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Da O'Malley una lectio magistralis su

Da O'Malley una lectio magistralis su "Gaudium et spes"

 

Si è svolta il 25 gennaio la lectio magistralis di John O’Malley in occasione dell’inaugurazione della Cattedra Gaudium et spes del Pontificio Istituto teologico “Giovanni Paolo II” per le Scienze del matrimonio e della famiglia. O’Malley, gesuita e docente alla Georgetown University di Washington (D.C), è uno dei più importanti e raffinati interpreti del Vaticano II. Tra i suoi contributi ricordiamo: Cosa è successo al Vaticano II? (2010) e Trento. Il racconto del Concilio (2013). Alcuni stralci della sua lezione, dal titolo Attualità della Gaudium et spes a 50 anni dal Concilio Vaticano II, sono stati pubblicati su Avvenire (con la traduzione di Domenica Visalli). Riportiamo alcuni dei passaggi che ci sembrano più significativi:

 

«Possiamo considerare Gaudium et spes come il documento che rivela davvero l’essenza del  Vaticano II. Significativa a tale riguardo è la facilità con cui il Concilio accettò l’idea di un simile  documento quando il cardinale Suenens il 4 dicembre 1962 lo propose esplicitamente per la prima  volta. Sicuramente i Padri del Concilio videro nella proposta di Suenes l’ufficializzazione del  “Messaggio al mondo” reso noto i primi giorni dei lavori. (...) I segni dei tempi richiedono di  guardare al mondo e alle sue necessità reali, dunque al mondo realmente esistente e di essere  realistici respirando la stessa aria dei nostri contemporanei. È necessario scendere dai ghiacciai  dell’astrazione per rispondere alle necessità reali delle vite umane. Tale preoccupazione ha animato i due recenti Sinodi sulla famiglia, come si evince nell’Esortazione apostolica  Amoris laetitia»

«Gaudium et spes è un documento di solito considerato pastorale ma è allo stesso tempo un testo dottrinale. Non dovremmo sorprenderci visto che la  Dei Verbum insegna che la Rivelazione consiste in verità utili «a far sì che il popolo di Dio viva la sua  vita in santità e aumenti la sua fede» (n.8). In altre parole Dio ha rivelato verità pastorali. Gaudium et Spes è della stessa importanza delle altre Costituzioni in quanto a numero ed importanza delle verità che trasmette. Tra queste verità, la più pertinente per la nuova cattedra che inauguriamo oggi è l’insegnamento che il matrimonio è «un’intima condivisione di vita e amore» (intima communitas vitae et amoris, n.48), una definizione del matrimonio mai trovata in documenti di così alto livello. Il documento più in generale illustra la dignità del matrimonio e la bellezza della vocazione della vita coniugale. Inoltre  Gaudium et spes insegna che mentre la Chiesa ha la responsabilità di proclamare il Vangelo,  deve mettere se stessa al servizio della comunità umana proprio per ottemperare al dettato evangelico. In altre parole la Chiesa ha una responsabilità nel benessere del cosiddetto ordine temporale. Il documento insegna che la Chiesa deve per definizione preoccuparsi della giustizia  sociale, delle atrocità delle guerre, deve favorire pace e progresso di ogni aspetto della cultura  umana. Insegna che i cattolici devono lavorare con gli altri nel favorire questi risultati, anche se gli  altri sono non-credenti. Ed insegna che come la Chiesa porta del bene al mondo, così il mondo fa del bene alla Chiesa. La Chiesa deve ascoltare il mondo ed imparare da esso, un insegnamento  importante e senza precedenti anche se, ancora una volta, è semplicemente un riconoscimento di un dato di fatto incontrovertibile».

«Gaudium et spes insegna e  proclama al di sopra di tutto la dignità della persona umana. La nuova forma letteraria adottata dal Concilio ha liberato la Chiesa riunita in assise dalle costrizioni del paradigma giuridico-legislativo, facendola riflettere maggiormente sulla sua identità, articolando più efficacemente i suoi più alti e preziosi valori, proclamando al mondo in termini più chiari ed efficaci la propria visione del  sublime destino dell’umanità. Nel massacrante lavoro richiesto per promuovere questa visione, non  vi è passaggio nell’intero Concilio che ci illustri in modo più esplicito l’identità della Chiesa e che  articoli più chiaramente i suoi valori più profondi delle parole d’inizio di Gaudium et spes. «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di  Cristo». Nessun passaggio cattura meglio la visione della Chiesa che papa san Giovanni ha voluto che il Concilio adottasse nella sua allocuzione iniziale: la Chiesa come «la madre amorevole di tutti, benevola, paziente, piena di bontà e misericordia». Se la nuova cattedra fa sua tale visione della  Chiesa come sua più profonda ricerca, adempierà al mandato assegnato da Papa Francesco  all’Istituto Giovanni Paolo II nella sua lettera apostolica Summa familiae»

* foto di blues brothers, tratta da Flickr

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