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Noi Siamo Chiesa e il dibattito sul pontificato di Bergoglio

Noi Siamo Chiesa e il dibattito sul pontificato di Bergoglio

Su Adista Segni Nuovi n. 23/2018 avevamo pubblicato un testo di Vittorio Bellavite che valutava criticamente il contenuto del numero speciale di MicroMega dedicato al pontificato di papa Francesco "Potere Vaticano. La finta rivoluzione di papa Francesco". Le risposte ricevute  da Vittorio Bellavite dopo l’invio del suo testo, intitolato “Un’occasione mancata . “Micromega” si isola in uno sterile pregiudizio ideologico parlando della finta rivoluzione di papa Francesco” sono state dicerse decine. Ne riproduciamo qui di seguito alcune, quelle cioè che Bellavite ha reso note durante l’assemblea di Noi Siamo Chiesa del 17 giugno scorso

 

Da Giangabriele Vertova, Bergamo 13 /6

 

Caro Vittorio, condivido la tua pacata analisi e mi sono convinto che Marzano appartiene al gruppo di quei "laici progressisti" che mancano di adeguata preparazione. Basta leggere i suoi interventi sul "Fatto quotidiano". Ho partecipato alla Fiera dei Librai di Bergamo alla presentazione del volume di Marzano "La Chiesa immobile" (con me il presidente delle Acli di Bergamo, Daniele Rocchetti) e devo dire che non ho potuto fare a meno di criticare l'impostazione di Marzano, che dal punto di vista storico è ancora un complimento definire "riduttivista". Mi trovo rilassato a dover giocare da “cattolico del consenso” dopo essere stato catalogato fra quelli del “dissenso”… Ho però imparato a giudicare il mio essere cristiano e appartenente alla Chiesa non in base alle logiche e alle contraddizioni istituzionali, ma al nesso Vangelo – vita – società … Le cose più importanti sono la testimonianza di carità, la Bibbia, il dialogo, l’ecumenismo. Su queste il papa c’è. E mi trovo d’accordo sulle sue critiche alle derive della società occidentale capitalistica: non le giudico come scelte strumentali per distogliere dai problemi di riforma della Chiesa che Marzano avanza sulla base del principio sociologico della “disgiunzione delle strutture”, che secondo la scienza della organizzazione permette di introdurre una “distrazione” all’ interno del sistema  (qui il mio  dissenso da Marzano), ma conseguenza coerente dell’essere cristiano. Devo ammettere che mi diverte il gioco dell’opposizione fra conservatori e progressisti, ma è appunto un gioco piuttosto superficiale...

Però non mi interessa svolgere il compito di “difensore d’ufficio” di Papa Francesco. Riconosco che Marzano documenta in modo abbastanza ineccepibile le mancate riforme su temi caldi come la struttura istituzionale, l’etica sessuale, il ruolo delle donne, il celibato ecclesiastico. Pazienza, mi dispiace. Anche se queste riforme andrebbero fatte non per impedire il calo anagrafico o aumentare il consenso della Chiesa, ma perché sono giuste. Ma la cosa non mi turba e penso che come me molti cattolici abbiano interiorizzato principi di laicità e di libertà e quindi non dipendano nelle loro valutazioni etiche e religiose dalle indicazioni tradizionali. Ma la cosa più importante dei compiti della Chiesa, e quindi del papa, è richiamare al Vangelo e questo papa lo sta facendo meglio di tanti altri pastori, forse partendo dalla convinzione che la cosa più importante è dare il “buon esempio” di sforzarsi di essere cristiani ... 

Ma la "Laudato si'" è già stata dimenticata? Il successo di papa Francesco a sinistra si spiega bene con la crisi della stessa,  forse c'è ancora un'opinione politica che ritiene insufficiente (anche se necessario) l'impegno sui diritti civili per qualificare la propria azione come "sinistra" e contesta le logiche di disuguaglianza e di strapotere del potere capitalistico! Ma forse al "grillismo" di Marzano questo appare  poco importante ... 

