FRANCESCO E BARTOLOMEO I NEL 2025 A NICEA, PER CELEBRARE L’ANNIVERSARIO DEL PRIMO CONCILIO ECUMENICO
Tratto da: Adista Notizie n° 22 del 14/06/2014
37677. ISTANBUL-ADISTA. Lo ha rivelato parlando in esclusiva ad AsiaNews, il 29 maggio scorso, il patriarca ecumenico di Costantinopoli e primus inter pares fra i patriarchi ortodossi, Bartolomeo I: «Abbiamo concordato [io e papa Francesco] – ha detto con espressione risoluta – di lasciare come eredità a noi stessi e ai nostri successori di ritrovarsi a Nicea nel 2025, per celebrare tutti insieme, dopo 17 secoli, il primo Sinodo davvero ecumenico, dove fu emanato il Credo». Francesco non ha confermato che si sia affrontato un tale tema nell’incontro avuto con Bartolomeo a Gerusalemme. Il portavoce della Santa Sede, il direttore della Sala Stampa vaticana, p. Federico Lombardi, ha alzato le mani: se lo dice il patriarca, evidentemente «ne hanno parlato», ed è «cosa buona e significativa per l’ecumenismo».
Certo, Bartolomeo, quanto Francesco, è uno che osa “spingere” la storia: lo ha dimostrato invitando il papa a celebrare il cinquantenario dell’abbraccio fra Paolo VI e Atenagora in terra gerosolimitana; e il vescovo di Roma ha accettato in un amen, malgrado i rischi fisici e diplomatici di un viaggio, poi realizzato dal 24 al 26 maggio scorso, in lande mediorientali decisamente calde (v. Adista Notizie n. 21/14). Ma l’annuncio di Bartolomeo ha colto di sorpresa tutti. Il vescovo ausiliare del Patriarcato latino di Gerusalemme, il palestinese mons. William Shomali, ha dichiarato al settimanale gesuita statunitense America (2/6): «È la prima volta che sento parlare di un riunione a Nicea (oggi İznik, in Turchia, ndr) nel 2025. Non se n’è mai discusso prima. Il santo padre non ha parlato di questo». E se mai dovesse essere, è la sua opinione, «sarebbe una commemorazione del Concilio di Nicea, semplicemente come quella del 26 maggio a Gerusalemme in memoria dello storico incontro fra Atenagora e Paolo VI». «Fonti di Roma», sostiene America, «confermano che il patriarca ecumenico ha lanciato l’idea, ma non c’è un programma preciso. Mancano ancora 11 anni al 2025 e nessuno può dire dove arriverà per allora il dialogo cattolico-ortodosso».
Forse è proprio per dare un’accelerazione ad un dialogo più approfondito che Bartolomeo si è deciso a rivelare gli auspici condivisi con Francesco? C’è da dire però che quello di Nicea, nel 325, fu il primo Concilio della Chiesa cristiana: radunò circa 300 fra vescovi dell'Oriente, quasi tutti, e dell'Occidente, e in esso è stato redatto il Credo (ampliato poi nel Concilio di Costantinopoli, nel 381), affermando che il Verbo è della «stessa sostanza del Padre». La rottura fra ortodossi e cattolici in realtà fu sancita, dopo anni di incomprensioni, nel 1054 con una scomunica vicendevole (proprio quella che poi, il 7 dicembre 1965, Atenagora e Paolo VI cancelleranno reciprocamente). Che significato può dunque avere celebrare insieme, ortodossi e cattolici, un anniversario del primo Concilio? Forse solo una celebrazione di nostalgia, il ricordo – detto in soldoni – di “com’era bello quando eravamo una sola Chiesa. Perché non ci proviamo di nuovo?”. (eletta cucuzza)
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