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L’ALTRO 2 GIUGNO: UNA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE SU DISARMO E DIFESA CIVILE

Tratto da: Adista Notizie n° 22 del 14/06/2014

37679. ROMA-ADISTA. Il 2 giugno, festa della Repubblica, mentre le Frecce tricolori solcavano il cielo di Roma e i reparti delle Forze armate – con qualche sparuta presenza dei corpi civili – marciavano lungo via dei Fori imperiali, i movimenti e le associazioni per la pace lanciavano una proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.

Un altro modo, più autentico, per festeggiare la Repubblica e in un certo senso una risposta indiretta al presidente Giorgio Napolitano – plaudente sulla tribuna riservata alle autorità insieme ai presidenti di Camera, Laura Boldrini, e Senato, Pietro Grasso, e alle ministre del governo Renzi, Roberta Pinotti (Difesa), Federica Mogherini (Esteri) e Maria Elena Boschi (Riforme istituzionali) – che poche settimane fa, il 25 aprile, festa della Liberazione, aveva bacchettato le «pulsioni demagogiche antimilitariste» di chi sosteneva, e sostiene, che forse non è il caso di spendere 15 miliardi di euro per comprare qualche decina di cacciabombardieri F35 (v. Adista Segni nuovi n. 18/14).

«I nostri movimenti celebrano il 2 giugno promuovendo congiuntamente la Campagna per il disarmo e la difesa civile e lanciando oggi la proposta di legge di iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta», si legge nel lancio della campagna promossa da Rete italiana per il disarmo, Conferenza nazionale degli anti di servizio civile (Cnesc), Forum nazionale per il servizio civile (Fnsc), Tavolo interventi civili di pace, Sbilanciamoci! e Rete della pace. L’obiettivo, spiegano, oltre alla riduzione delle spese per l’acquisto di nuovi sistemi d’arma, «è dare piena attuazione all'articolo 52 della Costituzione (“la difesa della patria è sacro dovere del cittadino”) che non è mai stato applicato veramente, perché per difesa si è sempre intesa solo quella armata, affidata ai militari, mentre la Corte Costituzionale ha riconosciuto pari dignità e valore alla difesa nonviolenta, come avviene con l’istituto del Servizio civile nazionale. La difesa civile, non armata e nonviolenta è difesa della Costituzione e dei diritti civili e sociali che in essa sono affermati; preparazione di mezzi e strumenti non armati di intervento nelle controversie internazionali; difesa dell’integrità della vita, dei beni e dell’ambiente dai danni che derivano dalle calamità naturali, dal consumo di territorio e dalla cattiva gestione dei beni comuni».

Nelle intenzioni dei promotori della legge di iniziativa popolare, dovrebbe essere creato un Dipartimento comprendente il Servizio civile, la Protezione civile, i Corpi civili di pace e l’Istituto di ricerche sulla pace e il disarmo, da finanziare attraverso l'introduzione della «opzione fiscale», ovvero la possibilità per i cittadini, nella dichiarazione dei redditi, di destinare il 6 per mille alla difesa non armata. La Campagna è stata presentata lo scorso 25 aprile, durante l’Arena di pace e disarmo, a Verona (v. Adista Segni nuovi n. 14/14); è stata lanciata il 2 giugno 2014 e, il prossimo 2 ottobre, Giornata internazionale della nonviolenza, comincerà la raccolta delle firme. Ne serviranno almeno 50mila, da raggiungere in 6 mesi, quindi entro la fine di marzo del 2015.

Sulla parata del 2 giugno e sulla campagna dei pacifisti interviene anche Giulio Marcon (con un commento sul manifesto il 3/6), fra i promotori di Sbilanciamoci! ed ora deputato al Parlamento italiano eletto nelle liste di Sinistra ecologia e libertà. «Un milione e ottocentomila euro di spesa con tanto di sponsor (per le Frecce tricolori) e di ditta privata di metronotte per la gestione della sicurezza delle tribune per una parata militare che, ormai, si rinnova ogni anno sempre uguale a se stessa: la Repubblica si festeggia da troppo tempo così, con il rombo degli aerei da guerra, il fracasso dei cingolati su via dei Fori Imperiali», segno di una subalternità «ad una vecchia cultura e psicosi militarista molto simile a quella della vecchia Prima Guerra Mondiale di cent'anni fa, di cui purtroppo non abbiamo fatto granché tesoro. Così oggi il momento più simbolico della rinascita della nostra comunità liberata dal fascismo (il passaggio dalla monarchia alla repubblica) viene affidato alle armi, ai carrarmati, all’orgoglio della visione soddisfatta degli uomini e delle donne con i fucili imbracciati». Scrive ancora Marcon: «La Repubblica, in un momento di crisi, andrebbe festeggiata con più sobrietà e mettendo al centro quello che c'è scritto nel primo articolo della nostra Costituzione: “La Repubblica è fondata sul lavoro” e non sui cingolati. È quello che in questi vent'anni hanno provato a ricordare i pacifisti che ogni anno, guidati da Massimo Paolicelli (esponente del pacifismo italiano, fondatore dell’Associazione obiettori nonviolenti, fra i promotori di Sbilanciamoci!, amico e collaboratore di Adista, morto a 48 anni lo scorso 1 novembre, v. Adista Notizie n. 40/13, ndr) hanno promosso il 2 giugno manifestazioni simboliche, con i ragazzi e le ragazze in servizio civile, i disoccupati, gli studenti. Come quest'anno, stavolta in bicicletta (mezzo meno inquinante e rumoroso dei blindo), nella periferia di Roma, per ricordare che i pochi soldi che abbiamo vanno spesi per il lavoro, la scuola, l’ambiente e la salute e non per le armi». Allora, «invece di continuare a tagliare oltre 2miliardi di euro agli enti locali e alla pubblica amministrazione, come avverrà con il decreto Irpef sugli 80 euro, con tutto quello che ciò significherà (riduzione dei servizi sociali e meno welfare), la strada da percorrere è un’altra: cancellare il programma dei cacciabombardieri F35, porre fine alla missione in Afghanistan e ridurre le spese militari. Questo sarebbe stato un bel modo di festeggiare la festa della Repubblica». (luca kocci)

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