Grazie, Gian

Mauro Armanino da Niamey:

 

Ciao Vittorio e grazie per le puntualizzazioni. In fondo si crea prima il personaggio (imposto dai media…e in fondo poco rifiutato da francesco) e poi ci si lamenta se ciò con corrisponde al vero. In più c’è da notare che, in fondo, chi  contesta la chiesa e certe posizioni espresse da francesco, omosessualità,il marasma attorno alle manipolazione genetico/gestativa è in fondo schiavo del capitalismo neoliberale, che poi dice di contestare, un abbraccio, mauro

 

Da Raffaele Luise:

 

Condivido la tua analisi della "povera cosa" , laicista, prevenuta, interessata, tutta chiusa in uno sterile occidentalismo, e soprattutto di un' imbarazzante ignoranza che è il fascicolo di Micromega su Francesco. Che fa perfettamente il paio con il fondamentalismo dei "tanti" (gerarchie, media, movimenti...)che si oppongono al papa dentro la Chiesa.

Con Raniero, da subito, anche io e il Cenacolo da  me fondato con i cardinali Kasper e Coccopalmerio e lo stesso La Valle, abbiamo sottolineato e ribadiamo l'enorme novità del "nuovo" Dio di Francesco. Nonostante le tante debolezze e i diversi problemi, soprattutto attinenti al governo della Chiesa, che sono andati manifestandosi in questi cinque anni.

Con amicizia e stima,

Raffaele Luise.

 

Da Ugo Gianni Rosenberg:

 

Caro Vittorio,

Ti ringrazio per il messaggio. La tua riflessione, senza avere letto Micromega ma constatando che tu assumi un tono non a priori contrario e ti metti in ascolto, mi pare piuttosto condivisibile e mi associo. Al di là dei primi cinque punti di impatto storico-culturale e sociale e politico che tu metti per primi in relazione alla base culturale della rivista direi che per quanto riguarda chi vive la chiesa dall'interno come noi l'architrave di tutto sta nella "riscoperta" dell'Evangelo come scrivi tu, o nell'averlo "messo al centro" della propria predicazione e azione come direi io. Le cose che si odono e si vedono sono una manifestazione di tale riscoperta.

Non mi stupisco però troppo dell'atteggiamento assunto dalla rivista. Chi vede e vive le cose da fuori la chiesa ha uno sguardo che non può prescindere dalla propria in genere non confessata ideologia e quindi vede la chiesa solo sotto il profilo della potenza di questo mondo. Alla fine credo che a Marco Marzano (che suppongo non sia interessato a EvGaud) piacerebbe soltanto un papa che mettesse la chiesa in liquidazione. Il dogma illuminista di vecchio stampo (pre-Adorno per intenderci) e razionalista ha bisogno di una chiesa oscurantista, clericale e reazionaria. Mostrare che si tratta di una pura operazione di marketing o di facciata direi che è funzionale all'assioma di base e malignamente potrei dire che una fetta di mercato di tal fatta laicista esiste sicuramente e credo che la rivista soddisfi i suoi lettori. Meno male che non tutto l'illuminismo è rimasto fermo alla lettura predialettica.


Un caro saluto.


Ugo

 

Ermanno Allegri dal Brasile:

 

Sono arrivato ieri sera a Fortaleza tornando dall'Italia. 

E adesso ho appena finito  di leggere le tue osservazioni a MICROMEGA. Non conosco questa pubblicazione.

Per il tono di quello che scrivono ho subito pensato alla "intellighentia degli Illuminati" e mi ha dato tanta rabbia: questa la mia prima reazione. A persone che scrivono queste cose non riuscirei a rispondere, perché é gente che vive sulle nuvole, non sanno niente del lavoro con la gente 'di base' nelle nostre parrocchie, non hanno esperienza del giorno a giorno della fede in mezzo ai poveri, agli infiniti problemi e sofferenze della gente e del 'peso religioso' que grava sulle loro spalle.

 

Ti ringrazio della tua luciditá con cui hai scritto. Perché questi illuminati non sanno cosa vuol dire 'lavorare' nella chiesa con un Bergoglio al posto di un Giovanni Paolo II...

L'altro giorno ho detto un'eresia - ne sono consapevole -. Ho detto che Gesú é stato il Figlio incarnato e che Bergoglio é lo Spirito Santo incarnato... (Adesso solo manca il Padre...).

É vero, é uno Spirito Santo che ha ancora dei limiti... ma perfino Gesú Cristo ne ha avuti.

 

Ti ho voluto scrivere non per fare un testo de 'resposta' a MICROMEGA, ma solo per ringraziarti del tuo testo. É quello che ci vuole per aiutare quelli che pensano che le rivoluzioni si fanno per decreti, a scendere nel reale e fare i passi concreti di trasformazione e di rinnovamento, senza i quali non si cambiano i cammini della storia.

