culto Divino). Qualche giorno prima, in un’intervista rilasciata al portale Vatican Insider, il prefetto aveva riferito di aver «accettato volentieri di celebrare la messa», «perché è un modo per far comprendere che è normale l’uso del messale del 1962». «La Congregazione della quale il Papa mi ha chiamato ad essere prefetto non ha nulla in contrario all’uso della liturgia antica, anche se il compito proprio del nostro dicastero è (…) di metterci sulla scia del Concilio Vaticano II». I sostenitori del rito preconciliare non sono, secondo il cardinale, «soltanto alcuni fedeli che vivono nella nostalgia del latino»: si tratta, ha concluso, «di approfondire il senso della liturgia. Tutti siamo Chiesa, tutti viviamo la stessa comunione. Il papa Benedetto XVI lo ha spiegato molto bene e nel primo anniversario del motu proprio ha ricordato che “nessuno è di troppo nella Chiesa”».

Cordiali saluti dal papa

«Sua Santità Papa Benedetto XVI indirizza il suo cordiale saluto a tutti i partecipanti, assicurando loro la sua fervente preghiera», ha scritto il segretario di Stato card. Tarcisio Bertone in un messaggio ai pellegrini. «Attraverso questo motu proprio, il Santo Padre ha voluto rispondere all’attesa dei fedeli legati alle forme liturgiche precedenti». Infatti, prosegue, «è cosa buona conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa e dar loro il giusto spazio, riconoscendo tuttavia pienamente il valore e la santità della forma ordinaria del rito romano».

Tradizionalisti, senza peli sulla lingua

Senza grosse sorprese i commenti dei siti tradizionalisti sull’evento. Secondo “il blog sulla Tradizione Cattolica” Cordialiter (5/11), il pellegrinaggio «è stato un successo strepitoso! Fino a qualche settimana fa, in pochi avrebbero scommesso sulla sua riuscita, si temeva un flop clamoroso che sarebbe stato disastroso per il movimento tradizionale, infatti i modernisti avrebbero avuto un’occasione imperdibile per dipingerci come “quattro gatti” che fanno solo caciara. E invece si sono presentati nel centro della cristianità migliaia di leoni arditi pronti a combattere senza tregua la buona battaglia della fede». «Ormai la “Linea Maginot” modernista è stata sfondata, e alle anziane e acciaccate truppe progressiste non rimane che battere in rovinosa ritirata», affonda poi il blog. E ancora: «Le speranze che ieri sembravano folli sogni, oggi sono realtà. Che cosa ci aspetta in futuro? Un giorno la Messa tridentina sarà celebrata persino all’altare del Bernini?». «La battaglia non è solo sul fronte liturgico, ma su tutti i fronti della vita cristiana. Bisogna abbattere la “rivoluzione culturale” che ha sfigurato l’immagine del cattolicesimo».

Ringraziamo Dio «per questi primi cinque anni di rinascita spirituale attraverso il motu proprio Summorum Pontificum», si legge anche sul sito Messainlatino.it (4/11), che poi si interroga: «Nei tanti momenti di sconforto quando ci sentiamo obiettivamente soli, ma non lo siamo, nelle nostre sante battaglie contro le ondate dello tsumani delle banalità liturgiche poniamoci sempre questa domanda: “Com’eravamo prima del motu proprio Summorum Pontificum? Il Pellegrinaggio di ieri, che ci ha donato la grazia di pregare tutti insieme nella basilica papale di San Pietro, è stato una prima risposta ai tanti nostri angosciosi interrogativi che si affacciano nel nostro cuore che batte “una cum Papa nostro” ed un ulteriore incoraggiamento per proseguire la nostra quotidiana “via Crucis” nel nome e nella fedeltà del Magistero immutabile della Chiesa». (giampaolo petrucci)

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