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Per una Chiesa di colore verde. Gli appelli degli ecologisti a papa Francesco

Tratto da: Adista Documenti n° 32 del 20/09/2014

DOC-2650. ROMA-ADISTA. Ha fatto il giro del mondo, nel novembre del 2013, la foto in cui papa Francesco tiene in mano due magliette con le scritte “No al fracking” e “L’acqua vale più dell’oro”, durante l’incontro con il senatore e regista argentino Pino Solanas, autore del documentario “La guerra del fracking” (lo si può vedere in lingua originale all’indirizzo www.nofracking.it/fernando-pino-solanas). Che il papa abbia deciso di farsi fotografare con le due magliette non può che suonare come una chiara presa di distanza dal fracking, la tecnica di fratturazione idraulica utilizzata nell’estrazione del gas di scisto, lo shale gas (sempre più diffusa grazie anche alla massiccia operazione di marketing da parte delle imprese, malgrado i ripetuti allarmi sulla contaminazione delle falde acquifere e sull’elevato pericolo di fenomeni sismici). E se a questo si aggiunge la preoccupazione più volte espressa riguardo alla tutela dell’ambiente, come pure l’annuncio di una prossima enciclica sulla difesa del creato (alla cui stesura è stato chiamato a collaborare anche mons. Erwin Kräutler, grande difensore dei popoli indigeni; v. Adista Notizie n. 16/14), si comprende facilmente come il papa stia diventando sempre più spesso anche il destinatario di appelli ecologisti, dall’invito espresso da organizzazioni, reti e pastorali sociali, nell’ambito della V Settimana Sociale Brasiliana, per la convocazione di un’Assemblea Globale per la Difesa della Vita sulla Terra (v. Adista Documenti n. 35/13) fino alla lettera di otto scienziati sulla questione degli Ogm (v. Adista Documenti n. 30/14). 

L’ultimo appello è quello lanciato dalla campagna sul clima 350.org (http://act.350.org/sign/divest_vatican), che, dopo un’analoga petizione inviata da gruppi religiosi dell’Australia e del Nordamerica, ha invitato il papa a disporre il ritiro di ogni investimento della Banca Vaticana nell’industria dei combustibili fossili e ad appoggiare pubblicamente il “movimento per il disinvestimento” da tale settore: movimento, questo, che ha ottenuto, tra molte altre, l’adesione del Premio Nobel Desmond Tutu, il quale ha invitato a un «boicottaggio nello stile della lotta anti-apartheid contro l’industria dei combustibili fossili» (v. Adista Documenti n. 17/14) e quella del Consiglio Ecumenico delle Chiese (di cui fanno parte più di 300 Chiese di 150 Paesi, in rappresentanza di 590 milioni di persone), che ha deciso di rinunciare progressivamente ai propri investimenti nel settore degli idrocarburi. 

Diverse, del resto, sono le iniziative e le prese di posizione assunte dalle Chiese sul terreno ambientale, come la giornata di digiuno in difesa del clima promossa dalla Federazione mondiale luterana ogni primo giorno del mese, fino al 1° dicembre 2014, quando avrà inizio a Lima la Cop 20 (Conferenza delle parti della Convenzione quadro sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite), o il “Progetto Ecologico Internazionale” messo a punto dalla Compagnia di Gesù, in collaborazione con la Loyola University di Chicago, al fine di creare un Living Textbook (una sorta di libro di testo) online attorno alle principali sfide ambientali, per metterlo a disposizione dei professori e degli studenti degli istituti di educazione superiore e delle scuole secondarie dirette dai gesuiti nel mondo. 

Grande attenzione viene rivolta alle tematiche ambientali anche dalla Leadership Conference of Women Religious (l’associazione che, negli Stati Uniti, rappresenta l’80% delle congregazioni religiose femminili, per un totale di più di 50mila suore), la quale, nel corso della sua ultima Assemblea annuale, svoltasi a Nashville, nello Stato del Tennessee, dal 10 al 14 agosto scorsi (v. Adista Notizie n. 30/14), ha votato una risoluzione proprio sulla necessità di sostituire i combustibili fossili con le fonti rinnovabili di energia, riprendendo il manifesto a favore di modelli energetici alternativi - l’Energy Vision Statement - promosso da tre congregazioni religiose femminili (le suore domenicane della Pace, la Comunità di Loreto e le sorelle della Carità di Nazareth) e sottoscritto da più di 150 comunità religiose interconfessionali (www.lorettocommunity.org/wp-content/uploads/2013/11/Energy-Vision-Statement-4.17.14.pdf). Lo riportiamo qui di seguito insieme all’appello rivolto al papa dalla campagna 350.org, l’uno e l’altro in una nostra traduzione dall’inglese. (claudia fanti) 

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