 

Il forte soffio di Speranza e di Conversione che Bergoglio sta mettendo dentro la chiesa e la societá, aiutino ad assumere questo PROCESSO che mi ricorda il salmo "Completa, o Signore, quello che hai operato tra de noi". Un processo per i prossimi cento o piú anni, ma che é iniziato.

 

Solo un'altra osservazione: LA RIVISTA 'Carta Capitale', qui in Brasile, ha definito papa Francesco l'unico statista del mondo.

E ti pare poco?

Un saluto  carissimo.

 

Ermanno Allegri

 

 

Cristina Simonelli:

 

ti ringrazio di cuore! Hai dato voce alle mie perplessità e al mio fastidio per l'operazione generale.. vista anche in termini "amicali", cioè di aver coinvolto ad esempio Selene Zorzi in un'impresa e in un testo complessivo del quale non so se fosse avvertita, dato il tenore del tutto diverso dal suo testo.

Charamsa... ho visto velocemente, certo il suo coming out alla vigilia del Sinodo e i precedenti ruoli svolti proprio alla congregazione della dottrina della fede.. mi fanno sospettare anche altri quadri politici, forse inconsapevoli ma non meno pesanti!

 

Cristina

 

Marco Baroni:

 

Caro Vittorio,

leggo solo ora il tuo "documento".

Sono totalmente d'accordo.

Forse in passato anche noi "cristiani di sinistra" siamo stati troppo intransigenti nel valutare i tempi biblici della Chiesa 

Ciao Marco

 

 

Franco Barbero:

 

LA FINTA RIVOLUZIONE DI PAPA BERGOGLIO?

 

Ho letto l'intero numero di Micromega 4/2018 e convengo con le osservazioni critiche di "Noi Siamo Chiesa", sempre puntuali e concrete.

1) Definire il pontificato di Francesco come una "finta rivoluzione" è frutto di apriorismi laicisti (non laici) e di grave superficialità. Piuttosto direi che la parola "rivoluzione" è un po' enfatica ed eccessiva, ma di finzione non vedo traccia né nella persona di Bergoglio né nel suo ministero. E' un uomo e un pastore tutto d'un pezzo, compresi  i suoi limiti. Ma parlare di finzione significa usare una categoria mentale moralistica che poco o nulla si addice ad una ricerca sociologica.

Peccato perché il numero contiene alcune pagine preziose, intelligenti e stimolanti.

2) Capisco che certi laicisti non riescano a  vedere laicamente la realtà. Le religioni, nonostante e le loro vistose contraddizioni, sono in movimento e la fede non è affatto al suo tramonto. Io continuo a denunciare limiti e ritardi, ma non posso non vedere la fecondità e la lungimiranza di tante scelte e prese di posizione di papa Francesco.

3)Mi sarebbe piaciuto che nella accuratissima analisi di Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa, fossero stati segnalati alcuni capitoli teologici e pastorali ancora carenti o addirittura tutti da scrivere. Alludo alle ricerche cristologiche, alla catechesi, ai devozionalismi….Terreni sui quali papa Francesco è totalmente allineato alla teologia del popolo, con le sue ambiguità. Credo che non aprire questi "capitoli" e non affrontare temi come le pari opportunità di presenza e di ministero delle donne costituisca una scelta grave di questo papato.

Ma, se alcuni capitoli sono ancora  da scrivere, non si può tacere su alcune svolte positive e storiche che papa Francesco cerca di attuare, come ha ricordato Vittorio Bellavite.

Franco Barbero

 

 

Andrea Grillo

Non è lesa maestà. Dipende solo dalla pertinenza della critica. Trovo che Bellavite abbia buone ragioni. Si impone a Francesco un modello di papa ottocentesco e lo si commisura a tale modello, ridotto a parametro aziendale. Si ha ragione prima ancora del confronto. Perché si pensa la Chiesa e il papa come immobili a priori. Dietro c è un catechismo classico mal digerito

 

 

Francesco Zanchini:

 

Ancora una volta mi complimento dei toni e dei contenuti della tua critica a Micromega. Forse è proprio quest’ultima a sentirsi infallibile, anche quando crea un collage disordinato e del tutto disomogeneo su temi che  vorrebbe vedere senza indugio risolti  a proprio modo esclusivo di vedere. Quasi che nel milieu di essi non ponessero intrichi ideologici formidabili, sottoponendo un intero sistema, fino alla soglia del terzo millennio impermeabile, alle sollecitazioni del nostro tempo, alla discussione di credenti, cui, fino a dianzi, si imponeva l’aut aut di umilianti fidelizzazioni acritiche, private del  senso eterno dei corsi e dei ricorsi vichiani e della loro funzione-guida anche nel tempo di Dio e dei suoi scelti. Ma il problema di certo preteso illuminismo nasce dalla posizione di fondo antigramsciana  (anticontestuale), in cui il ruolo dell’intellettule è quello di girare a vuoto intorno al   proprio Sé, assunto come misura non discutibile del vero e del falso.

