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700 "Ricercatori per la Pace": petizione contro il programma di ricerca militare Ue

“Researchers for Peace” (www.researchersforpeace.eu) è la petizione online lanciata da oltre 700 ricercatori, scienziati e accademici pacifisti, provenienti da 19 Stati membri dell'Unione Europea. I firmatari, invitando i colleghi del Vecchio Continente ad aderire alla mobilitazione insieme a loro, chiedono all'Unione di interrompere il finanziamento della ricerca militare, proprio nel momento in cui l'Ue sta definendo per la prima volta un programma di ricerca militare e per lo sviluppo di armamenti con l'obiettivo esplicito di preservare la competitività dell'industria bellica europea.

Con questo programma, avvertono i “ricercatori per la pace”, l'Unione rafforza ambiti di ricerca «controversi», «come lo sviluppo di sistemi d'arma robotizzati e automatici. Non solo questo fomenterà la corsa globale a questo tipo d'armamento, ma potrà anche consentire un incremento della vendita di armi a regimi repressivi e alimentare ulteriormente i conflitti. E già oggi armi di fabbricazione europea concorrono alla violazione del diritto internazionale umanitario in diverse zone di conflitto».

«L'istituzione di un programma di ricerca militare all’interno dell’Unione Europea porterà ad un'accelerazione senza precedenti nella militarizzazione dell'Ue», lancia l'allarme Stuart Parkinson (direttore esecutivo di Scientists for Global Responsibility). «Investire fondi Europei nella ricerca militare non solo sposterà enormi risorse da aree di spesa direttamente dedicate alla pace, ma probabilmente alimenterà una nuova corsa agli armamenti minando la sicurezza» all'interno e all'esterno del continente.

L'Unione continua a rappresentare un centro d'avanguardia per la ricerca scientifica nel mondo, e per questa ragione la “direzione” dei finanziamenti nella ricerca deve essere attentamente: «Ogni euro può essere speso una sola volta», ha detto Jordi Calvo Rufanges (Centre Delas di ricerca sulla Pace di Barcellona), e dunque «L'Ue dovrebbe continuare a concentrarsi sugli investimenti nelle aree di ricerca civili che migliorano la qualità della vita, contribuendo a risolvere problemi sanitari e ambientali e migliorando stabilità e uguaglianza nella società».


"Researchers for Peace" è una campagna promossa e condotta dalla Rete europea contro il commercio di armi ENAAT (European Network Against Arms Trade) e da International Network of Engineers and Scientists for Global Responsibility, International Peace Bureau, Vredesactie (Paesi Bassi), Scientists for Global Responsibility (Regno Unito), Centre Delàs d'Estudis per la Pau (Spagna), Rete Italiana per il Disarmo (Italia) e Science Citoyenne (Francia).

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