Nessun articolo nel carrello

Cambiare rotta, per un nuovo modello di sviluppo

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 4 del 02/02/2013

In vista delle elezioni politiche del prossimo 24-25 febbraio, Adista apre sulle proprie pagine un piccolo spazio di approfondimento, per dare la parola ad alcuni candidati o dirigenti dei partiti e degli schieramenti che si confronteranno nelle urne. Inizia Giulio Marcon, già portavoce della campagna Sbilanciamoci! e candidato come indipendente nelle liste di Sel nella circoscrizione Veneto 2 (Venezia, Treviso, Belluno). Nelle settimane successive sarà la volta del Partito democratico e di Rivoluzione civile.

Le elezioni del 24-25 febbraio sono decisive per cambiare rotta: dopo anni di dominio della finanza e dei mercati è urgente far uscire il Paese dalla crisi, archiviare le politiche di austerità e avviarci verso un diverso modello di sviluppo, equo e sostenibile, solidale e capace di futuro.
Le elezioni possono portare a un cambio di governo che sostituisca l’“agenda Monti” con un’agenda del lavoro, dei diritti, della pace e dell’ambiente, del welfare e della conoscenza. Per questo è necessario impegnarsi, dentro e fuori le istituzioni, e per questo ho deciso di candidarmi nelle liste di Sel.
La “politica dal basso” incarnata dalle migliori esperienze della società civile, dalle associazioni e dai movimenti sociali ha dimostrato che un’alternativa al neoliberismo e alle politiche di austerità è possibile e praticabile. Oggi è arrivato il tempo di incidere sui rapporti di forza in Parlamento, influenzando la composizione, le scelte e l’orientamento complessivo del prossimo governo. Di fronte a una politica che ha abdicato alla sua responsabilità di governare l’economia, di indirizzarne il corso, che è incapace di individuare priorità e di mettere in campo strumenti di controllo e gestione della cosa pubblica per il bene collettivo, è tempo di cambiare rotta. Le proposte faticosamente elaborate in questi anni dai movimenti possono diventare cambiamenti concreti, segnando le coordinate da seguire in questi anni di grandi trasformazioni.
Nessuna ingenuità: realizzare il cambio di rotta – che, insieme alla campagna Sbilanciamoci! invochiamo e proponiamo da anni –, rovesciare il paradigma neoliberista, invertire la rotta fin qui ottusamente perseguita è difficile. Perché l'Europa è subalterna al paradigma del pareggio di bilancio, e l'Italia a quel paradigma è tuttora ancorata. Gli spazi di cambiamento, i margini di manovra saranno stretti e angusti e toccherà a tutti noi tenere alta la mobilitazione. Credo comunque che valga la pena provarci. Anzi, credo che sia indispensabile provarci, accettando la sfida. Per farlo occorre partire dagli anziani e dai disabili che sono abbandonati dallo Stato, dagli operai dell'Alcoa che devono salire sui silos per farsi ascoltare, dai cittadini immigrati lasciati ad affogare nel canale di Sicilia, dai giovani che tornano ad emigrare all'estero, dagli studenti che vengono espulsi dalle università, dalle donne discriminate sui posti di lavoro. Alla centralità dell’impresa e del profitto bisogna sostituire la centralità della società, delle persone, di quanti subiscono le conseguenze di scelte miopi e deleterie e vi si oppongono, costruendo alternative, giorno dopo giorno. Alle ricette dell’ortodossia neoliberista occorre sostituire le proposte, concrete e innovative, per un nuovo modello di sviluppo, che subordini la crescita al benessere, che punti alla redistribuzione equa della ricchezza e che sia ispirata alla giustizia sociale.
L'obiettivo è fare dell'Italia un Paese capace di futuro. Un Paese che non abbia bisogno di cacciabombardieri F35, ma di investire nella pace e nella cooperazione allo sviluppo; che scelga il disarmo e la prevenzione dei conflitti e ripudi la guerra come strumento di risoluzione dei problemi; che non abbia bisogno di assistenzialismo, ma che punti su un’economia sostenibile; che non abbia bisogno di bonus bebè, ma di asili nido; che non desideri grandi opere, ma tante piccole opere, diffuse e capillari, capaci di rilanciare e consolidare il tessuto produttivo locale: la messa in sicurezza delle scuole, il riassetto idrogeologico del territorio, la cura e la valorizzazione dei beni culturali. Un’Italia capace di futuro mette al centro i beni comuni e si oppone alla privatizzazione dell’acqua e dei servizi sociali; valorizza i giovani, incentiva la formazione, la ricerca e la mobilità sociale; contrasta le discriminazioni e l’esclusione sociale garantendo non soltanto sulla carta diritti per tutti; mette la politica in movimento, rilancia la democrazia e la partecipazione, adotta le buone pratiche, le idee e le vocazioni dei territori, punta ai valori fondamentali per una riconversione sociale ed ecologica dell'economia: la sobrietà e la solidarietà, la nonviolenza e i nuovi stili di vita, l'accoglienza e il rispetto.
Penso che le elezioni del 24-25 febbraio possano essere un'importante occasione per portare la voce della società civile e dei movimenti dentro il Parlamento e per misurarsi con le proposte concrete di cambiamento di cui i movimenti sono stati espressione in questi anni. È sicuramente una sfida, ma è un'opportunità per dare un contributo al cambiamento possibile di cui l'Italia ha drammaticamente bisogno. I temi, della pace, dell'ambiente, dei diritti, della solidarietà possono trovare cittadinanza nella prossima legislatura, e questo dipenderà non solo dal contributo che darà chi verrà eletto, ma dalla spinta che movimenti e associazioni saranno in grado di dare – in indipendenza e autonomia – per portare questi temi in Parlamento. Si tratta di una sfida difficile, ma da accettare per far uscire il Paese dalla crisi e rigenerare la democrazia e la partecipazione.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.