Vanitas vanitatum di questi sofisti fuori tempo, cui manca un Socrate da mandare al supplizio!

Francesco

 

Gianfranco Bottoni:

Vittorio, mi congratulo per la tua ottima reazione a Micro Mega.

Mi è parsa ben fatta: ne condivido la prospettiva e le valutazioni.

Su alcuni evidenti limiti nelle riforme o nel retroterra teologico di Francesco, si possono fare dei distinguo e si può constatare la sua solitudine, ma è grave non vedere il radicale mutamento di paradigmi nell’annuncio e nella testimonianza vitale dell’evangelo, con le conseguenze positive che già compaiono e che comunque fioriranno con il tempo (malgrado eventuali e probabili reazioni restaurative).

Grazie per la tua comunicazione.

Ti saluto, Gianfranco

 

 

Riccardo Bottoni

Caro Vittorio,

grazie della tua risposta critica, articolata e pacata ai saggi di "Micromega": purtroppo quelle della rivista non sono le prime né le uniche voci di una sinistra che si vorrebbe capace di lettura analitica e spessore critico, ma non conosce né l'oggetto di cui si occupa, né l'analisi storica, né la critica dei documenti… Lo stato confusionale perdurante non genera nulla di positivo, come vediamo bene nello smarrimento della politica e delle sue ragioni: abbiamo bisogno di riflessione, di apporti sensati, di lucidità di letture, non infatuate. Grazie e a presto.

Un caro saluto.

Riccardo Bottoni

 

 

Selene Zorzi:

Grazie.

Mi hanno chiesto un intervista in una cornice che non approvavo del tutto. Ho chiesto che fosse però rispettato il mio pensiero. Lo hanno fatto, grazie ad Ingrid Colanicchia che mi ha intervistata e sono contenta del risultato del mio articolo. Anche io trovo superficiale l'idea dell'operazione di marketing e approvo i cinque punti di critica a Marzano e in generale con la tua analisi.

Buona giornata!

 

Giancarla Codrignani:

Caro Vittorio,

anche noi che siamo stati definiti “cattolici del dissenso” -espressione mediatica equivoca, quasi ci dovesse essere il consenso- non abbiamo rotto abbastanza le scatole a vescovi e parroci per realizzare il Concilio e, non avendolo difeso, l'abbiamo visto oscurato. Non colpevolizziamoci: siamo minoranza. Anche i radical-chic (altra invenzione mediatica di successo, forse più idiota) sono una minoranza (solo che possono fare Micromega) e non è la prima volta che dicono cose strane (a confronto con la realtà). Non polemizzerei: si sarebbe dovuto fare anche altre volte. Ma la verità è che papa Francesco non sta cambiando nulla del Catechismo e dei Codici e,se sparisce, tutto si ricompone. I limiti della sua azione ci sono (le domande sul “credere metafisico" le pongono i teologi e, se venissero lette, le teologhe). Ma BISOGNEREBBE DIFENDERLO A SPADA TRATTA (guarda che a me le espressioni militari non piacciono: il rischio è forte) perché è troppo osteggiato (la chiesa americana è potente non a causa delle suore o dei teologi; nell'Africa omofoba non può dire “chi sono per giudicare”; ci mancavano solo gli immigrati). Ripeto: se non abbiamo le capacità di aiutarlo (e, ripeto, siamo minoranza, per giunta senza mecenati) non solo tutto si ricompone, ma a danno, nella prospettiva (speriamo comunque che ci siano molti giovani avventurosi) della fede.

Comunque hai fatto molto bene a rompere il silenzio: non c’era stata reazione e anche questo è significativo


Un abbraccio

giancarla codrignani

 

 

Giamba Pignatti Morano:

So bene che questo Papa "sta in uggia" a molti cattolici o pseudo tali che vorrebbero, con sommo gaudio, vederlo andare sotto terra......e preci in tal senso fanno ogni domenica alla Messa della parroccchietta..! Alcuni di essi mi stanno leggendo!

