Nessun articolo nel carrello

MÜLLER PANZERKARDINAL: SOTTO INVESTIGAZIONE IL MASSIMO TEOLOGO INDIANO

Tratto da: Adista Notizie n° 19 del 24/05/2014

37645. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Non si è ancora placato il clamore suscitato dalla pesante critica del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, card. Gerhard Ludwig Müller, nei confronti delle religiose statunitensi della Leadership Conference of Women Religious (Lcwr, v. Adista Notizie n. 18/14 e notizia successiva) che un nuovo macigno, lanciato dallo stesso Müller, piomba sulla teologia asiatica, raggelando quanti speravano che con papa Francesco ci fosse una certa apertura al dialogo con il mondo teologico. Il 13 maggio, infatti, è stata diffusa la notizia di una nuova investigazione vaticana sul notissimo teologo indiano gesuita p. Michael Amaladoss, uno dei massimi esperti di cristologia e di dialogo interreligioso, direttore dell’Institute of Dialogue with Cultures and Religion a Chennai, nonché autore del libro The Asian Jesus (v. Adista nn. 17/98; 13/00; 29/05; 14 e 30/08; 24/10; 8 e 38/11). L’inizio dell’investigazione vaticana risalirebbe circa a un anno fa, quando ad Amaladoss furono presentate obiezioni rispetto alle sue tesi sull’unicità di Gesù e della Chiesa cattolica, obiezioni cui il teologo replicò, a quanto si apprende, accettando di rispondere ad alcune domande. La questione sembrava rientrata, ma lo scorso gennaio il Vaticano è tornato alla carica esigendo da Amaladoss la sottoscrizione scritta pubblica delle posizioni vaticane sul tema, pena l’obbligo del silenzio. 

La vicenda ricorda amaramente quella di altri teologi che si sono impegnati nel campo del dialogo tra le religioni in Asia, dove il cattolicesimo è una minoranza e occorre trovare nuovi paradigmi per riuscire a “tradurlo” in termini comprensibili a culture tanto diverse da quella occidentale. Come ad esempio, quella del teologo dello Sri Lanka Tissa Balasuriya, costretto dall’allora prefetto della CdF card. Joseph Ratzinger a ritrattare le proprie tesi (tutta la sua vicenda è riassunta in Adista Notizie n. 4/13, in occasione della morte del teologo), ma anche quella del “maestro” di Amaladoss, il teologo belga gesuita p. Jacques Dupuis, anch’egli investigato per i suoi scritti sul pluralismo religioso e morto nel 2004 (v. Adista n. 19/01).

Risale ai primi di aprile un incontro tra Amaladoss e il dicastero vaticano, in cui egli avrebbe acconsentito, secondo quanto riporta il superiore gesuita indiano p. Edward Mudavassery, interpellato dal settimanale National Catholic Reporter, a rielaborare «i temi alla luce del dialogo». Secondo alcuni gesuiti, l’investigazione, di cui papa Francesco è a conoscenza, non sarebbe destinata a concludersi con una punizione di Amaladoss. Il papa, affermano voci vicine al teologo, lo conosce bene, oltre che per la sua attività teologica, anche per via della comune appartenenza alla Compagnia di Gesù, dal momento che Amaladoss per lungo tempo è stato assistente alla Casa generalizia dei gesuiti a Roma. Il teologo tuttavia ha preso le sue contromisure e non solo ha bloccato la pubblicazione di una raccolta di suoi scritti, in programma negli Stati Uniti con la casa editrice Orbis Book, ma ha anche cancellato una conferenza presso lo Union Theological Seminary di New York, dedicata al tema delle differenze reali o presunte tra teologia indiana e teologia occidentale. L’istituto ha fatto sapere che «la Congregazione per la Dottrina della Fede ha vietato al dottor Amaladoss di parlare in pubblico e pubblicare finché non si sarà concluso il processo di investigazione del suo pensiero».

Phan: i teologi asiatici vanno sostenuti

A prendere immediatamente le difese di Amaladoss è il teologo statunitense di origini vietnamite Peter Phan, docente di Dottrina sociale della Chiesa presso la Georgetown University a Washington, impegnato sullo stesso fronte del teologo indiano – di cui è amico personale – e anche lui oggetto di una “attenzione particolare” da parte dei vescovi Usa e del Vaticano (v. Adista Notizie nn. 63 e 89/07), per le tesi contenute nel libro Being Religious Interreligiously del 2004, che affronta la questione dell’unicità di Cristo, della funzione della Chiesa nella salvezza e del valore salvifico delle altre religioni, affermando con forza il valore positivo delle religioni non cristiane.

Phan ha scritto una lettera aperta al papa, che ha fatto poi pubblicare sul National Catholic Reporter (14/5). «Scrivo perché voglio dimostrare il mio appoggio a p. Amaladoss, mio amico, il quale, immagino, non è libero di difendersi pubblicamente», si legge nella lettera di Phan. «Ma la ragione più importante della mia lettera è il futuro della Chiesa cattolica in Asia e la sua teologia». Chiesa che è una piccola minoranza e che deve esprimersi «in modo comprensibile e credibile» in un triplo dialogo: con i popoli poveri dell’Asia, le sue culture, le sue religioni. In tale contesto, scrive Phan, Amaladoss «ha dato un enorme e permanente contributo», ma i teologi in Asia non hanno le stesse garanzie istituzionali di quelli che vivono in Occidente: non hanno la stessa libertà accademica e possono essere licenziati dai loro superiori religiosi. I pochi teologi asiatici che lavorano in Occidente, allora, devono levare la propria voce in difesa dei colleghi meno “tutelati”, perché attraverso di loro passa il futuro della Chiesa in Asia: «Senza una solida teologia che può nascere solo nella libertà accademica, nella creatività intellettuale, nell’integrità morale e nel coraggio personale, la Chiesa cattolica asiatica sarà privata di uno strumento efficace per perseguire la sua missione». 

Di qui la richiesta di Peter Phan: «Caro papa Francesco: nel suo prossimo viaggio in Asia, dica una parola di apprezzamento per p. Amaladoss e per il suo lavoro teologico e una di incoraggiamento ai giovani teologi asiatici», che non devono sentirsi sconfortati di fronte a ciò che accade ai loro maestri e devono poter continuare la loro attività. (ludovica eugenio)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.