Tantè! Francesco fa bene il suo lavoro e credo che Gesù (l'Uomo di Nazareth), sia oltremodo contento di come si "muova" questo Papa riproponendo il "vero" Vangelo predicato 2.000 anni fa e andato ramengo per troppo tempo! L'amico Vittorio ci da una mano a capire ed io lo ringrazio. Abbraccio tutti quelli che "non sono d'accordo"....amici e parenti, vicini e lontani.

 

 

Giulia Uberti:

Caro Vittorio, 

La lettura del tuo discorso critico, in relazione al numero di Micromega sulla « finta  rivoluzione di Bergoglio » mi fatto molto piacere e mi ha riscaldato il cuore. Apprezzo Micromega e leggo spesso i suoi articoli, ma questo numero mi lascia con l’amaro in bocca: non condivido nel modo più assoluto la sua impostazione. Tuttavia, non ho strumenti, non sono in grado di esprimere, e scrivere, come fai tu, rispondendo sia pure in sintesi, ai vari argomenti/temi trattati dai vari scrittori/giornalisti. 

Desidero qui semplicemente ringraziarti Vittorio, per il tuo lavoro e le tue puntuali riflessioni che mi sento di condividere pienamente e mi trovano in sintonia. Grazie!

Con affetto   

Giulia Uberti 

 

Bruna Bocchini:

Caro Bellavite, la ringrazio molto. E' un profilo molto lucido sul pontificato di Francesco, al di là del riferimento a Micromega che si muove da sempre con quella prospettiva per la quale il pontefice perfetto, per confermare la loro impostazione, era papa Ratzinger. Un cordiale saluto,

Bruna Bocchini

 

 

Felice Scalia:

Vittorio carissimo,

grazie delle tue osservazioni a Micromega che ricalca una vecchia tesi  sulla elezione di Bergoglio: opera di pura cosmesi su un cadavere in dissoluzione, la chiesa. Credo che tutto nasca dalla diffusione del libro di Marzano "La chiesa immobile". Micromega ha cavalcato l'onda, Comunque, se è facile contestare al Marzano la sua riduzione della chiesa a istituzione valutabile con parametri sociologici, mi riesce difficile capire la posizione di tanti ecclesiastici e laici cattolici che questo vogliono, una chiesa istituzione eterna ed immobile, che abbia e dia potere ai suoi aderenti. Questi credo che non capiranno mai Francesco e tanto meno il "Poveraccio" di Nazareth. 

Una bella e buona giornata

Felice

 

 

Dalla mail di Luigi Sandri del 14 giugno:

L’incontro di domenica (assemblea di NSC del 17 giugno) pare a me luogo/momento opportuno per una nostra corale riflessione sui cinque anni di pontificato di Bergoglio, tenendo conto dei suoi molti, anche contrastanti, aspetti. Dal dibattito potrebbe e dovrebbe uscire un documento ponderato e coraggioso, frutto di un lavoro “sinodale”. Per questo, del tutto amichevolmente, mi permetto di dire: la scelta di Vittorio di uscire, pochi giorni fa, con una critica al numero di Micromega su Francesco, non è stata la migliore possibile. Infatti, essendo imminente l’incontro alla Cascina Contina, non era più logico aspettare questo appuntamento, per esprimerci, come NSC, sul pontificato in atto? A mio parere non è stata opportuna, in particolare, una critica frontale al libro di Marco Marzano; si può certo criticare quell’autore, però ci sono in giro molti libri sul papa, e alcuni – di “sinistra” –  insopportabilmente acritici e laudativi. Ma di questi, nell’intervento di Vittorio, non si parla.

    Secondo me l’ideale sarebbe affermare ciò che noi pensiamo di Francesco, senza dare pagelle a chi ha scritto, bene o male, su di lui. Certo, si potrebbe dire, qua e là… “per questo non siamo d’accordo con Tizio” oppure “troviamo assai schematico e poco documentato quanto afferma Caio…”, ma en passant, senza farlo nostro bersaglio principale. Insomma, dovremmo dare un giudizio nostro: imparziale, globale e ponderato, precisando che siamo d’accordo per questo… siamo in disaccordo per questo…

 


 

 

 

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